1799 La grande insorgenza

Insorgenze

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    1799 La grande insorgenza

    11.00

    Nel 1799 si scatena in Italia lo scontro fra Rivoluzione e Controrivoluzione. Il Regno delle Due Sicilie si colloca come il principale campo di battaglia non solo sotto il profilo politico-militare, ma anche sotto quello ideologico.

    Brossura, pag. 304

    Edizioni Controcorrente

    Stampato nel 1999

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    1809: l’insorgenza veneta

    16.00

    la denominazione di “briganti” che verrà riportata da gran parte degli storici risale al mese di aprile 1797, quando avvenne l’immigrazione nel Trentino di fuoriusciti veneti antifrancesi e la formazione di quei primi nuclei che Napoleone stesso aveva battezzato briganti, e che diventarono poi gli affiancatori dei malcontenti tirolesi e di Andreas Hofer nel 1809. E cosi “briganti” furono detti tutti coloro che in tantissime comunità della penisola italiana dal Nord al Sudresistettero alle orde napoleoniche e giaccobine. L’insorgenza del 1809 assume il carattere di una vera e propria ribellione contro il conquistatore, contro Napoleone.

    Brossura 17 x 24 cm. pag. 230 con alcune illustrazioni e cartine b/n

    Stampato nel 2009 da Il Cerchio

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    Andreas Hofer e l’insorgenza antinapoleonica in Italia

    15.00

    Nel 1809 un intero territorio italiano, le attuali Province autonome di Trento e Bolzano, si ribellarono coralmente contro il più potente esercito d’Europa, quello di Napoleone Bonaparte, in nome delle proprie tradizioni religiose e culturali, e della difesa dell’autorità imperiale. Per quasi un anno le popolazioni di quel territorio, mobilitate per parrocchie e villaggi, tennero in scacco gli eserciti di Francia e Baviera. A capo di questa improvvisata ma efficace armata di popolo emerse una figura altrettanto popolare, l’oste della Val Passiria Andreas Hofer, ancor oggi personaggio-simbolo di quelle terre. 200 anni dopo, a conclusione delle celebrazioni dell’Insorgenza antinapoleonica tirolese, questo libro fa il punto sulle nostre conoscenze in argomento. Andreas Hofer visse nel contesto della cultura e della spiritualità della sua epoca; da ciò emerge una insospettata modernità di questa figura, antesignano dell’Europa dei popoli e delle culture.

    Brossura, 23 x 24 cm. pag. 68 + 16 pagine fuori testo con foto a colori

    Stampato nel 2011 da Il Cerchio

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    Andreas Hofer eroe della fede

    16.00

    Andreas Hofer (1767-1810) fu l’anima della grande insorgenza antifrancese tirolese del 1809-1810; capo militare arguto e innovativo, fervente cattolico, fu fatto fucilare da Napoleone e rimane ancora oggi il simbolo dell’identità e dell’autonomia delle genti del Tirolo.

    Brossura, pag. 166
    Stampato nel 1998 da Il Cerchio

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    Atterrite queste popolazioni – La repressione del brigantaggio nel carteggio privato Sacchi-Milon 1868-1870

    16.00

    Le violenze subite dal popolo meridionale durante la repressione del brigantaggio furono delle vere atrocità. Teste mozzate infilzate sulle baionette delle carabine e tenute a spallarm come trofeo e successivamente messe nello spirito; bambini di tre e quattro anni incarcerati perché parenti di briganti; parenti di presunti briganti usati come scudo umano; uomini fucilati e legati ai pali del telegrafo. Donne, vecchi e bambini torturati ‘coi ferri ai pollici’ fino a spappolare le unghie. D’altrode il colonnello dei bersaglieri Milon stesso diceva che bisognava atterrire queste popolazioni. Queste sono alcune verità rivelate attraverso documenti inediti, scritti durante la repressione del brigantaggio e scoperti di recente negli archivi. Prefazione di Antonio Ciano.

