Potenza di fuoco – Eserciti Tattica e Tecnologia nelle Guerre Europee dal Rinascimento all’Età della Ragione

21.00

Questa opera, attraverso l’analisi di una notevole mole di regolamenti tattici, relazioni e memorie spesso inedite, racconta, anche trasportando brutalmente il lettore nel vivo delle primissime file della battaglia, come la potenza di fuoco divenne l’elemento che più di ogni altro – grazie anche all’incessante opera di innovazione e di miglioria di tattiche e materiali e al genio di comandanti capaci come il Principe Eugenio, il duca di Marlborough e Federico II di Prussia – contribuì a cambiare radicalmente il volto della guerra e la società europea, trasformando entrambi in maniera così profonda che ancora oggi possiamo apprezzarne gli effetti. I campi di battaglia del Settecento divennero luoghi assai più letali di quanto non fossero stati in precedenza, con reparti contrapposti schierati a poche decine di metri l’uno dall’altro in grado di infliggersi perdite nell’ordine del 30-40% degli effettivi. Indipendentemente dal risultato dello scontro, il potenziale umano di interi eserciti veniva rapidamente depauperato nel breve volgere di una battaglia campale. La leva obbligatoria, per quanto supportata dall’ideologia della rivoluzione francese, fu una razionale risposta alla continua necessità di uomini sulla linea del fronte, un’innovazione (o meglio una riscoperta) che segnò, di fatto, la società europea sino agli inizi del XXI secolo e che, insieme alla potenza di fuoco e all’industrializzazione, contribuì a trasformare la “guerra limitata” in “guerra totale”.

Brossura, 21 x 15 cm. pag. 220, con circa 4 tabelle, 9 immagini e 9 cartine nel testo

Stampato nel 2013 da Edizioni Libreria Militare

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Descrizione

Giovanni Cerino Badone

Questa opera, attraverso l’analisi di una notevole mole di regolamenti tattici, relazioni e memorie spesso inedite, racconta, anche trasportando brutalmente il lettore nel vivo delle primissime file della battaglia, come la potenza di fuoco divenne l’elemento che più di ogni altro – grazie anche all’incessante opera di innovazione e di miglioria di tattiche e materiali e al genio di comandanti capaci come il Principe Eugenio, il duca di Marlborough e Federico II di Prussia – contribuì a cambiare radicalmente il volto della guerra e la società europea, trasformando entrambi in maniera così profonda che ancora oggi possiamo apprezzarne gli effetti. I campi di battaglia del Settecento divennero luoghi assai più letali di quanto non fossero stati in precedenza, con reparti contrapposti schierati a poche decine di metri l’uno dall’altro in grado di infliggersi perdite nell’ordine del 30-40% degli effettivi. Indipendentemente dal risultato dello scontro, il potenziale umano di interi eserciti veniva rapidamente depauperato nel breve volgere di una battaglia campale. La leva obbligatoria, per quanto supportata dall’ideologia della rivoluzione francese, fu una razionale risposta alla continua necessità di uomini sulla linea del fronte, un’innovazione (o meglio una riscoperta) che segnò, di fatto, la società europea sino agli inizi del XXI secolo e che, insieme alla potenza di fuoco e all’industrializzazione, contribuì a trasformare la “guerra limitata” in “guerra totale”.

Brossura, 21 x 15 cm. pag. 220, con circa 4 tabelle, 9 immagini e 9 cartine nel testo

Stampato nel 2013 da Edizioni Libreria Militare

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