Fascismo – L’America Mussolini e il Fascismo

26.00

Quello di Diggins è un libro famoso, tradotto in molte lingue, ed è stato un po’ l’apripista della scarna bibliografia sui rapporti tra USA e Italia fascista e sull’attività delle organizzazioni del PNF nella repubblica stellata. Ai tempi fecero scandalo, nel provinciale antifascismo nostrano, alcune riflessioni di Diggins sulla generale simpatia mostrata in America per l’avvento al potere di Mussolini, in virtù della sua politica sociale e, soprattutto, in virtù del suo rivoluzionario disegno antropologico di mutare gli Italiani da turba di straccioni emigranti, facili al coltello e al crimine – di cui negli USA si aveva sin dall’Ottocento una sprezzante opinione, venata di non secondarie inflessioni razziste – finalmente in un popolo serio, moderno e disciplinato. Era, questo, ciò che Diggins ha chiamato “il lato oscuro delle valutazioni politiche americane”, implicando la storica immaturità ideologica di quel popolo, versato a superficiali simpatie piuttosto che ad approfonditi scandagli di cultura politica. Bisogna pur dire che, come molto spesso accadde all’estero (ma per la verità non solo all’estero), e soprattutto negli anni Venti, l’accoglienza favorevole che venne riservata al Fascismo al suo avvento e per parecchi anni a seguire, si presentò negli Stati Uniti, più che un filo-fascismo, un filo-mussolinismo. Era la figura carismatica dell’uomo d’ordine, del giovane politico decisionista e innovatore, che colpiva gli immaginari anglosassoni, più di quanto non fosse l’ideologia nazionalpopolare che ne animava le scelte, a parte una generica curiosità per il corporativismo.

Rilegato, 14 x 21 cm. pag. 690

Stampato nel 1972 da Laterza

Condizioni del libro: usato in ottime condizioni con sovracopertina.

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Descrizione

John P. Diggins

Quello di Diggins è un libro famoso, tradotto in molte lingue, ed è stato un po’ l’apripista della scarna bibliografia sui rapporti tra USA e Italia fascista e sull’attività delle organizzazioni del PNF nella repubblica stellata. Ai tempi fecero scandalo, nel provinciale antifascismo nostrano, alcune riflessioni di Diggins sulla generale simpatia mostrata in America per l’avvento al potere di Mussolini, in virtù della sua politica sociale e, soprattutto, in virtù del suo rivoluzionario disegno antropologico di mutare gli Italiani da turba di straccioni emigranti, facili al coltello e al crimine – di cui negli USA si aveva sin dall’Ottocento una sprezzante opinione, venata di non secondarie inflessioni razziste – finalmente in un popolo serio, moderno e disciplinato. Era, questo, ciò che Diggins ha chiamato “il lato oscuro delle valutazioni politiche americane”, implicando la storica immaturità ideologica di quel popolo, versato a superficiali simpatie piuttosto che ad approfonditi scandagli di cultura politica. Bisogna pur dire che, come molto spesso accadde all’estero (ma per la verità non solo all’estero), e soprattutto negli anni Venti, l’accoglienza favorevole che venne riservata al Fascismo al suo avvento e per parecchi anni a seguire, si presentò negli Stati Uniti, più che un filo-fascismo, un filo-mussolinismo. Era la figura carismatica dell’uomo d’ordine, del giovane politico decisionista e innovatore, che colpiva gli immaginari anglosassoni, più di quanto non fosse l’ideologia nazionalpopolare che ne animava le scelte, a parte una generica curiosità per il corporativismo.

Rilegato, 14 x 21 cm. pag. 690

Stampato nel 1972 da Laterza

Condizioni del libro: usato in ottime condizioni con sovracopertina.

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