Le confessioni di Rudolf Hoss

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Fin dal 1987, in un libretto dedicato appunto a Hoss, mostrai, sulla base di 60 obiezioni, precipuamente costituite da contraddizioni interne e contrasti irriducibili rispetto alla storiografia olocaustica dell’epoca, che «l’ex comandante di Auschwitz ha mentito su tutti i punti essenziali della sua “testimonianza oculare”, la quale deve perciò essere respinta come volgare falso». Le torture inflitte dai Britannici a Hòss, all’epoca già documentate, non venivano dunque da me assunte a priori per invalidare le sue dichiarazioni, ma a posteriori per spiegare le molteplici contraddizioni e assurdità che si trovano nelle sue dichiarazioni. In questo studio, per il quale ho avuto a disposizione una documentazione enormemente più vasta, mi pongo in una prospettiva diversa. Il problema fondamentale, che nessuno a quanto pare ha mai preso in considerazione, è appunto se le prime dichiarazioni di Hòss, nel loro nucleo centrale, rispecchiavano la realtà dei fatti, oppure l’idea che i Britannici che lo interrogarono avevano di tale realtà, o anche la necessità da parte dell’interrogato di conformarsi a quell’idea. In altre parole: tali dichiarazioni provenivano da Hòss o dai suoi torturatori? Sono veridiche? E che rapporto c’è tra le sue prime dichiarazioni e quelle da lui rese successivamente? Questo studio costituisce una risposta fondata e documentata a queste domande.

Brossura, 17 x 24 cm. pag. 382

Stampato nel 2018 da Effepi

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Carlo Mattogno

Fin dal 1987, in un libretto dedicato appunto a Hoss, mostrai, sulla base di 60 obiezioni, precipuamente costituite da contraddizioni interne e contrasti irriducibili rispetto alla storiografia olocaustica dell’epoca, che «l’ex comandante di Auschwitz ha mentito su tutti i punti essenziali della sua “testimonianza oculare”, la quale deve perciò essere respinta come volgare falso». Le torture inflitte dai Britannici a Hòss, all’epoca già documentate, non venivano dunque da me assunte a priori per invalidare le sue dichiarazioni, ma a posteriori per spiegare le molteplici contraddizioni e assurdità che si trovano nelle sue dichiarazioni. In questo studio, per il quale ho avuto a disposizione una documentazione enormemente più vasta, mi pongo in una prospettiva diversa. Il problema fondamentale, che nessuno a quanto pare ha mai preso in considerazione, è appunto se le prime dichiarazioni di Hòss, nel loro nucleo centrale, rispecchiavano la realtà dei fatti, oppure l’idea che i Britannici che lo interrogarono avevano di tale realtà, o anche la necessità da parte dell’interrogato di conformarsi a quell’idea. In altre parole: tali dichiarazioni provenivano da Hòss o dai suoi torturatori? Sono veridiche? E che rapporto c’è tra le sue prime dichiarazioni e quelle da lui rese successivamente? Questo studio costituisce una risposta fondata e documentata a queste domande.

Brossura, 17 x 24 cm. pag. 382

Stampato nel 2018 da Effepi

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