    Brossura, 17 x 24 cm. pag. 362 con numerose illustrazioni e documenti d’epoca b/n e inserto di 8 pagine con foto a colori

    Stampato nel 2016 da Addictions-Magenes Editoriale

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    Banditi e briganti

    18.00

    Storia di lunga durata. Storie di uomini, e di donne, molto diversi tra loro. Storie di banditi, come venivano chiamati tra il Ciquecento e il Settecento quelli che erano colpiti dal bando, cioè un decreto di espulsione dalla comunità di cui facevano parte, briganti come nell’Ottocento i francesi definivano tutti quelli che s’opponevano alla loro dominazione. Bandito e brigante non sono prodotti solo del Mezzogiorno che in tempi diversi li troviamo in Calabria, Basilicata, Campania, Puglia, Sicilia, Abruzzo, Molise, Lazio, Veneto, monte, Toscana, Emilia-Romagna. Una lunga scia di sangue fatta di atrocità, corpi squartati, teste mozzate esposte ovunque. Crudeltà da tutte le parti. Repressione cieca, crudele, selvaggia pensa di risolvere problemi, che sono sociali e politici, facendo ricorso alle armi, al carcere, alle fucilazioni indiscriminate. Dalla Repubblica di Venezia allo Stato Pontificio, dal Regno di Napoli al neonato Regno d’Italia tutti i regnanti si comportano allo stesso modo. L’altra faccia della repressione è la scelta degli Stati di venire a patti, scendere a compromessi, di fare accordi con i malviventi. briganti c’è un’enorme letteratura. Mancava un libro che contasse il filo che lega e che separa banditi e briganti, che mostrasse le diverse componenti – politica, religiosa, sociale, culturale -, che demistificasse falsi miti come quello che i mafiosi sarebbero i figli naturali o gli eredi legittimi dei briganti.

    Brossura 17 x 21 cm. pag. 192 con molte illustrazioni a colori

    Stampato nel 2011 da Rubbettino

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    Cento anni di brigantaggio nelle province meridionali d’Italia

    13.00

    Il celebre romanziere francese soggiornò a lungo a Napoli, dove fondò e diresse la testata giornalistica “L’indipendente”, dopo l’unificazione della penisola. Questo libro è un parziale compendio delle sue ricerche, delle interviste ai protagonisti superstitti, delle cronacge brigantesche alle quali dette ampio spazio nelle pagine del suo giornale. Edito nel 1863, il libro si avvale della prosa fresca dell’autore per narrare fatti d’arme, rivolgimenti politici e vicende umane e riesce a coinvolgere il lettore nella scoperta del fascino pitttoresco degli uomini alla macchia.

    Brossura 15 x 21 cm. pag. 246

    Stampato nel 2009 da Capone Editore

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    Confessioni di un brigante

    13.90

    Angelo Pugliese, detto anche don Peppino il lombardo, era un brigante attivo in Sicilia e venne catturato in Tunisia nel 1865. Prima di essere processato nel 1868, rese al magistrato una lunga confessione, che qui viene pubblicata integralmente e diventa un racconto avvincente di gesta brigantesche. Il documento, che fu utilizzato per il primo dei maxiprocessi di Palermo, è un quadro chiaro della genesi della mafia, della sua violenza e delle sue connivenze con la politica. L’autore, prima di lasciarci al testo della confessione, ci spiega e ci racconta con un saggio introduttivo la storia, il contesto, i personaggi. E soprattutto l’intricato reticolo tra politici, mafiosi e briganti che caratterizzò la storia e la società siciliana nell’ epoca immediatamente successiva all’Unità d’Italia.

    Brossura, 13,5 x 19 cm. pag. 171

    Stampato nel 2013 da XL Edizioni

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    Cucina e canti al tempo dei briganti

    7.80

    Giorgio Cretì                Prezzo di listino  12.00 (sconto 35%)

