Il corporativismo – Dall’economia liberale al corporativismo. I fondamenti dell’economia corporativa. Capitalismo e corporativismo

Corporativismo

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    Il corporativismo – Dall’economia liberale al corporativismo. I fondamenti dell’economia corporativa. Capitalismo e corporativismo

    45.00

    I saggi raccolti nei volumi qui ristampati sono intrinsecamente legati alla rivista “Nuovi studi di diritto, economia e politica” che fu pubblicata negli anni dal 1927 al 1935 sotto la direzione di Ugo Spirito e di Arnaldo Volpicelli. Dal 1932 in poi vennero esprimendo in gran parte le ricerche della Scuola di studi corporativi dell’Università di Pisa, scuola che ebbe anche una sua propria rivista, l'”Archivio di studi corporativi” diretta da Giuseppe Bottai. Il volume analizza anche il rapporto tra Ugo Spirito e Bottai riguardo appunto il corporativismo, discussione che venne riportata a suo tempo dal giornale “Il diritto del lavoro”, 1965, n. 4-5.

    Cartonato, 15,5 x 23 cm. pag. 695

    Stampato nel 2009 da Rubbettino

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    Il corporativismo fascista

    18.00

    Mussolini aveva un grande progetto: la realizzazione della “terza via” alternativa tanto al capitalismo quanto al socialismo – tramite l’edificazione di una società improntata all’armonia fra le classi e la sostituzione della rappresentanza politica con corporazioni rappresentative del mondo produttivo, del lavoro e delle professioni. Il corporativismo divenne uno dei principali assi portanti del progetto totalitario del fascismo e l’argomento più dibattuto nelI’Italia degli anni Venti e Trenta. Alessio Gagliardi indaga per la prima volta la concreta realtà del corporativismo fascista, il funzionamento delle istituzioni e i risultati conseguiti. L’immagine restituita appare molto più sfaccettata rispetto a quanto generalmente sostenuto dalla ricerca storica. Nonostante l’evidente fallimento, il sistema corporativo accompagnò e favorì trasformazioni profonde nell’organizzazione delle classi e dei ceti e nel rapporto tra la società e lo Stato. Vennero soppresse le libertà sindacali e contemporaneamente sindacalisti e imprenditori partecipavano, insieme al governo e al Partito fascista, alla messa a punto delle leggi e delle decisioni relative alla politica sociale ed economica. Per attuare il corporativismo lo stato fascista non scelse così la negazione dei gruppi di interesse ma la loro “istituzionalizzazione” e “fascistizzazione”, riconoscendo loro la legittimità politica e una rappresentanza nelle strutture dello Stato.

    Brossura, 14 x 21 cm. pag. XII + 193

    Stampato nel 2010 da Laterza

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    La terza via fascista – Il mito del corporativismo

    28.00

    Il fenomeno fascista si è configurato negli anni tra le due guerre come una “terza via”, distinta e contrapposta rispetto a liberalismo e socialismo. Della soluzione fascista quale fu percepita o vissuta in quel tempo, il corporativismo è uno degli elementi più importanti, in quanto tendeva a dare risposta a quello che pareva uno degli interrogativi più drammatici dell’epoca, e che dopo la crisi del 1929 apparve di portata esplosiva: l’assetto complessivo di una società che non poteva più fondarsi sugli automatismi della “mano libera” della dottrina tradizionale e che guardava con timore alla soluzione collettivistica che prendeva corpo nell’Unione Sovietica dei piani quinquennali.

    Brossura, 15 x 22 cm. pag. 316

    Stampato nel 2006 da Carocci

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    Logica della corporazione

    10.00

    Il tema dei rapporti tra sindacato e corporazione è affrontato dall’autore sia in chiave storica, sia sotto il profilo dell’analisi di specifici contenuti politico-programmatici. Di particolare interesse risulta la parte sull’avvenire della corporazione e sul superamento, attraverso essa, della tradizionale antitesi tra capitale e lavoro.

    Brossura, 16,5 x 24 cm. pag. 102

    Stampato nel 1999 da Ars

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