Con questo volume Dominique Venner, “cuore ribelle”, tributa un omaggio al “cuore avventuroso” di E. Jünger. Lo storico francese, noto in Italia essenzialmente per il (poco compreso) suicidio nella cattedrale di Notre Dame, fu un grande ammiratore del solitario di Wilflingen col quale rimase in corrispondenza epistolare per anni. Ad avvicinarne le sensibilità fu una singolare coincidenza di avvenimenti che ne attraversò l’esistenza e che avrebbe fatto la gioia di Plutarco. L’esperienza bellica, il successivo impegno politico e gli anni della maturità trascorsi lontano dalla modernità annientatrice d’ogni valore, sono i tratti che, hanno segnato il percorso terreno di entrambi. In questo libro l’ex combattente d’Algeria e attivista dell’estrema Destra, recuperato agli studi in forza della galera inflittagli e dei travagli interiori, tratteggia, con lo stile asciutto e tagliente che lo contraddistingue, i momenti più salienti dell’esperienza umana di Jünger. Tedesco accettabile persino per un francese che, all’innamoramento per la sua patria, seppe anteporre quell’Europa classica cui dedicò un libro di prossima uscita in Italia.
Nel nostro tempo, quando si utilizza il termine “revisionista”, non si può non far riferimento ad Ernst Nolte (1923-2016). Per non pochi critici, lo studioso tedesco sarebbe intestatario di teorie senza alcun fondamento sostanziale nel non dichiarato tentativo di rendere il nazionalsocialismo un evento “digeribile” ad una massa crescente di lettori. E allora l’unico modo per venire fuori da questa babele e non ricadere in isterismi di parte, è quello di far confrontare voci discordanti in un unico volume che non è (e non vuole essere) un libro celebrativo e nemmeno “definitivo”, ma solo un invito alla lettura, per meglio orientarsi nei percorsi e nel linguaggio di uno storico al centro del dibattito culturale da più di mezzo secolo.
Attraverso questa densa e interessante biografia ci si può immergere nell’epopea e nell’atmosfera che aveva nutrito la stagione guerriera dei “Freikorps” e successivamente dato vita a quella che verrà definita come la componente nazional-rivoluzionaria della Rivoluzione Conservatrice. Quindi una appassionante e affascinante storia nazional-rivoluzionaria, quella di Ernst von Salomon, che ebbe inizio tra le macerie della Germania sconfitta e umiliata, per proseguire poi tra il fuoco e il sangue della guerra civile, la sua partecipazione a velleitari complotti cospiratori ed a vere rivolte popolari, i rapporti che intrattenne con Ernst Junger e con Ernst Niekish, altre figure simbolo di quell’opposizione nazional-rivoluzionaria al Sistema di Weimar, che entrò ben presto in rotta di collisione con il più organizzato e strutturato movimento nazionalsocialista.
Il primo libro che esamina esaustivamente i rapporti fra esoterismo e fascismo attraverso 37 saggi di 26 autori diversi e con l’aiuto di documenti spesso inediti, al di là di ogni sensazionalismo e fantasticheria ma in base a ricerche d’archivio secondo un metodo rigorosamente storico-scientifico. Non è esistito un “esoterismo fascista” ne un “fascismo esoterico”, cioè una componente del fascismo che si basasse su conoscenze di questo tipo come avvenne per il nazionalsocialismo, ma vi fu sicuramente un complesso rapporto tra alcuni ambienti e singole personalità che avevano interessi spiritualisti, occulti, esoterici, magici e il regime fascista. Di questa problematica si occupa il lavoro di De Turris: per la prima volta un gruppo di specialisti esamina complessivamente i collegamenti tra massoneria, teosofia, antroposofia, neopaganesimo, tradizione italica e fascismo, tracciando anche i ritratti di importanti personalità.
Fra il marzo 1934 e il marzo 1943, quindi lungo l’arco esatto di dieci anni cruciali per la storia d’Italia, si colloca la collaborazione di Evola a “Bibliografia Fascista”, la rassegna mensile della Confederazione Fascista dei Professionisti e Artisti che usciva a Roma sin dal 1926 sotto la direzione prima di Alessandro Pavolini e poi di Cornelio Di Marzio. Si tratta in tutto di cinquanta fra articoli e saggi lunghi o brevi e di recensioni di libri. Tuttavia, come ricorda l’editore in una breve nota introduttiva, questi scritti evoliani di “Bibliografia Fascista” potrebbero essere ricondotti essenzialmente a tre filoni tematici: 1) quello “storico” (mondo antico e medievale); 2) lo studio delle dottrine e sistemi politici del ’900; 3) tematiche e figure della “Rivoluzione Conservatrice”.