    Questo libro, appartenente ad una collana che ospita saggi canonici e in controtendenza e dà voce ad episodi e personaggi locali, racconta non un’immagine bugiarda di briganti goderecci, ma quella di uomini, che coglievano alcuni piccoli piaceri che una vita grama poteva offrire loro. I briganti, quando erano braccati, non avevano tempo, ovviamente, per preparare ranci complessi, si accontentavano di mangiare pane e formaggio e uova sode, prodotti facilmente reperibili nelle campagne meridionali e che, spesso, si facevano portarenei loro nascondigli da parenti e fiancheggiatori, i famosi manutengoli. Nei luoghi di difficile accesso sia alle guardie nazionali che all’esercito, i briganti utilizzavano volentieri le risorse locali per sfamarsi, e non è da escludere che consumassero animali selvatici che oggi nessuno sisognerbbe di uccidere. Nonostante il rischio sempre incombente, vi erano, comunque, anche se raramente, grandi refezioni collettive con tanto di brigate di cucina e scalchi improvvisati ed efficienti.

    Brossura 15 x 21 cm. pag. 136 con alcune illustrazioni b/n

    Stampato nel 2011 da Capone Editore

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    Dalle Pasque veronesi alla Pace di Campoformido Vol. 1

    18.00

    I tragici eventi del 1797 colpirono con forza l’opinione pubblica del popolo veronese, che ne fu principale protagonista. «Queste mie memorie sono il frutto di ben trent’anni di ostinata osservazione, di diligenti note tenute in iscritto degl’infiniti avvenimenti che con tanta velocità si successero in questi stranissimi tempi, di paziente ricerca de’ documenti più genuini ed accreditati, di costante lettura di tutti i libri buoni e cattivi, che in tale argomento andarono succedendosi secondo le fasi dell’umana e disumana moderna pazzia. Esse contengono verità, ma a che serve?» Così scrive sconsolato l’Autore a proposito di questo importante testo rimasto finora completamente inedito, in cui il marchese narrò la vicenda dell’insurrezione contro-rivoluzionaria scaligera, per così dire, dall’interno, essendo a conoscenza, essendone stato spesso testimone oculare, dei momenti salienti di quel drammatico snodo della storia europea. Maffei, superando l’angusta visione del cronista cittadino e guidato infallibilmente dalla coscienza della posta in gioco, sa inquadrare i fatti del ’97 nel più ampio contesto dello “scontro di civiltà” in atto in Europa tra due modi diametralmente opposti di concepire la società , lo stato e la religione.

    Brossura, pag. 202

    Stampato nel 2005 da Il Cerchio

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    Dalle Pasque veronesi alla Pace di Campoformido Vol. 2

    22.00

    I tragici eventi del 1797 colpirono con forza l’opinione pubblica del popolo veronese, che ne fu principale protagonista. «Queste mie memorie sono il frutto di ben trent’anni di ostinata osservazione, di diligenti note tenute in iscritto degl’infiniti avvenimenti che con tanta velocità si successero in questi stranissimi tempi, di paziente ricerca de’ documenti più genuini ed accreditati, di costante lettura di tutti i libri buoni e cattivi, che in tale argomento andarono succedendosi secondo le fasi dell’umana e disumana moderna pazzia. Esse contengono verità, ma a che serve?» Così scrive sconsolato l’Autore a proposito di questo importante testo rimasto finora completamente inedito, in cui il marchese narrò la vicenda dell’insurrezione contro-rivoluzionaria scaligera, per così dire, dall’interno, essendo a conoscenza, essendone stato spesso testimone oculare, dei momenti salienti di quel drammatico snodo della storia europea. Maffei, superando l’angusta visione del cronista cittadino e guidato infallibilmente dalla coscienza della posta in gioco, sa inquadrare i fatti del ’97 nel più ampio contesto dello “scontro di civiltà” in atto in Europa tra due modi diametralmente opposti di concepire la società , lo stato e la religione.

    Brossura pag. 288

    Stampato nel 2006 da Il Cerchio

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    Dossier brigantaggio

    20.00

    In questo lavoro di ricerca l’autore analizza storicamente, approfonditamente, il prepolitico, l’identitario e l’anomalia del ribellismo antico e contemporaneo della guerra fra due mondi dal 1789, che contrappone Regno delle Due Sicilie e centralismo sabaudo giacobino, esercito piemontese e guerriglia dei briganti. L’autore cerca di superare la normalizzazione della storia che passa attraverso archivi distrutti, verità manipolate e documenti falsi, con una specie di viaggio, durante il quale ha incontrato guide, scrittori, letterati, cartografi, briganti e brigantesse, cafoni e gentiluomini, cavalieri e militari senza onore.

