Geopolitica dell’esplorazione spaziale – La sfida di Icaro nel terzo millennio

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Da settant’anni l’umanità ha cominciato a esplorare lo Spazio, dodici astronauti hanno calpestato il suolo lunare e una decina di sonde hanno percorso i miliardi di chilometri che ci separano da Saturno o da Plutone, fotografando mondi sconosciuti che ci appaiono come surreali immagini oniriche. Affermare che l’uomo abbia conquistato lo Spazio equivale a dire che il genere umano ha compreso il motivo della sua presenza nell’Universo. Semplicemente, non è vero. Le conquiste dell’esplorazione spaziale sono state invece la scoperta dell’immensa fragilità del nostro pianeta e della nostra stessa vita su di esso. Ma i satelliti e le stazioni spaziali hanno permesso anche un altro tipo di conquista, per la supremazia politica ed economica sulla Terra. La conquista, cioè, di un dominio geopolitico terrestre con strumenti extraterrestri. L’esplorazione dello Spazio ha percorso traiettorie disegnate dalle ambizioni scientifiche ma, soprattutto, da quelle politiche. Per mezzo secolo, il bipolarismo USA/URSS ha segnato la “Corsa alla Luna”, e il sogno millenario di calpestarne il suolo è stato la cortina ideale per mascherare il confronto militare che spingeva l’uomo lontano dalla sua casa terrestre. Poi, con il predominio degli Stati Uniti sulla Terra, l’ordine geopolitico sembrava aver trovato un suo equilibrio anche nel Cosmo. Oggi nuovi attori come la Cina si uniscono a Russia e Stati Uniti nella “Corsa allo Spazio” per imporre il proprio ruolo geopolitico sulla Terra, mentre i paesi europei sembrano smarrire il loro peso politico globale. Le minacce informatiche del Cyberspazio, invisibili ai nostri occhi, si uniranno a quelle, visibili, del Cosmo dove stazioni spaziali con armi laser e missili ipersonici sovrasteranno i sogni ingenui, seppur genuini, di sbarcare su Marte e di colonizzare altri mondi.

Brossura, 13 x 21 cm. pag. 254

Stampato nel 2019 da Rubbettino

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Descrizione

Marcello Spagnulo

Da settant’anni l’umanità ha cominciato a esplorare lo Spazio, dodici astronauti hanno calpestato il suolo lunare e una decina di sonde hanno percorso i miliardi di chilometri che ci separano da Saturno o da Plutone, fotografando mondi sconosciuti che ci appaiono come surreali immagini oniriche. Affermare che l’uomo abbia conquistato lo Spazio equivale a dire che il genere umano ha compreso il motivo della sua presenza nell’Universo. Semplicemente, non è vero. Le conquiste dell’esplorazione spaziale sono state invece la scoperta dell’immensa fragilità del nostro pianeta e della nostra stessa vita su di esso. Ma i satelliti e le stazioni spaziali hanno permesso anche un altro tipo di conquista, per la supremazia politica ed economica sulla Terra. La conquista, cioè, di un dominio geopolitico terrestre con strumenti extraterrestri. L’esplorazione dello Spazio ha percorso traiettorie disegnate dalle ambizioni scientifiche ma, soprattutto, da quelle politiche. Per mezzo secolo, il bipolarismo USA/URSS ha segnato la “Corsa alla Luna”, e il sogno millenario di calpestarne il suolo è stato la cortina ideale per mascherare il confronto militare che spingeva l’uomo lontano dalla sua casa terrestre. Poi, con il predominio degli Stati Uniti sulla Terra, l’ordine geopolitico sembrava aver trovato un suo equilibrio anche nel Cosmo. Oggi nuovi attori come la Cina si uniscono a Russia e Stati Uniti nella “Corsa allo Spazio” per imporre il proprio ruolo geopolitico sulla Terra, mentre i paesi europei sembrano smarrire il loro peso politico globale. Le minacce informatiche del Cyberspazio, invisibili ai nostri occhi, si uniranno a quelle, visibili, del Cosmo dove stazioni spaziali con armi laser e missili ipersonici sovrasteranno i sogni ingenui, seppur genuini, di sbarcare su Marte e di colonizzare altri mondi.

Brossura, 13 x 21 cm. pag. 254

Stampato nel 2019 da Rubbettino

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