Brossura, 15 x 21 cm. pag 277 + 272 2 volumi.
stampato nel 1995 da Edizioni al”Insegna del Veltro
Poiché la massa ha l’abitudine di apporre su ciascuno una precisa etichetta che lo classifica in una distinta categoria politica, le sembra difficile ammettere che un uomo – o un gruppo di uomini – o un partito rifiuti di rientrare in questa classificazione troppo semplicistica e che si dica mandatario e rappresentante di un intero popolo o di una razza. Subito le persone della folla si sentono per un po’ a disagio di fronte a un tale uomo o a un tale movimento. Cercano ancora di affibbiargli un’etichetta di destra o di sinistra, lo condannano alternativamente come di destra o di sinistra, senza immaginarsi che non sia – che non sia più – l’uno o l’altro, ma che sia al contempo l’uno e l’altro! È diventato l’uno e l’altro non per paura di prendere una decisione né per esitazione di fronte a una scelta, ma solamente perché, superando la destra e la sinistra per unirle in un popolo e in una razza, le ha sormontate e sintetizzate entrambe»
Nella primavera del 1942, a Dresda, ebbe luogo la conferenza europea della gioventù studentesca, proprio quella giovane generazione di idealisti che aveva deciso di compiere il proprio assalto al cielo andando in guerra contro i nemici dell’Europa. In quell’immane conflitto, gioventù, guerra e rivoluzione torneranno a marciare assieme. Solamente una gioventù rivoluzionaria in marcia avrebbe potuto percepire così acutamente la crisi profonda che andava ad investire le società europee.Volontà di combattimento, aspirazione ad una superiore crescita spirituale, intransigenza rivoluzionaria, spirito comunitario e anche ribellismo generazionale, riferimenti a nessi simbolici più immediati come il sangue e il suolo, il cameratismo e poi l’esperienza maturata nella lotta, furono i tratti caratteristici della gioventù europea di allora, che con grande idealismo e un’enorme dose di entusiasmo scelse di sacrificarsi sui campi di battaglia per affermare la causa della nuova Europa. L’emergenza di arrestare il preannunciato declino della Civiltà europea, indussero migliaia di giovani europei a lottare per un Ordine Nuovo a fianco della Germania nazionalsocialista, convinti che solo una scelta di una tale radicalità potesse far risorgere quella volontà di potenza e di riscatto di cui l’Europa aveva terribilmente bisogno. Non riusciranno purtroppo a vedere il loro sogno concretizzarsi, ma per tutta la durata della seconda guerra mondiale daranno vita ad una magnifica epopea di lotta e di sacrificio di una tale grandezza e di un tale intensità la cui memoria, ancora oggi, riesce a turbare il sonno dei nemici dell’Europa
La morte della civilta’ della cultura europea denunciata da Spengler ne il “Tramonto dell’Occidente”, ed evidenziata da Evola in “Rivolta contro il mondo moderno”, trova la tragica conferma nell’assetto politico-geografico ventutosi a creare dopo il secondo conflitto mondiale. Questo agile saggio, raccoglie contributi di intellettuali combattenti per la causa europea.
L’abile uso dei media e della propaganda rappresenta una delle caratteristiche più evidenti dell’era fascista e nazista. Finora la storiografia si è concentrata prevalentemente sul lato politico di questa storia, tralasciando la cosiddetta «propaganda commerciale», la pubblicità, che nell’arco degli anni Trenta venne a costituire uno degli elementi chiave della strategia del consenso di entrambi i regimi. Attraverso un misto di dovere e seduzione, i totalitarismi reclutarono ampi settori dell’industria pubblicitaria per fabbricare una visione distintamente fascista di (futura) prosperità da proiettare sulle masse di aspiranti consumatrici e consumatori.
Brossura, 15 x 21 cm. pag. 322 + 24 pagine fuori testo con foto b/n
Attraverso le pagine, i corsivi, i commenti, le cronache del “Popolo d’Italia”, il principale quotidiano dell’epoca, si è voluto analizzare il cammino politico ideologico del giornale fondato da Benito Mussolini in merito al rapporto complesso, spesso conflittuale, a volte contradditorio, intercorso con la Germania nazionalsocialista, prima del secondo conflitto mondiale. Sfatando sia il mito di una subordinazione al futuro alleato, sia quello di un gemellaggio incondizionato, l’analisi dell’evoluzione dell’atteggiamento italiano verso la Germania di Hitler, mostra come le scelte dell’Italia mussoliniana fossero dettate innanzitutto da opzioni strategiche in politica estera, quindi primariamente dall’interesse nazionale. Lo studio affronta anche i principali temi della politica estera fascista, con interessanti excursus sulla tematica razziale, la religione, la concezione del Diritto e dello Stato nei diversi sistemi politico-sociali.
Pubblicato nel 1946 e ampliato nel 1970, questo saggio sul fenomeno politico e ideologico che furono fascismo e nazionalsocialismo, conserva a decenni di distanza la sua originalità. Si tratta, come volle precisare l’Autore nella prima edizione, di «una analisi critica dal punto di vista della Destra», priva di esaltazioni e idealizzazioni nostalgiche, di uno studio che si pone più sul piano metapolitico che politico e che, capitolo per capitolo, prende le mosse dai fatti contingenti quali si verificarono tra le due guerre, per poi spostarsi e analizzarli sul piano dottrinario. Una ricerca di tal genere risulta ancora oggi unica e originale, anche perché la corrispondente discriminazione fra quel che nel fascismo e nel nazionalsocialismo ebbe o poteva avere un significato positivo e ciò che in essi presentò un carattere problematico, incerto e deviato, viene svolta su un piano oggettivo e impersonale. Ne consegue che Destra in senso tradizionale e fascismo, per Evola, non si identificano senz’altro. Questa nuova edizione dell’opera è, rispetto alle precedenti, praticamente raddoppiata con l’aggiunta di due appendici, una per sezione, che riuniscono diciassette articoli e saggi pubblicati fra il 1930 e il 1973, con un triplice scopo: dimostrare principalmente che il punto di vista di Julius Evola non nacque nel 1964 col senno di poi, ma assai prima venendo già espresso, in modo esplicito e adatto al contesto storico, negli anni Trenta e Quaranta; approfondire alcuni spunti trattati sommariamente nei diversi capitoli del libro; allargare lo sguardo anche su altri “fascismi”.