    Brossura 13,5 x 21 cm. pag. 388

    Stampato nel 2003 da Controcorrente

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    Dove osarono i Briganti

    16.00

    Essendo finalmente gli Archivi di Stato accessibili alle ricerche, l’autore in questo saggio risponde a molti interrogativi sui briganti negli Abruzzi. I briganti Zeppetella, Colaiuda e Viola affascinarono molto più dei loro antagonisti, perché sicuramente non furono solo alla testa di facinorosi e feroci masnade, ma furono piuttosto dei riottosi agli invasori e agli sfruttatori. Il libro porta alla luce i fatti sconosciuti di una grande storia, quella della ribellione politico-sociale del mondo dei contadini negli Abruzzi, considerati dai fratelli “liberatori” esseri inferiori, culturalmente impreparati, socialmente pericolosi. L’opera è completata dalla riproduzione di alcune immagini.

    Brossura 13,5 x 21 cm. pag. 267 + 16 di immagini b/n e colori

    Stampato nel 2004 da Controcorrente

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    Fanti e briganti nel Sud dopo l’Unità

    7.20

    José Mottola              Prezzo di listino  12.00 (sconto 40%)

    Una accurata ricerca nelle carte d’archivio, tra le altre quelle del Fondo G 11 dello Stato Maggiore dell’Esercito, getta una nuova luce sull’espansione del brigantaggio meridionale dopo l’Unità. Il libro, accompagnato da una radiografia culturale di comandi militari, gruppi ribelli, clero, intellighenzia, borghesia e ceti subalterni, propone con una narrazione scorrevole, avvicente e rigorosamente documentata, le vicende di quei giorni, quando, fino al 1864, Crocco, Romano, Pizzichicchio, Coppolone e altri condottieri alla macchia agirono tra Puglie e Basilicata, sostenuti dai Borbone esuli a Roma e dallo Stato pontificio. Sulle Murge la Legione Carabinieri del colonnello Sannazzaro, La Divisione Territoriale del generale Regis e la Colonna Mobile del generale Pallavicini, aiutate dalla Guardia Nazionale, contratarono duramente le bande.

    Brossura 15 x 21 cm. pag. 144

    Stampato nel 2012 da Capone Editore

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    I guerriglieri di Dio

    16.00

    Seguendo le ragioni del cuore, ma rimanendo fedele alle fonti documentarie, Fulvio Izzo riannoda con un unico filo episodi e personaggi della Controrivoluzione legittimista dalla fine del ‘700 a tutta la metà dell’800: da Jacques Cathelineau alla duchessa di Berry, dalla Real Brigata Estense ai Barbacani pontifici, sino al “brigantaggio” antipiemontese guidato dal marchese De Trazegnies e dal conte De Christen.

    Brossura, pag. 280

    Stampato nel 2002 da Controcorrente

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    I lager dei Savoia

    14.00

    Le vicende dei campi di deportazione dei soldati napoletani e pontifici all’indomani della campagna per l’Unità, rappresentano un’altra tessera – completamente rimossa della memoria e dagli archivi – che serve a svelare il vero volto del Risorgimento.

    Brossura, pag. 240 + 4 di illustrazioni b/n

    Stampato nel 2005 da Controcorrente

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    Il brigantaggio e l’opera dell’esercito italiano dal 1860 al 1870

    25.00

    Bella ristampa anastatica di un’opera data alla stampa nel 1920 dedicata ad uno studio del brigantaggio, che per ammissione dello stesso autore non è sicuramente completo per la difficoltà alla raccolta di un materiale documentario abbondante ma assai frammentario e disperso. Il libro analizza: le cause della reazione politica degenerata poi in forme brigantesche, nelle provincie meridionali, l’opera del governo pontificio prima e dopo il 1965, le leggi e convenzioni per la repressione del brigantaggio, le truppe dei generali Pinelli e De Sonnaz e la colonna Quintini, usi e tattica dei briganti e brigantesse, gli ultimi anni del brigantaggio.

