I pilastri del Romano Impero – Le camicie nere in Africa Orientale 1936-1936

Fascismo

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    I pilastri del Romano Impero – Le camicie nere in Africa Orientale 1936-1936

    29.00

    La Conquista dell’Impero segnò il battesimo del fuoco della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale. Per la prima volta grandi unità di Camicie Nere furono impiegate organicamente in combattimento, a sottolineare il significato politico che il Regime voleva dare alla guerra. Questo libro inquadra l’impiego delle unità della MVSN nel quadro degli avvenimenti militari della guerra d’Etiopia del 1935-1936. Il maggior momento di gloria delle Camicie Nere, ed il più propagandato, fu la cosiddetta Prima Battaglia del Tembien, che vide il maggior sforzo offensivo etiopico, con le forze abissine in procinto di aprirsi la strada di Macallè. Solo la resistenza di Passo Uarieu riuscì ad arginare prima, ed a respingere poi, la minaccia. Il presente studio analizza quindi la conquista dell’Amba Uork, la battaglia dello Scirè, la presa dell’Amba Aradam, Mai Ceu e la caduta di Addis Abeba, senza trascurare l’impiego della M.V.S.N. sul fronte somalo, la Coorte della Milizia Forestale, e le Milizie Speciali in Africa Orientale. Nelle appendici sono riportati brani delle lettere del Capomanipolo Medico Luigi Chiavellati, Medaglia d’Oro alla memoria, il memoriale segreto sulla battaglia preparato per Mussolini dal sottosegretario alla Guerra Generale Baistrocchi, il diario del Centurione Romolo Galassi, caduto sull’Amba Uork, gli organigrammi e le motivazioni delle decorazioni a reparti ed a combattenti della M.V.S.N. per gli eventi trattati. Il testo è integrato da rare e inedite fotografie di CC.NN. in azione, mappe e tavole a colori che ritraggono i luoghi dei combattimenti.

    Brossura, 17 x 24 cm. pag. 278 con varie foto b/n

    Stampato nel 2016 da Soldiershop

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    I pretoriani di Mussolini – Storia militare delle Camicie Nere 1923-1943

    12.00

    Agile lavoro sulla storia militare della Milizia Volontaria di Sicurezza Nazionale (M.V.S.N.), i cui membri erano noti anche come Camicie Nere. Un testo che ci consegna una viva istantanea di quei combattenti che si consideravano i “Pretoriani di Mussolini”.

    Brossura 14,5 x 20,5 cm. pag. 96 con 26 illustrazioni b/n

    Stampato nel 2009 da Chillemi

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    I soldati ebrei di Mussolini – I militari israeliti nel periodo fascista

    17.00

    Tra il 1848 e il 1938 la partecipazione dei cittadini di religione ebraica alle forze armate italiane fu attiva e decisiva sia in pace sia in guerra. Prendendo parte con valore a tutte le battaglie risorgimentali e a tutti i conflitti successivi, essi dimostrarono un forte senso d’identità con i destini della Patria e del regime fascista. Durante il Risorgimento il re Carlo Alberto concesse piena uguaglianza, integrazione ed emancipazione alla minoranza ebraica. Il patriottismo e il militarismo fecero il resto, sostituendo l’appartenenza religiosa, creando un’identità nazionale solida e annullando qualsiasi differenza tra cristiani e israeliti. La situazione imperturbata si protrasse anche in periodo fascista: alcuni collaboratori di spicco di Mussolini erano ebrei e il consenso non mancò, come non si esaurì il continuo affluire dei giovani israeliti in divisa. Con la guerra di Etiopia, la sterzata totalitaria e l’avvicinamento alla Germania nazionalsocialista, la politica mussoliniana cambiò rotta puntando alla progressiva discriminazione e persecuzione degli ebrei italiani, militari compresi.

    Brossura, 14 x 21 cm. pag. 278

    Stampato nel 2008 da Mursia

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    I tentacoli dell’OVRA. Agenti, collaboratori e vittime della polizia politica fascista