“In Germania si sono amalgamate una grande varietà di razze europee inparentate fra loro. Da queste radici è cresciuto un unico ceppo. Ogni razza ha dato la ua parte migliore; ciascuna ha contribuito all’anima germanica. Noi tedeschi abbiamo un’animo combattivo, lo sguardo rivolte all’orizzonte, il desiderio di fare le cose per il piacere di farle, tipico della razza nordica. Una razza ci ha dato le nostre accoglienti e vecchie città, un’altra ci ha donato la padronanza del magico regno della musica. Un’altra ancora la nostra abilità nell’organizzare e la nostra silente obbedienza” – Helmut Stellrecht
Feldpost venne pubblicato in Belgio nel 1944 dalle edizioni del Partito Rexista. Questa, è la sua prima traduzione in lingua italiana. Il testo era rivolto all’indottrinamento politico e spirituale della Gioventù Legionaria Rexista, la stessa che stava affollando gli uffici di reclutamento tedeschi per partecipare al conflitto europeo contro il comunismo sovietico. Vincere all’Est, per fare la rivoluzione Europea: questa era la parola d’ordine. Feldpost raccoglie le riflessioni, le brucianti idee, i vivi sentimenti, che Leon Degrelle volle mettere per iscritto, nel mezzo dei feroci combattimenti che lo videro protagonista sul Fonte dell’Est, tra la fine del 1941 e gli inizi del 1942. E’ il guerriero dell’Europa che, scrive e parla, con la limpida convinzione che gli immensi sacrifici consumati in quella guerra rivoluzionaria, creino le migliori condizioni per l’affermazione di uomini spiritualmente nuovi e politicamente rinnovati. Attraverso la durezza della lotta e il dominio assoluto dello spirito sul corpo, emergeranno gli uomini di cui l’Europa ha bisogno, manifestazioni di assoluta purezza, di vera forza, di vero eroismo. E’ la metafisica della guerra, secondo Degrelle.
La presente pubblicazione contiene i concetti fondamentali, politici e scientifici, della dottrina giuridica del Nazionalsocialismo e tenta di fare un quadro dei fondamenti storico-spirituali dello Stato Nazionalsocialista di Adolf Hitler: Razza, Terra, Lavoro, Reich, Onore. Al di sopra di questi, risplende un quinto valore sostanziale e profondo contenuto della vita: l’onore della “Nazione Tedesca”.
“Questo film vuol essere un atto politico. Vuole anche essere un atto rivoluzionario. Nel silenzio dell’agonia della Francia, vuol essere infatti un grido d’allarme. […] E dato che i massoni di ieri sono sempre vivi, saranno almeno colpiti in effigie dalle immagini che state per vedere. […] È penoso che la memoria corta dei Francesi gli abbia già fatto dimenticare le cause profonde della situazione attuale. Perché, in definitiva, chi dirigeva il marcio regime che ha rovinato e insanguinato la Francia, chi ne costituiva i quadri permanenti e riconosciuti, se non la Massoneria…..”
Jean Marquès-Rivière
Brossura, 14 x 21 cm. pag. 74. In allegato Cd del film francese del 1943
In una galleria di protagonisti del secolo XX, la figura di Joachim von Ribbentrop non può non avere uno spazio molto rilevante. Il suo nome è strettamente legato alla crisi politica che portò alla Seconda Guerra Mondiale. Ed è presente in primo piano in tutte le fasi in cui – dal 1938 al 1941 – il dinamismo del governo tedesco nel rivendicare le ragioni storiche della Germania, e la sempre più rigida determinazione a difendere le proprie posizioni acquisite, da parte delle democrazie occidentali, portarono ad un incrudimento crescente della situazione, tale da sboccare il primo di settembre del 1939 nella guerra europea ed infine, appunto dal 1941 con l’ingresso di Unione Sovietica, Giappone e Stati Uniti, nell’allargamento del conflitto su scala mondiale. Il libro delle memorie di Ribbentrop Fra Londra e Mosca, che ora viene riproposto al lettore italiano, dopo la lontana edizione Bocca del 1954, seguita alla prima edizione tedesca dell’anno precedente, costituisce una grande occasione per ripensare l’intera storia dei vent’anni tra le due guerre mondiali, attraverso le esperienze di un suo cruciale protagonista.
I dodici anni del Terzo Reich, dal 1933 al 1945,sono da decenni l’oggetto di studi storici, politici e filosofici. Un angolo visuale poco considerato è quello delle emissioni postali, attraverso le quali si possono leggere le vicende di quegli anni narrate senza falsificazioni. Emerge da questa indagine l’anelito tedesco verso la sacralità della Nazione e il bello dell’Arte, vi risalta il culto della Storia con l’omaggio agli uomini di Stato, ai musicisti, agli scienziati, ai poeti, agli esploratori del proprio passato, vi si riscopre l’entusiasmo di un popolo che ha saputo spezzare le catene del Trattato di Versailles e, infine, negli anni della guerra, vi si riflette la determinazione e l’eroismo di tutto un popolo fino agli ultimi giorni dei fatali combattimenti per la difesa del suolo e della stirpe.