    Brossura 15,5 x 21,5 cm. pag. 174 + diverse pagine di illustrazioni b/n

    Ristampa anastatica del 2010 a cura di Arnaldo Forni Editore

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    Istruzioni per la repressione del brigantaggio

    15.00

    Anastatica del manuale di controguerriglia compilato dal Generale Pallavicini di Priola nel 1868. In appendice la “Legge Pica” contro il brigantaggio e relative norme attuative

    Brossura 14 x 21 cm. pag. 82

    Stampato nel 2012 da Effepi

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    La vera storia dei prigionieri borbonici dei Savoia

    8.00

    La lunga “coda” delle celebrazioni del 150º della proclamazione del Regno d’Italia (1861-2011) ha portato con sé una recrudescenza della polemica delle “ragioni del Sud” contro il Nord (essenzialmente piemontese) invasore cui ha fatto da contraltare un rinnovato “partito piemontese”. Fra le voci più serie di questo schieramento c’è senz’alcun dubbio lo storico Alessandro Barbero, che in un fortunato saggio polemico, “I prigionieri dei Savoia” (Laterza 2012) ha radicalmente criticato i fondamenti storici della deportazione sabauda di migliaia di soldati borbonici sconfitti e “non cooperanti” al forte di Fenestrelle. L’autore, “encomiasticamente” citato nel saggio di Barbero, ricostruisce qui l’intera vicenda, che al di là di “meridionalismo” e “partito piemontese” mira ad un solo obbiettivo: la riscoperta della verità storica.

    Brossura, 15 x 21 cm. pag. 75

    Stampato nel 2013 da il Cerchio

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    Nacquero contadini, morirono briganti

    10.00

    Per comprendere pienamente il brigantaggio postunitario meridionale, liberandolo da ogni orpello ideologico bisogna calarsi nel mondo contadino dell’epoca che ne è il substrato culturale e sociale. Le storie riportate, sono state recuperate pazientemente in anni di scavi archivistici da Valentino Romano e aprono uno squarcio interessante, spesso inedito, su questo mondo nel quale convivono e si scontrano tutti insieme cafoni e galantuomini, idealisti e profittatori, ultimi eroi romantici e avventurieri di sempre, mestatori e doppiogiochisti, briganti e soldati, vittime e carnefici, sbirri e grassatori, giudici e imputati, carnefici e condannati, preti avidi e monaci intriganti, mogli e amanti, eroine e puttane: comparse che affollano il Sud, palco di speranze, di illusioni e di delusioni sul quale, malinconicamente dissoltosi il Regno delle Due Sicilie, va in scena la nuova Italia. I briganti ci appaiono come feroci e sanguinari individui e sono conosciuti soltanto per le loro imprese o per la loro fine tragica. Ma della loro umanita’, delle loro passioni, delle loro debolezze quasi mai nessuno se ne è occupato.

    Brossura, 15 x 21 cm. pag. 142

    Stampato nel 2010 da Capone Editore

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    Storia politico-militare del brigantaggio nelle province meridionali d’Italia

    15.00

    Per l’autore, Angiolo De Witt, ufficiale dell’esercito piemontese, catapultato nel vivo della guerra al brigantaggio, nel Sud non è tutto negativo: a Napoli sorprende “la vita gaia”, Castropignano è “un angolo di Svizzera”, tra i meridionali c’è gente “un poco troppo pigra”, ma “di buona indole”. L’avventura d el tenente De Witt comincia con l’ordine di scortare da Dogliani a Campobasso seicento “sbandati”, ex militari borbonici internati per un “trattamento di correzione e idoneità al servizio”, provenienti da San Maurizio Canavese. Alcuni di questi avevano fatto l’esperienza nella terribile fortezza di Fenestrelle e sicuramente avevano accettato di entrare nell’esercito sabaudo rientrando nel Mezzogiorno non solo tornare a casa. Il lavoro risente certamente della esuberante retorica patriottarda, ma sicuramente è molto onesto e talvolta pure velatamente critico.

    Brossura, pag. 320

    Stampato nel 2007 da Capone

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