A colpi di manifesti – Grafica e comunicazione politica negli anni Settanta

Andrea Vezzà

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    A colpi di manifesti – Grafica e comunicazione politica negli anni Settanta

    16.00

    Internet non c’era e tanto meno i social network. Erano gli anni Settanta. Una stagione difficile, complessa, dura e affascinante al tempo stesso, in cui la politica comunicava soprattutto attraverso lo strumento del comizio e dell’incontro pubblico. Una sorta di avvenimento nelle piazze delle città italiane, perfino nei paesini più sperduti, che richiamava all’appuntamento non solo i simpatizzanti di una precisa parte politica. La radio e la televisione di Stato – le prime emittenti private arriveranno solo alla fine degli anni Settanta. E allora come si veicolava un messaggio? Come si annunciava un comizio? Quali erano gli strumenti per raggiungere la gente? Era la carta a fare la differenza. Manifesti, volantini e giornali – numeri unici, periodici e quotidiani – riuscivano a catturare l’attenzione dei cittadini. Una tradizione antica quella dei manifesti, specie per una realtà come Trieste, che dei grandi cartellonisti quali ad esempio Marcello Dudovich poteva già vantare le campagne pubblicitarie delle catene alberghiere, delle compagnie marittime, dei grandi magazzini… Ma dietro alla grafica dei manifesti di partito – dalla Dc al Pci fino al Msi, per citare quelli più assidui nell’utilizzo dei manifesti, senza dimenticare i sindacati e anche i movimenti extraparlamentari di quegli anni – non c’erano di solito nomi affermati del mondo grafico e pubblicitario. Erano per lo più manifesti “pensati in casa” dal settore propaganda, ma proprio per questo originali e forse più genuini nel poter raccontare un percorso, attraverso i testi, le immagini e il messaggio che si voleva lanciare. A volte chiaro a volte meno, almeno per il risultato finale sui fruitori.

    Brossura, 21 x 29,7 cm. pag. 82 completamente illustrato b/n e colori

    Stampato nel 2015 da Spazio In Attuale Editore

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    I mondi di Almerigo

    25.00

    Ha sempre la penna in mano. Disegna e scrive da bambino, ragazzo, uomo. E poi c’è quella piccola macchina fotografica a tracolla, che diventerà sempre più grande e professionale, abbinata a una cinepresa super8. Foto, video, disegno e scrittura in un colpo solo. Lo scatto seguito da uno schizzo della stessa immagine prima della stampa, la ripresa abbinata a un testo prima di riversare la pellicola… La sua Trieste e un contesto familiare dalle tradizioni marinare gli avevano trasmesso il mito del viaggio, insito in questa città di mare, portandolo a compiere un percorso troppo breve ma così intenso in quegli anni dove il mondo era diviso in due blocchi che “imprigionavano” gli uomini nei loro Paesi e nelle ideologie. Già, le ideologie, i conflitti e la politica. Una parte della vita di Almerigo Grilz, forse quella più conosciuta e, a torto, considerata caratterizzante, che lo vide schierato a destra negli anni Settanta alla guida del Fronte della gioventù, e per questo amato, odiato, temuto. Raccontare Almerigo Grilz è una sfida difficile ma non impossibile: morto a soli 34 anni, primo free lance italiano ucciso in uno scenario di guerra dopo il secondo conflitto mondiale – fra sogni giovanili, l’amore del viaggio, la politica iniziata da ragazzo e lasciata per un’altra passione, quella del giornalismo, con i suoi reportage richiesti dalle maggiori emittenti televisive e testate del mondo. Un percorso dall’11 aprile 1953 al 19 maggio 1987 ricostruito in un volume curato da Pietro Comelli e Andrea Vezzà – che segue il successo della mostra allestita a Trieste – utilizzando esclusivamente il materiale conservato e archiviato in maniera quasi maniacale dallo stesso protagonista.