Quando si parla dei Freikorps, nell’accezione che questo termine ha avuto fra il 1918 e il 1923, la prima parola che ci viene alla mente è “epopea” e, in effetti, di un’epopea si è trattato. Quando nel novembre del 1918, le logore, stanche, ma militarmente ancora invitte truppe tedesche del Fronte Occidentale rientrarono in Patria, trovarono una situazione ben diversa da quella che speravano e avrebbero meritato. Ovunque regnavano il disordine, l’anarchia e i “Consigli” più vari. Non vi era che l’imbarazzo della scelta: operai, soldati, marinai e magari, perché no?, calzolai e postelegrafonici… In questo quadro presero vita i Freikorps. Il volume illustra la composizione, l’armamento, i comandanti, i membri di spicco e i teatri operativi in cui hanno agito i singoli Freikorps.
Brossura, 17 x 24 cm. pag. 238 completamente illustrato in b/n + 6 tavole a colori
In questo interessante saggio di Ernst von Salomon ritornano tutte le avvincenti vicende dei Freikorps, gli indiscussi protagonisti dell’epopea eroica della feroce guerra civile che insanguinò la debole Repubblica di Weimar. Riemergono le gesta leggendarie e lo spirito delle loro più spregiudicate unità, come il Freikorp Oberland, la Brigata Ehrhardt e la Schwarze Reichswehr di Albert Leo Schlageter. Reduci dalle trincee della Prima Guerra Mondiale, umiliati nell’orgoglio dal trattato di resa di Versailles e rabbiosi nei confronti della democrazia affaristica di Weimar, i combattenti si ritrovarono a fare fronte comune con gli studenti e i lavoratori, ardentemente desiderosi di poter continuare una guerra, della quale non si sentivano gli sconfitti. Continuarla sia nel fronte interno contro le insurrezioni bolscevico-spartachiste, come anche sul fronte esterno a difesa dei territori tedeschi situati ai confini orientali dell’Alta Slesia, in Curlandia e in Lettonia che essendo rimasti totalmente sguarniti all’indomani della fine del conflitto erano diventati facile preda delle mire annessionistiche dei paesi confinanti. Per poi continuare a battersi nel territorio della Ruhr, nel 1923, contro le truppe di occupazione francesi che provocatoriamente erano state inviate per ritorsione contro il mancato pagamento degli onerosi debiti di guerra e ancora instancabilmente cospirare contro il governo di Weimar. I lanzichenecchi dei Freikorps si lanciarono entusiasticamente in una loro guerra di liberazione nazionale e sociale che contestualmente faceva emergere una nuova e formidabile identità collettiva, di gruppo, cementata dalla radicale espressione militante di un nazionalismo rivoluzionario visto come una militarizzazione delle istanze politiche e ispirato alle idee del “socialismo prussiano”. Soprattutto trovarono una identità forte, virile e cameratesca vissuta come forma e percorso necessari per ritrovare la stima di sé, l’orgoglio e l’onore che erano stati traditi dai politicanti e dai borghesi.
Freund Hein, ovvero “amico Hein” (dove Hein è l’abbreviazione di Heinrich, Enrico, nome molto diffuso tra i Paesi di lingua tedesca), è l’espressione che in Germania veniva data alla morte, per personificarla; e che venne utilizzata fin dal XVII secolo e rimase in uso fino agli inizi del secolo scorso. Spesso Freund Hein era immaginato come un menestrello spettrale: uno scheletro che suonava il violino ed eseguiva una Totentanz (una “danza macabra”), accompagnando il defunto verso il mondo dei morti. Ed è proprio enfatizzando al massimo il concetto di “amico” che Wulf Sörensen – nom de plume dello scrittore che fu anche il fondatore della Nordland-Verlag, una delle principali Case editrici durante il periodo nazionalsocialista – scrive questo Freund Hein, questo suo libro dedicato alla morte. A completamento dell’opera di Sörensen, e per meglio cogliere l’ambiente culturale in cui egli si muoveva, una postfazione dedicata alla storia – dalla nascita nel 1933 fino al 1945 – della Nordland-Verlag, di quella che oggi viene solitamente definita la “Casa editrice della SS” per il suo percorso che va di pari passo con quello dell’Ahnenerbe.
Brossura, 15 x 21 cm. pag. 128 con alcuni documenti e illustrazioni b/n
L’attenzione particolare della cinematografia tedesca alla figura di Federico II di Prussia si manifesta praticamente senza soluzione di continuità dal primo dopoguerra agli ultimi anni della Seconda Guerra Mondiale, protraendosi, sia pure in modo più sporadico, sino agli anni Cinquanta e ancora ai giorni nostri. Nel 1936… la Germania si confronta nuovamente con il re prussiano Fridericus. Se l’Unione Sovietica ha utilizzato le figure di Alexander Nevski e Ivan il terribile fra il 1938 e il 1944, se la Francia ha portato sugli schermi la figura di Napoleone e l’epopea della rivoluzione, Federico è una costante per il cinema tedesco, e questa continua riproposizione avviene piuttosto a partire dal primo dopoguerra, proseguendo durante il Terzo Reich con forme espressive e narrative non troppo diverse. Il cofanetto contiene 4 DVD con i film completi: Der Choral von Luthen; Der alte un der junge Konig; Fridericus; Der Gosse Konig.
