Le città militari di Luigi Cosenza

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Francesco Viola

Negli anni drammatici della Grande Guerra Luigi Cosenza, allora ufficiale dello Stato Maggiore, immagina un nuovo modello di Città Militare replicabile a scala nazionale per liberare gli organismi urbani dalla presenza delle vecchie caserme e rispondere alle esigenze di un moderno addestramento. Partendo da un rigoroso disegno classico di matrice ippodamea, sperimenta lungo il litorale toscano l’insediamento di una nuova comunità nella quale i soldati, gli ufficiali e le loro famiglie possono condividere momenti di vita civile. Il progetto rappresenta un prodotto avanzato dell’urbanistica italiana razionalista e in virtù di un’originale attenzione ai caratteri del luogo riesce a distinguersi dalla banale concezione scenografica della città piacentiniana, ma anche dai rigidi modelli della città orizzontale. Tutto ciò che Cosenza rinviene nel territorio, naturale o artificiale che sia – la spiaggia, la ferrovia, il bosco, la collina rocciosa, il villaggio storico – diventa parte integrante del disegno urbano e valorizzato nella sua configurazione. La nuova città non ha confini, i tracciati delle strade si perdono nella campagna, si deformano e si adattano ai percorsi dei torrenti. Non esiste più un dentro e un fuori, un centro e una periferia. È il superamento dei limiti della città tradizionale e dei generici standard dello zoning modernista.

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Francesco Viola

Negli anni drammatici della Grande Guerra Luigi Cosenza, allora ufficiale dello Stato Maggiore, immagina un nuovo modello di Città Militare replicabile a scala nazionale per liberare gli organismi urbani dalla presenza delle vecchie caserme e rispondere alle esigenze di un moderno addestramento. Partendo da un rigoroso disegno classico di matrice ippodamea, sperimenta lungo il litorale toscano l’insediamento di una nuova comunità nella quale i soldati, gli ufficiali e le loro famiglie possono condividere momenti di vita civile. Il progetto rappresenta un prodotto avanzato dell’urbanistica italiana razionalista e in virtù di un’originale attenzione ai caratteri del luogo riesce a distinguersi dalla banale concezione scenografica della città piacentiniana, ma anche dai rigidi modelli della città orizzontale. Tutto ciò che Cosenza rinviene nel territorio, naturale o artificiale che sia – la spiaggia, la ferrovia, il bosco, la collina rocciosa, il villaggio storico – diventa parte integrante del disegno urbano e valorizzato nella sua configurazione. La nuova città non ha confini, i tracciati delle strade si perdono nella campagna, si deformano e si adattano ai percorsi dei torrenti. Non esiste più un dentro e un fuori, un centro e una periferia. È il superamento dei limiti della città tradizionale e dei generici standard dello zoning modernista.

Brossura, 22 x 22 cm. pag. 94 con varie foto a colori e b/n

Stampato nel 2024 da Clean edizioni

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