    29.00

    Mimmo Franzinelli

    Sigla di «Opera Volontaria di Repressione Antifascista», «Organizzazione di Vigilanza e Repressione dell’Antifascismo», «Organo di Vigilanza dei Reati Antistatali», o forse più probabilmente frutto dell’associazione nella fertile mente del duce con piovra o con Ochrana (la polizia segreta zarista), il termine «Ovra» continua a esercitare un fascino sinistro. Ma all’interesse scandalistico non avevano corrisposto studi adeguati. Basato sull’analisi dei fondi versati all’Archivio centrale dello Stato dal ministero dell’Interno, opportunamente verificati con quante più fonti possibili, il libro di Franzinelli – apparso per la prima volta nel 1999 e ora arricchito di una nuova introduzione e dell’elenco dei confidenti della polizia politica fascista – è uno studio innovativo per almeno due aspetti. In primo luogo la considerazione dei margini di autonomia che mantenne la polizia politica ereditata dall’epoca liberale, per cui la storia dell’apparato e le vicende dei funzionari non si identificano e non si esauriscono col fascismo. Il centro della ricerca poi è costituito dall’analisi degli informatori della polizia politica, reclutati specialmente nei movimenti di sinistra, con storie individuali in cui gli itinerari esistenziali e i percorsi ideologici risultano stravolti dall’impatto col sistema investigativo repressivo.

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    I testi de “La Difesa della Razza”

    21.00

    Dal 2001, il comitato di edizione presieduto da Piero Di Vona (Università di Napoli) e coordinato da Roberto Melchionda cura la pubblicazione in volume di tutti i testi di Julius Evola, in particolare gli scritti disseminati in quotidiani e periodici. In questo libro, la costellazione delle scritture evoliane apparse dal 1939 al 1942 su La Difesa della Razza, il quindicinale di Telesio Interlandi. Tra gi argomenti trattati: I tre gradi del problema della razza; Razza: realtà del mito; La razza dell’anima; L’ipotesi iperborea; Nord e Sud: superamento di una opposizione; Psicologia criminale ebraica; La razza e la guerra; Due eroismi; La concezione ariana del combattere; La dottrina romana della vittoria; Supremi valori della razza ariana; Gli Ebrei e la matematica; Le razze e il mito delle origini di Roma; La mistica della razza in Roma antica; La “gloria” della gente aria; Anima e razza della guerra; L’ascia; La razza e la filosofia della vita; Roma e il Natale ‘solare’ della tradizione nordico-aria; Razza e superrazza nei nuovi spazi imperiali; I Libri Sibillini; Andare avanti sul fronte razzista; Relazioni fra razza e filosofia; Le selezioni razziali; Razionalismo e spiritualità degli Ariani; Panorama razziale dell’Italia preromana; Roma aria: le origini; Diseguaglianza degli esseri umani; La razza e i Capi; L’aquila; La razza e la montagna; Razza, eredità, personalità; Razzismo nordico-ario.

    Brossura 17 x 24 cm. pag. 228

    Stampato nel 2001 da Edizioni di Ar

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    I testi de “La Vita Italiana”

    90.00

    Il primo censimento completo delle pubblicazioni di Julius Evola su giornali e riviste, a opera di un comitato scientifico presieduto da Piero Di Vona, dell’Università di Napoli. Scritti che valgono da introduzione o corollario al pensiero del principale filosofo tradizionalista italiano.

    Primo tomo 1931-1938

    Secondo tomo 1939-1943

    Brossura 17 x 24 cm. pag. 1046

    Stampato nel 2006 da Edizioni di Ar

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    I testi del “Corriere Padano”

    40.00

    Il primo censimento completo delle pubblicazioni di Julius Evola su giornali e riviste, a opera di un comitato scientifico presieduto da Piero Di Vona, dell’Università di Napoli. Scritti che valgono da introduzione o corollario al pensiero del principale filosofo tradizionalista italiano.

    Brossura 17 x 24 cm. pag. 436

    Stampato nel 2002 da Edizioni di Ar

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    Ignis cova sotto le ceneri. Julius Evola, Arturo Reghini e l’imperialismo pagano

    17.00

    Fabrizio Giorgio

    Avvolti da un’aura di mistero risultano ancora oggi i complessi rapporti tra alcuni ambienti esoterici e i settori più oltranzisti del Partito Nazionale Fascista. Sebbene non si possa parlare di «radici occulte del Fascismo», è, tuttavia, innegabile che tali connessioni, ancorché tenute sapientemente nascoste, vi siano state. Tra i vari tentativi di orientare in senso tradizionale il movimento di Rinascita Nazionale, di indiscutibile rilevanza risulta quello di Arturo Reghini e del suo sodalizio pitagorico massonico. Non solo perché la trama ordita dal matematico fiorentino coinvolse molti esponenti del Regime, compreso, forse, lo stesso Mussolini, ma anche perché essa si basava su un preciso programma esoterico-politico che sinteticamente si può definire «imperialistico-pagano».