L’attenzione particolare della cinematografia tedesca alla figura di Federico II di Prussia si manifesta praticamente senza soluzione di continuità dal primo dopoguerra agli ultimi anni della Seconda Guerra Mondiale, protraendosi, sia pure in modo più sporadico, sino agli anni Cinquanta e ancora ai giorni nostri. Nel 1936… la Germania si confronta nuovamente col re prussiano Fridericus. Se l’Unione Sovietica ha utilizzato le figure di Alexander Nevski e Ivan il terribile fra il 1938 e il 1944, se la Francia ha portato sugli schermi la figura di Napoleone e l’epopea della rivoluzione, Federico è una costante per il cinema tedesco, e questa continua riproposizione avviene piuttosto a partire dal primo dopoguerra, proseguendo durante il Terzo Reich con forme espressive e narrative non troppo diverse. Allegati al volume i film completi: Der Choral von Luthen; Der alte un der junge Konig; Fridericus; Der Gosse Konig.
Brossura, 14 x 21 cm. pag. 68. Con allegato cofanetto con 4 DVD
I due saggi che compongono il testo, e in maniera specifica il primo, affrontano la tanto dibattuta questione del rapporto tra la filosofia di Friedrich Nietzsche e il nazionalsocialismo. Il secondo saggio propone anche delle riflessioni su altre questioni nietzscheane, quali ad esempio la presunta manipolazione degli scritti del filosofo da parte della sorella e i motivi del crollo psichico di Nietzsche. Il testo, divulgativo e di facile lettura, è rivolto anche a chi non conosce la materia, senza per questo rinunciare alla profondità delle riflessioni proposte, nell’ambito di una filosofia, quella di Nietzsche, il cui maggior interesse risiede nell’essere molto legata alla vita reale.
L’ultimo storico reperto lasciato dal nazismo è stato, per più di mezzo secolo, occultato e oggetto di mistificazioni. Composto di oltre 200 pagine, accompagnato da un’ampia documentazione fotografica e di mappe, dell’epoca e attuali, questo libro ripercorre le vicende degli ultimi giorni di vita nel bunker fino alla fine dei suoi protagonisti. Ricostruisce la sua storia dall’occupazione dei russi alla sua (falsa) distruzione, dai rinvenimenti accidentali dei suoi resti ai successivi occultamenti, dagli errori di identificazione ai falsi “scoop” giornalistici, fino alle mistificazioni attraverso la realizzazione di finte ubicazioni.
Brossura, 24 x 29,5 cm. pag. 306 con circa 100 tra foto, cartine e disegni
Il Partito nazionalsocialista tedesco dei lavoratori aveva assunto nel volgere di pochi anni dimensioni sempre più ragguardevoli, passando dai 55 iscritti del 1919 agli oltre 8.000.000 del 1945 e, di conseguenza, si era dotato di una struttura amministrativa sempre più efficiente, capillare e, dal 1933, sempre più potente. Con l’assunzione del potere, infatti, la dirigenza del partito estese la sua autorità, in molti settori, dai soli iscritti all’intera popolazione tedesca. Il territorio era suddiviso in 42 Gau, 882 Kreis, 30.601 Ortsgruppe, 110.357 Zelle, 549.813 Blocke. Vi era poi un ulteriore Gau, senza estensione territoriale, che si occupava dei tedeschi all’estero e intratteneva rapporti con i movimenti nazionalsocialisti, o simili, esistenti nel mondo.
Brossura, 17 x 24 cm. pag. 167 illustrato con foto b/n, tabelle e disegni a colori
Nessun leader può governare efficacemente una nazione da solo. Questo era certamentem anche il caso di Adolf Hitler, che aveva poco tempo da dedicare all’amministrazione regionale quotidiana del partito nazionalsocialista. A tal fine, nominò i suoi subordinati più leali e carismatici, Gauleiters, cioè governatori regionali. In questo terzo volume di una serie iniziata nel 2012, Michael Miller e Andreas Schulz presentano in dettaglio meticoloso le vite e le carriere di 37 di questi uomini. Sono inclusi molti i cui percorsi di carriera in tempo di guerra li hanno portati al di fuori delle loro province d’origine e al di fuori dei confini del Reich. Tra questi vi erano Fritz Sauckel, Josef Terboven e Gustav Simon che fu gauleiter in Lussemburgo. Forse il più noto di tutti era Julius Streicher, che ebbe oppositori anche all’interno dell’apparato nazionalsocialista. P.S. si denota, purtroppo, la differenza di stile tra il veccho editore (Bender publishing) che ha pubblicato i primi due volumi della serie…
Collana di volumi essenzialmente fotografici a colori di un pool di editori tedeschi (Arndt – Pour le Merite…) dedicati alla Germania, prima e durante la Seconda Guerra Mondiale. L’originalità di questi libri sono proprio le bellissime foto a colori originali risalenti all’epoca descritta. Gli argomenti trattati vanno dalle parate nelle diverse città tedesche ai decorati con Ritterkreuz, dagli aspetti prettamente militari a quelli politici. Ogni volume di circa 150/160 pagine presenta una parte introduttiva di circa 30 pagine in lingua tedesca a cui fa seguito la parte fotografica a colori, di cui molte a piena pagina, con esaustive didascalie. Il volume in questione fa riferimento alla grande parata militare a Berlino, il 20 aprile 1939, in occasione del 50° compleanno di Adolf Hitler.