    Brossura, 20 x 20 cm. pag. 158 completamente illustrato con foto e disegni

    Stampato nel 2017 da Spazio In Attuale Editore

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    Immagini in armi sul confine orientale – Atti meriti e sacrifici nella difesa della Venezia Giulia

    20.00

    Questo album fotografico in quarantotto scatti (rigorosamente originali) ripercorre le gesta di quella generazione che lungo il confine orientale lottò per amore, non per odio: un incommensurabile amore per l’Italia. L’Italia sopra a tutto, a tutti i costi: anche al prezzo della vita. Sguardo fiero, determinato, chiuso in una espressione tesa, quasi rassegnata agli eventi: caratteristiche comuni a quellio che fecero la stessa scelta e a volte la stessa fine: tenere il confine orientale fino al mese di aprile del 1945. Le emozionanti fotografie sono accompagnate da brevi didascalie e da alcuni testi esplicativi.

    Brossura 23 x 15,50 cm. pag. 126 interamente illustrato con 48 foto b/n a piena pagina

    Stampato nel 2010 da Associazione Novecento

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    Le Forze Armate della Repubblica Sociale Italiana

    16.00

    Raccolta di interventi succedutisi nella “Giornata di studi promossa dall’Istituto di Ricerche Storiche e Militari dell’Età Contemporanea “Carlo Alfredo Panzarasa”, di Trieste, il 10 novembre 2012. Carlo Cucut: L’Esercito Nazionale Repubblicano: Luca Poggiali: La Marina Nazionale Repubblicana. Ovidio Ferrante: L’ Aeronautica Nazionale Repubblicana. Stefano Fabei: La Guardia Nazionale Repubblicana. Leonardo Malatesta. La Legione Tagliamento. Federico Ciavattone: Le Brigate Nere. Maria Gabriella Pasqualini: Il Servizio Informazioni Difesa. Oreste Foppiani: Le Forze Armate viste dagli Alleati.

    Brossura, 17 x 24 cm. pag. 145

    Stampato nel 2013 da Editoriale Lupo

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    RSI. I ragazzi di quai de Bacalan – I «volontari di Francia» della Xª MAS

    35.00

    Dopo l’8 settembre 1943, sparita ogni rappresentanza ufficiale italiana in Francia, alcuni giovani italiani cercarono di raggiungere l’Italia per arruolarsi nel nuovo esercito repubblicano. Qualcuno si accorse del gesto e intervenne: fu preparato il loro trasferimento a Betasom, la base dei sommergibili italiani di Bordeaux che non aveva accettato la resa. Trecento volontari prontamente inquadrati nel reggimento San Marco di stanza nella base di quai de Bacalan. Qui ricevettero un primo addestramento militare e andarono a formare la 1ª Compagnia “Volontari di Francia” del Battaglione “Longobardo”. Combattenti sotto una bandiera ritenuta sbagliata, questi giovani sono stati dimenticati dalla storia ufficiale e le loro gesta sono cadute nell’oblio. Questo libro, attraverso testimonianze dirette, rievoca nella sua integrità la stupefacente avventura di quei “Volontari di Francia”.

    Brossura 17 x 24 cm. pag. 193 illustrato con circa 120 fotografie b/n

    Stampato nel 2012 da Ritter

    Condizioni del libro: nuovo

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    Xª Flottiglia MAS – Una storia per immagini

    20.00

    La Sezione di Trieste dell’Unione Nazionale Combattenti della Repubblica Sociale Italiana ha dato alle stampe questa pubblicazione con lo scopo di fare chiarezza sulla quella splendida avventura che è stata la Xa Flottiglia MAS, per far conoscere la sua storia nella sua complessiva integrità a chi non la conosce o ne ignora alcuni aspetti significativi. La scelta di far parlare unicamente le fotografie – le didascalie, pur essendo esaustive, sono brevi e oggettive – è stata dettata dalla precisa volontà di arrivare rapidamente e chiaramente al lettore, lasciando a quest’ultimo la facoltà di giudizio su una scelta che venne pagata col sangue e orgogliosamente rivendicata dai protagonisti di questo volume.

    Brossura 23 x 15,5 cm. pag. 192 interamente illustrate con foto b/n

    Stampato nel 2012 dall’ U.N.C.R.S.I.

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