Seconda Guerra Mondiale – 1940: Londra brucia

16.00

Dopo la vittoriosa battaglia di Francia, lo Stato Maggiore tedesco, ormai padrone di tutta la costa atlantica dalla Norvegia a Bordeaux, cominciò a pensare all’invasione della Gran Bretagna. Solo col diretto investimento della maggiore avversaria, Hitler avrebbe potuto infatti vincere la gigantesca partita impegnata nel settembre 1939. Le sue reiterate offerte di pace erano state respinte dal nuovo premier britannico, Churchill, e una soluzione di compromesso del conflitto appariva quindi impossibile. D’altra parte, malgrado la crisi militare della Gran Bretagna, che non era ancora riuscita a riorganizzare l’esercito dopo la rotta di Dunkerque, l’impresa non era delle più facili. L’Inghilterra conservava intatta la sua potenza navale. La Home Fleet faceva buona guardia contro ogni tentativo della modesta flotta tedesca, già sensibilmente falcidiata nell’impresa norvegese. E, in appoggio alla marina, vigilava l’aviazione che gli inglesi non avevano impegnato a fondo sui cieli di Franca, malgrado i drammatici appelli dell’alleato. Perché le divisioni ammassate intorno a Calais avessero buone probabilità di riuscita nel caso di un attacco alle isole britanniche, occorreva quindi che l’intera organizzazione militare, economica e civile dell’Inghilterra fosse sconvolta dalle fondamenta. Per ottenere questi risultato, Hitler non aveva che un’arma: la Luftwaffe, l’aviazione tedesca, che, nella caccia come nel bombardamento, aveva clamorosamente dimostrato la sua superiorità durante le campagne di Norvegia e di Francia

Brossura, 16 x 21,5 cm. pag 246

Stampato nel 1968 da Einaudi

Condizioni del libro: usato con sovracopertina, in buone condizioni. Tracce d’uso.

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Descrizione

Laurence Thompson

Dopo la vittoriosa battaglia di Francia, lo Stato Maggiore tedesco, ormai padrone di tutta la costa atlantica dalla Norvegia a Bordeaux, cominciò a pensare all’invasione della Gran Bretagna. Solo col diretto investimento della maggiore avversaria, Hitler avrebbe potuto infatti vincere la gigantesca partita impegnata nel settembre 1939. Le sue reiterate offerte di pace erano state respinte dal nuovo premier britannico, Churchill, e una soluzione di compromesso del conflitto appariva quindi impossibile. D’altra parte, malgrado la crisi militare della Gran Bretagna, che non era ancora riuscita a riorganizzare l’esercito dopo la rotta di Dunkerque, l’impresa non era delle più facili. L’Inghilterra conservava intatta la sua potenza navale. La Home Fleet faceva buona guardia contro ogni tentativo della modesta flotta tedesca, già sensibilmente falcidiata nell’impresa norvegese. E, in appoggio alla marina, vigilava l’aviazione che gli inglesi non avevano impegnato a fondo sui cieli di Franca, malgrado i drammatici appelli dell’alleato. Perché le divisioni ammassate intorno a Calais avessero buone probabilità di riuscita nel caso di un attacco alle isole britanniche, occorreva quindi che l’intera organizzazione militare, economica e civile dell’Inghilterra fosse sconvolta dalle fondamenta. Per ottenere questi risultato, Hitler non aveva che un’arma: la Luftwaffe, l’aviazione tedesca, che, nella caccia come nel bombardamento, aveva clamorosamente dimostrato la sua superiorità durante le campagne di Norvegia e di Francia

Brossura, 16 x 21,5 cm. pag 246

Stampato nel 1968 da Einaudi

Condizioni del libro: usato con sovracopertina, in buone condizioni. Tracce d’uso.

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