Rilegato, 21,5 x 30 cm. pag. 143 completamente illustrato con circa 39 foto b/n e 62 foto a colori
Lo scopo di quest’opera, in tre tomi, che sostituisce, in una edizione assolutamente ampliata, la prima versione dell’autore, ha lo scopo di presentare l’ordine di battaglia delle forze armate tedesche nel corso della II Guerra Mondiale e di tracciare ogni divisione dalla costituzione alla distruzione, completato dalla lista dei comandi divisionali e dai dati dei comandanti in campo, molti dei quali perirono nei combattimenti. Ogni volume è accompagnato da alcune fotografie originali.
Brossura, 15 x 22,5 cm. pag. 376 con circa 23 foto b/n
Il saggio si confronta con una costellazione di scrittori, i quali per motivi diversi decisero di restare nel Terzo Reich, pur non condividendo l’ideologia e la politica del regime e respingendo (tratto, questo, comune e identitario), l’antisemitismo. Potremmo parlare di un gruppo di ‘naviganti’ o di naufraghi incerti tra l’adesione al nazismo o l’esilio. Pur non costituendo una corrente letteraria, presentano forti analogie: in maggioranza lasciarono le grandi città per trasferirsi in piccoli paesi, se non perfino in casolari isolati, in campagna e nei boschi, seguendo una propensione non rara in Germania, che aveva antiche radici, ravvivate nell’età romantica, da cui mutuarono una vivace tendenza verso la spiritualità e la poesia dell'”interiorità”.
Edizione anastatica del fascicolo pubblicato negli anni ’30 dalla Libreria Ulpiano di Roma. A una breve ricostruzione storica dell’ascesa al potere del Nazionalòsocialismo, segue un agile panorama della vita sociale e politica nel nuovo stato.
Brossura, 14,5 x 21 cm. pag. 32 con circa 17 foto b/n
Questo volume raccoglie una rara collezione degli acquarelli realizzati in vita da Adolf Hitler. Dispersi dagli eventi bellici e nascosti in collezioni private spesso non legali, gli acquerelli furono recuperati in maniera avventurosa dopo la seconda guerra mondiale dal famoso detective dell’arte Rodolfo Siviero.
Brossura, 21 x 26 cm. pag. 80 con circa 20 illustrazioni a colori
Charles Vane-Tempest-Stewart, settimo marchese di Londonderry, cugino di Churchill e amico intimo del re, non nascose mai la propria ammirazione per Hitler. Un’ammirazione in realtà piuttosto diffusa tra gli aristocratici inglesi, ma che allo scoppio della guerra fece di Lord Londonderry il capro espiatorio di una colpa che ricadeva su più vasti settori dell’establishment britannico: quella dell’appeasement e della mancata opposizione alle politiche aggressive naziste, una delle cause più immediate di quell’immane catastrofe che fu il secondo conflitto mondiale. In questo saggio il più grande studioso di Hitler analizza errori di valutazione e inciampi delle figure politiche inglesi che intrecciarono relazioni personali con il dittatore. Un monito per comprendere e non ripetere gli errori del passato.
Finora, nella letteratura revisionistica, pur abbondante, non esisteva uno studiospecifico sugli Einsatzgruppen… L’opera che presento mira a colmare questa lacuna, fornendo gli elementi essenziali per orientarsi in questo complesso argomento… A differenza della tematicadei “campi di sterminio” e delle “camere a gas”, qui esiste un’ampia documentazione sicuramente autentica che attesta l’esecuzione mediante fucilazione da parte di Einsatzgruppen e di altre unità associate di un numero enorme, difficilmente quantificabile di Ebrei nei territori orientali occupati… Mettere in dubbio l’autenticità dei rapporti degli Einsatzgruppen non ha senso, ma il fatto che siano autentici non significa necessariamente che siano completamente veritirei. Certi rapporti fanno pensare a “solerti” funzionari che, di proposito, ingigantivano i numeri per tornaconto prsonale…
Brossura, 17 x 24 cm. pag. 366 con la riproduzione di alcuni documenti
Finora, nella letteratura revisionistica, pur abbondante, non esisteva uno studio specifico sugli Einsatzgruppen… L’opera che presento mira a colmare questa lacuna, fornendo gli elementi essenziali per orientarsi in questo complesso argomento… A differenza della tematica dei “campi di sterminio” e delle “camere a gas”, qui esiste un’ampia documentazione sicuramente autentica che attesta l’esecuzione mediante fucilazione da parte di Einsatzgruppen e di altre unità associate di un numero enorme, difficilmente quantificabile di Ebrei nei territori orientali occupati… Mettere in dubbio l’autenticità dei rapporti degli Einsatzgruppen non ha senso, ma il fatto che siano autentici non significa necessariamente che siano completamente veritirei. Certi rapporti fanno pensare a “solerti” funzionari molto impegnati ad elogiare il proprio lavoro.
