Descrizione
Fabrizio Rinaldini
Con un puntiglioso lavoro storiografico l’Autore ricostruisce in questo libro uno spaccato di lotta identitaria, la storia di una rivolta politica contro il mondo moderno. Quella di una delle tante “piccole patrie” che costituiscono ancora oggi la spina dorsale della barcollante identità europea: la Bretagna. Attorno alla figura straordinaria di Célestin Lainé, il capo del separatismo bretone che tra i primi in Europa alzò la bandiera delle piccole nazioni irredente, si animarono le coscienze militanti, si risvegliò il mito etnicista, risorse l’orgoglio celtico, si combatté, insomma, e a lungo si soffrì, per la libertà del popolo bretone contro i poteri giacobini del centralismo democratico e cosmopolita. Dopo il crollo francese del 1940, le SS di Himmler – la Ahnenerbe, un ricco ambiente di intellettuali, funzionari e studiosi tedeschi – favorirono l’irredentismo bretone e ne incoraggiarono la collaborazione con la Germania nazionalsocialista. Si creò un clima politico che fece della Bretagna dell’epoca un vero laboratorio di europeismo. Si incontrano così personaggi straordinari, seppure poco conosciuti dal grande pubblico, come Olivier Mordrelle, François Debauvais e Maurice Marchal, portatori di un’ideologia anti-vichysta di socialismo nazionale bretone. Accanto a questi le figure degli europeisti attivi nel Terzo Reich come Werner Daitz, Heinrich Hunke, Otto Olendorf o Alexander Dolezalek, propugnatori di un sensazionale progetto di comunità europea nazionale e popolare, culminato nell’Europa-Charta, steso dalle SS nel 1943.
Brossura, 15 x 21 cm. pag. 241 con circa 87 tra foto b/n, immagini e riproduzioni di documenti
Stampato nel 2013 da Ritter
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