L’amministrazione Nixon e il continente africano – Tra decolonizzazione e guerra fredda 1969-1974

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Durante gli anni della sua presidenza, Nixon ereditò una situazione sempre più complessa sulle questioni africane, soprattutto quelle riguardanti l’Africa subsahariana e australe. Già Kennedy e poi Johnson avevano tentato di rimodulare la politica americana verso l’Africa meridionale, ma con scarsi risultati. Con Nixon e Kissinger al suo fianco, i problemi di quell’area si fecero ancor più incalzanti. La nascita e il rafforzamento dei movimenti d’indipendenza africani avevano posto le tradizionali potenze coloniali europee in una situazione sempre più difficile e gli stessi Stati Uniti, pur essendo estranei alla storia coloniale europea in Africa, dovettero fare i conti con movimenti locali ai quali l’Unione Sovietica (e, in misura minore, ma non per questo meno preoccupante, la stessa Cina comunista) guardava con grande interesse. Il legame politico che univa Washington ai suoi alleati europei impediva al governo americano di prendere posizioni nette contro i regimi bianchi dell’Africa meridionale. La penetrazione sovietica e quella cinese – sebbene quest’ultima in competizione con la prima – avevano finito per spostare l’epicentro della guerra fredda in una regione fino a quel momento estranea al contenzioso storico tra Unione Sovietica e Stati Uniti. I saggi presenti nel volume analizzano la politica americana sia nella sua impostazione generale, sia nei vari contesti in cui si esplicò in quegli anni.

Brossura, 15 x 21 cm. pag. 324

Stampato nel 2016 da Franco Angeli

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A. Donno – G. Iurlano (a cura di)

Durante gli anni della sua presidenza, Nixon ereditò una situazione sempre più complessa sulle questioni africane, soprattutto quelle riguardanti l’Africa subsahariana e australe. Già Kennedy e poi Johnson avevano tentato di rimodulare la politica americana verso l’Africa meridionale, ma con scarsi risultati. Con Nixon e Kissinger al suo fianco, i problemi di quell’area si fecero ancor più incalzanti. La nascita e il rafforzamento dei movimenti d’indipendenza africani avevano posto le tradizionali potenze coloniali europee in una situazione sempre più difficile e gli stessi Stati Uniti, pur essendo estranei alla storia coloniale europea in Africa, dovettero fare i conti con movimenti locali ai quali l’Unione Sovietica (e, in misura minore, ma non per questo meno preoccupante, la stessa Cina comunista) guardava con grande interesse. Il legame politico che univa Washington ai suoi alleati europei impediva al governo americano di prendere posizioni nette contro i regimi bianchi dell’Africa meridionale. La penetrazione sovietica e quella cinese – sebbene quest’ultima in competizione con la prima – avevano finito per spostare l’epicentro della guerra fredda in una regione fino a quel momento estranea al contenzioso storico tra Unione Sovietica e Stati Uniti. I saggi presenti nel volume analizzano la politica americana sia nella sua impostazione generale, sia nei vari contesti in cui si esplicò in quegli anni.

Brossura, 15 x 21 cm. pag. 324

Stampato nel 2016 da Franco Angeli

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