Brossura, 17 x 24 cm. pag. 432 con numerose foto e documenti b/n
A Strasburgo, il 10 agosto 1944, si riuniscono i vertici politici, industriali e finanziari della Germania nazista con l’obiettivo di mettere a punto le strategie per salvare uomini e capitali prima della disfatta che si sta delineando. Attraverso una smisurata mole di documenti e dati, la voce dei sopravvissuti e dei loro discendenti, l’autore ci porta in un viaggio che ripercorre le fughe rocambolesche in Sud America di personaggi del calibro di Mengele e Eichmann e che ricostruisce la trama di connivenze che hanno indotto russi e americani a riciclare l’imponente apparato spionistico del III Reich, fino ad approdare all’intricato mondo degli attuali movimenti neonazisti.
È scontato sottolineare quanto straordinario sia il valore storico costituito da questa testimonianza diretta che ricostruisce con grande precisione la fine di Adolf Hitler, i suoi ultimi discorsi e gli incontri con le altre folli maschere del nazismo, tra cui Martin Bormann, Hermann Goring, Joseph Goebbels. Ma le pagine di Gerhard Boldt, ufficiale tedesco che ha il compito di svolgere lavoro di intelligence nel bunker di Hitler, sono ben più di un documento: raccontano la vita di Hitler nella sua quotidianità, descrivendo i grandi e piccoli ultimi gesti di una vita dannata che nel suo tramonto trascina nel baratro un intero Paese, fornendo così un’esperienza di lettura quanto mai inquietante e straordinaria. Il Fuhrerbunker che protegge Hitler dall’avanzata sovietica a Berlino, sotto la Cancelleria del Reich, diventa infatti un luogo esistenziale di sconvolgente impatto, un ambiente claustrofobico che più di ogni altro è in grado di trasmettere la sensazione agghiacciante di distruzione e il collasso dell’intero sistema nazionalsocialista.
Nella vita e nella modalità della sua morte, Joseph Goebbels è stato uno dei piú fedeli compagni di Hitler. Alla fine, nessuno, nel bunker di Berlino fu piú vicino al Führer del suo devoto ministro del Reich per l’Educazione popolare e la Propaganda. Ma come ha potuto il figlio di un modesto operaio tedesco uscire dall’oscurità fino a diventare il piú fedele luogotenente di Hitler e infine il suo successore, da lui personalmente consacrato? In questa pionieristica biografia Peter Longerich ha passato al setaccio tutta la documentazione storica – e le trentamila pagine che costituiscono i diari di Goebbels – per dare una risposta a questa domanda. Primo studioso a utilizzare i diari in un lavoro biografico, Longerich si misura con l’autoritratto che il capo della propaganda nazionalsocialista ha dato di sé. Coprendo l’arco di trent’anni, i diari delineano il profilo dell’uomo che da perfetto sconosciuto arrivò a diventare, mostrando grandissima tenacia e fedeltà assoluta al suo capo, uno degli uomini più potenti dello Stato tedesco.
Il discorso di Goebbels a Berlino nel 1943: una delle più famose prestazioni retoriche del XX secolo. Il 18 febbraio 1943 Joseph Goebbels, il temuto ministro della Propaganda del Terzo Reich, tenne presso il Palazzo dello sport di Berlino il suo discorso più famoso, imperniato sul concetto di «guerra totale». Goebbels rivolse a una folla oceanica la domanda che portò la Germania alla guerra: «Volete la guerra totale? Il pubblico reagì con giubilo ed entusiasmo e rispose di sì. Peter Longerich racconta, nel saggio di apertura che contestualizza il discorso, come e perché Goebbels arrivò ad architettare una così infallibile oratoria. Longerich si dedica poi a un’analisi puntuale del discorso (qui riportato integralmente). Buoba analisi, peccato che l’autore avesse già in mente la “diagnosi”.
Pubblicati nel 1937, Golgotha des Nordens e Hexen, Ketzer, Heilige colpiscono indubbiamente per la loro particolarità. Corredati di un ricco materiale iconografico opera di Werner Graul stesso a illustrazione di ciascun capitolo, i due testi si fanno portavoce e immagine di una visione decisamente pagana della storia, strabordante di luce e di vita, di purezza e incanto, e dunque necessariamente ostile alla Chiesa, sua antitesi. La nettezza dei tratti e il forte potere evocativo che contraddistinguono ogni singola pagina porteranno il lettore a viaggiare nel tempo, a viverlo, tra le gesta e le parole tuonanti di sovrani, Papi ed eretici atte a incendiare gli animi e la crudezza della lotta sanguinosa contro l’essenza primordiale.
Con questo terzo volume di chiude l’antologia dedicata agli scritti e ai discorsi del ministro Goebbels. Compongono l’opera: Dal Kampf um Berlin al governo del Reich (1927-1933) In pace e in guerra (1933-1943) Götterdämmerung (1943-1945).
Brossura, 14 x 21 cm. pag. 168 con circa 31 illustrazioni.
