Pasqua di sangue. La battaglia di Ravenna

24.00

La minuziosa ricostruzione della Battaglia ad opera di Norino Cani che, riunendoli per la prima volta insieme in una grande galleria, traccia i profili di quasi 500 protagonisti e le tavole di Pietro Compagni fanno di questo volume un libro diverso dagli altri che si sono occupati di quell’evento. Quella maledetta Pasqua di sangue del 1512 mostrava il nuovo, terribile volto della guerra, che non vedeva più, tra cavalieri avversari, uno colpirne orgogliosamente un altro con lancia e spada, ma l’anonima palla dell’archibugio di un qualsiasi sconosciuto tiratore senza aspirazioni di gloria, semplice comparsa fra migliaia e migliaia di fanti, contrapposti a pochi, eletti, protagonisti d’alto rango. La guerra non sarebbe stata più la stessa. Una carneficina senza uguali in entrambe le fazioni, una catastrofe anche per i cosiddetti vincitori che persero, insieme ai loro migliori cavalieri, il comandante dell’Armata, Gaston de Foix. La vendetta francese, cieca e disumana, sulla città messa a sacco e violentata per giorni e giorni, provocò effetti impressionanti nell’immaginario collettivo. Se la battaglia impressionò i ravennati che, direttamente, non furono coinvolti più di tanto nei combattimenti, ben più tragiche e immediate furono le conseguenze del sacco. La memoria popolare di quegli eventi assunse, col tempo, quei toni sempre più leggendari, come la storia del mostro.

Brossura 21 x 28 cm. pag. 168 con 24 tavole a colori

Stampato nel 2012 da Longo

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Descrizione

Eraldo Baldini, Norino Cani, Pietro Compagni

La minuziosa ricostruzione della Battaglia ad opera di Norino Cani che, riunendoli per la prima volta insieme in una grande galleria, traccia i profili di quasi 500 protagonisti e le tavole di Pietro Compagni fanno di questo volume un libro diverso dagli altri che si sono occupati di quell’evento. Quella maledetta Pasqua di sangue del 1512 mostrava il nuovo, terribile volto della guerra, che non vedeva più, tra cavalieri avversari, uno colpirne orgogliosamente un altro con lancia e spada, ma l’anonima palla dell’archibugio di un qualsiasi sconosciuto tiratore senza aspirazioni di gloria, semplice comparsa fra migliaia e migliaia di fanti, contrapposti a pochi, eletti, protagonisti d’alto rango. La guerra non sarebbe stata più la stessa. Una carneficina senza uguali in entrambe le fazioni, una catastrofe anche per i cosiddetti vincitori che persero, insieme ai loro migliori cavalieri, il comandante dell’Armata, Gaston de Foix. La vendetta francese, cieca e disumana, sulla città messa a sacco e violentata per giorni e giorni, provocò effetti impressionanti nell’immaginario collettivo. Se la battaglia impressionò i ravennati che, direttamente, non furono coinvolti più di tanto nei combattimenti, ben più tragiche e immediate furono le conseguenze del sacco. La memoria popolare di quegli eventi assunse, col tempo, quei toni sempre più leggendari, come la storia del mostro.

Brossura 21 x 28 cm. pag. 168 con 24 tavole a colori

Stampato nel 2012 da Longo 

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