Sul futuro delle nostre istituzioni educative

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Da qui si dovrebbe ripartire – da questo fondamentale, insuperato testo giovanile nietzscheano, composto nel 1872 – per ripensare, riformare, rivoluzionare la scuola e la cultura. Non già per ridiscuterle, perché questo è un libro di certezze, di ingiunzioni, di assiomi: non è un’operina dialettica e possibilistica. É grande politica applicata al ‘sacramento’ della formazione. E l’inno al genio, all’eccezione, pieno di orrore per Rousseau, per l’illusione egualitaria, per la fola modernissima del “se provo, riesco”, per le mandrie affamate di sapere – perché sapere è potere -, che pretendono di invadere tutto, licei, università, accademie, tutto. La scuola secondo Nietzsche dovrà insegnare a ciascuno a stare al posto proprio. Sarà una scuola di maestri che sconvolgono, non di predicatori che consolano. Di geni che si perfezionano, non di idioti velleitari. Altro che il ’68 di un secolo dopo, altro che la fantasia, i fumi e le canzonette! Altro che la contestazione dell’onda fiacca del Duemila! Altro che l’oscena ipocrisia dell’obbligo scolastico. il rischio da tenere sempre presente quando si tratta di pedagogia: “lo stupido istruito ha solo un campo più vasto per praticare la propria stupidità”.

Brossura 14,5 x 21,5 cm. pag. 204

Stampato nel 2010 da Edizioni di Ar

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Friedrich Nietzsche

Da qui si dovrebbe ripartire – da questo fondamentale, insuperato testo giovanile nietzscheano, composto nel 1872 – per ripensare, riformare, rivoluzionare la scuola e la cultura. Non già per ridiscuterle, perché questo è un libro di certezze, di ingiunzioni, di assiomi: non è un’operina dialettica e possibilistica. É grande politica applicata al ‘sacramento’ della formazione. E l’inno al genio, all’eccezione, pieno di orrore per Rousseau, per l’illusione egualitaria, per la fola modernissima del “se provo, riesco”, per le mandrie affamate di sapere – perché sapere è potere -, che pretendono di invadere tutto, licei, università, accademie, tutto. La scuola secondo Nietzsche dovrà insegnare a ciascuno a stare al posto proprio. Sarà una scuola di maestri che sconvolgono, non di predicatori che consolano. Di geni che si perfezionano, non di idioti velleitari. Altro che il ’68 di un secolo dopo, altro che la fantasia, i fumi e le canzonette! Altro che la contestazione dell’onda fiacca del Duemila! Altro che l’oscena ipocrisia dell’obbligo scolastico.  il rischio da tenere sempre presente quando si tratta di pedagogia: “lo stupido istruito ha solo un campo più vasto per praticare la propria stupidità”.

Brossura 14,5 x 21,5 cm. pag. 204

Stampato nel 2010 da Edizioni di Ar

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