All’opera è allegato il dvd “Joseph Goebbels – IL tribuno, il ministro, l’uomo”
Nel mondo ci sono due gruppi di ebrei: quelli che non sono diversi da qualsiasi altro popolo e gli ebrei che sono invenzioni della fantasia, definiti da stereotipi di vario tipo. Il secondo gruppo è la fantasia dell’antisemitismo e sono l’oggetto di questo libro. L’antisemitismo americano ed europeo è visto attraverso una collezione rara e unica di cartoline, lettere, giornali, pubblicità, e cartoni animati catturati in oltre 270 foto. Il testo esplora i motivi che hanno portato alla comparsa di questo materiale e le motivazioni per l’acquisto da parte dei collezionisti.
Cartonato con sovracopertina, 22 x 28 cm. pag. 144, illustrato a colori
Se si dovesse indicare quale sia il contenuto del presente volume, non si dovrebbe certo ricorrere a un profluvio di parole, ma basterebbe farlo in tali termini: ascesa e declino di uno dei più influenti e capaci Führer del periodo della lotta per il potere; ascesa e declino di Gregor Strasser. Ripercorrendo le varie fasi di una carriera che lo ha visto prima indossare la divisa militare e poi muoversi in veste di politico nel palazzo del Reichstag, eccolo stagliarsi, imporsi fin da subito per le sue doti, eccolo scalare rapidamente i gradini del potere e farsi vieppiù araldo della politica del “compromesso”. Personalità indubbiamente complessa quanto controversa, osannato dai suoi seguaci e odiato visceralmente dai suoi oppositori, fu degno della fiducia del Führer e al contempo pietra dello scandalo, giacché redattore e firmatario, insieme niente meno che a Joseph Goebbels, di una bozza di programma alternativo a quello “inviolabile” del 1920. “Lavorare insieme a chiunque creda nella Germania e che voglia salvare la Germania”, lavorare con chiunque e a qualunque condizione; la posta in gioco, infatti, era roppo alta per rischiare di fallire. Questo il leitmotiv di tutta la sua carriera; questo il pilastro portante una vita votata interamente alla politica.
Collana di volumi essenzialmente fotografici a colori di un pool di editori tedeschi (Arndt – Pour le Merite…) dedicati alla Germania, prima e durante la Seconda Guerra Mondiale. L’originalità di questi libri sono proprio le bellissime foto a colori originali risalenti all’epoca descritta. Gli argomenti trattati vanno dalle parate nelle diverse città tedesche ai decorati con Ritterkreuz, dagli aspetti prettamente militari a quelli politici. Ogni volume di circa 150/160 pagine presenta una parte introduttiva di circa 30 pagine in lingua tedesca a cui fa seguito la parte fotografica a colori, di cui molte a piena pagina, con esaustive didascalie. Il volume in questione fa riferimento alla Giornata del combattente del Reich della Grande Germania.
Rilegato, 21,5 x 30 cm. pag. 158 completamente illustrato con circa 130 foto b/n e 63 foto a colori
Ristampa anastatica di un manuale pubblicato nel Terzo Reich nel 1942 ad uso dei Tedeschi emigrati all’estero, con precise indicazioni e descrizioni dei principali luoghi e uffici amministrativi, completi di elenchi telefonici. Alcuni disegni in b/n e ampio commento in ingelse.
Brossura, 21 x 28 cm. pag. 25 illustrato con alcuni disegni in b/n
Ristampa anastatica (parziale) del catalogo dell’annuale Grande Mostra dell’Arte Tedesca che si svolgeva a Monaco nell’apposito palazzo, la Haus der Deutschen Kunst, costruito dall’architetto Troost. Preceduta da una foto con riproduzione dell’autografo di Hitler, Der Schirmherr des Hauses der Deutschen Kunst (Il difensore delle case dell’arte tedesca), nella sua edizione originale era composta da 811 pagine di catalogo delle opere esposte + 68 pagine di riproduzioni b/n di opere su carta patinata + 40 pagine di curiosissime inserzioni pubblicitarie. Nell’attuale riproduzione, il volume è composto da 178 pagine, comprese le 68 di riproduzioni di opere in b/n.
Brossura 14,5 x 21 cm. pag. 178 illustrato con circa 70 foto b/n
Questo volume (che oggi le edizioni Thule Italia ristampano) venne scritto nel 1936 dall’americano Stanley McClathie e la prima edizione fu pubblicata nel 1937 dal fotografo di Adolf Hitler, Heinrich Hoffmann. McClathie aveva vissuto in Germania nei primi anni Trenta e vi fece ritorno in occasione delle Olimpiadi del 1936. La Germania nazionalsocialista era diventata nuovamente una nazione forte e McClathie fu profondamente colpito dai cambiamenti che erano avvenuti in soli tre anni dall’ascesa al potere di Hitler. Il libro contiene più di 300 foto che mostrano la nuova Germania. Di tale libro ne vennero pubblicate due edizioni, una in tedesco e l’altra in inglese, entrambe oggi difficilmente reperibili. Una volta che scoppiò la Seconda Guerra Mondiale molti americani, possessori dell’edizione inglese, se ne liberarono onde evitare di essere considerati dei simpatizzanti e al termine del conflitto questo libro venne inserito nella lista delle pubblicazioni nazionalsocialiste destinate alla distruzione.
Brossura 21 x 30 pagg. 260 totalmente illustrato con circa 317 foto b/n
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