Descrizione
Gustavo Rinaldi
Nell’Italia caricaturale che viene fuori dopo il 1860, con il suo familismo amorale e la cialtroneria che contraddistinguono i suoi protagonisti, Giuseppe Garibaldi è quello apparentemente più presentabile. Ma chi è costui? Gustavo Rinaldi lo spiega già nel titolo: un avventuriero, un massone, un opportunista. Parlano fonti insospettabili o simpatizzanti del processo unitarista (fare più grande il Piemonte e glorificare il Re sabaudo, Vittorio Emanuele II). I mille? Una banda armata al servizio del piano di conquista e di egemonia dei padroni del mondo di allora: Inghilterra, Francia e Massoneria internazionale. Sarà lo stesso Garibaldi ad ammetterlo, in visita a Londra nel 1864, al governo inglese: “Senza il vostro aiuto non avremmo deposto il Borbone… anzi, io non avrei mai potuto passare lo stretto di Messina”. Bronte? Un massacro di contadini ordinato da Garibaldi, eseguito dai garibaldini agli ordini di Nino Bixio; un crudele eccidio di gente che aveva preso sul serio il programma di distribuzione delle terre. Una rivoluzione tradita? Si dice sempre così. Continuità, trasformismo e borghesismo nelle rivoluzioni italiane. È un filo rosso che tiene i prenditori di tutti colori. Lo Statuto, la libertà, la legalità? Gli invasori garibaldini e piemontesi si appoggiarono a mafia e camorra: nasce il patto scellerato tra politica e malavita, che ancora dura.
Brossura 15 x 21 cm. pag. 576
Stampato nel 2011 da Controcorrente
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