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    Il 1921 sulle pagine de L’Assalto – Giornale del Fascio di combattimento bolognese

    16.00

    Emilio Gentile, nel suo ultimo recentissimo libro, ha coniato un neologismo, definendo “astoriologia” la tendenza a giudicare e raccontare la storia (in particolare per ciò che riguarda il Fascismo), a prescindere dal suo svolgimento fattuale. Invece, è dai documenti e dagli avvenimenti che bisogna partire, senza trascurare quella importantissima fonte che sono i giornali dell’epoca, rivelatori certamente di stati d’animo e sentimenti diffusi, spesso prima ancora che diventino idee politiche di successo. È il caso de “L’Assalto” di Bologna, che, nato alla fine del 1920 come organo di un Fascio minuscolo, in una città “rossissima”, diventerà ben presto portavoce della gran parte dei Fasci locali, non solo della Regione e delle zone limitrofe, molto sensibili alla penetrazione fascista, ma dell’Italia intera.

    Brossura, 15 x 21 cm. pag. 260

    Stampato nel 2019 da Eclettica

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    Il bosco e l’aratro

    20.00

    Arnaldo Mussolini

    Gli scritti e i discorsi qui pubblicati rappresentano un monito per l’ecologismo dei tempi moderni che dello spirito sembra aver perso completamente memoria». Frutto di una lunga ricerca tra archivi e riviste condotta dal gruppo abruzzese di Coscienza e Dovere, il libro racchiude, oltre a quattro discorsi, tutti i trentaquattro articoli, in tema di rilancio dell’agricoltura e difesa della terra, che Arnaldo Mussolini pubblicò sulle pagine de Il Popolo d’Italia tra il 1928 e il 1931. Questa raccolta  rappresenta a tutti gli effetti il lascito politico e spirituale, dal punto di vista agrario e ambientale, di Arnaldo Mussolini.

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    Il cantiere di Bottai

    18.00

    Giuseppe Bottai fu tra i pochi leader fascisti ad avere un lucido ed organico progetto politico e a ritenere che tale progetto potesse realizzarsi soltanto dotando il fascismo di un ampio e denso apparato culturale. Il ”cantiere” di cui in questo volume si parla é l’Ateneo pisano, che dal 1928 divenne la sede di uno dei più interessanti esperimenti della rivoluzione totalitaria propugnata da Bottai: cambiare i canoni dell’economia e della politica tradizionali per realizzare il corporativismo, inteso come dottrina originale in grado di modificare radicalmente la società italiana.

    Brossura 14,5 x 21 pag. 321

    Stampato nel 2012 da Cantagalli

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    Il Capo del Governo – Incitamenti

    Il prezzo originale era: €15.00.Il prezzo attuale è: €10.50.

    Benito Mussolini           Prezzo di listino: 15.00 (sconto 30%)

    Per ricordare il centenario della fondazione dei Fasci di combattimento (23 marzo 1919), le Edizioni di Ar pubblicano questa raccolta di scritti mussoliniani, alcuni inediti, altri misconosciuti. Essa comprende comunicazioni ufficiali e lettere private, articoli di giornali e discorsi pubblici; ministri e deputati, prefetti e sindaci, familiari, scrittori e personalità di rilievo erano i suoi interlocutori. Il Duce prendeva molto sul serio il ruolo di Capo della nazione, così, sulla sua scrivania giungevano notizie su ogni aspetto della vita italiana.

    Brossura, 14,5 x 21,5 cm. pag. 162

    Stampato nel 2019 da Ar

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    Il capo di cuib

    12.00

    Nuova edizione di questo breviario di ortodossia e di ortoetica che, scritto da Codreanu per i legionari della “Guardia di Ferro”, con l’intento di allevare anime, di fare dell’anima (e non più del grossolano, capriccioso intelletto) il soggetto che nell’uomo guida la contemplazione e ne disciplina la concentrazione e la comprensione, venne da Nae Jonescu paragonato agli Esercizi spirituali di S. Ignazio di Lojola. In appendice: Giovanni Damiano, Platonismo legionario.

    Brossura 14,5 x 21,5 cm. pag. 128

    Stampato nel 2002 da Edizioni di Ar

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    Il compagno Mussolini

    19.00

    Lo scopo di questo libro è quello di dimostrare una verità negata. La scelta di Mussolini – a causa della Prima Guerra Mondiale – di abbandonare il socialismo internazionalista a favore del socialismo nazionalista (che poi diventò fascismo), fu una tra le scelte più importanti del Novecento, non solo per l’Italia ma anche per l’Europa e per il mondo. La scelta che Mussolini fece nel 1914, però, non fu da cinico assetato di potere o da corrotto al soldo della borghesia, ma da devoto socialista rivoluzionario: la guerra gli aveva fatto capire che gli uomini sono più fedeli alla loro nazione piuttosto che alla loro classe. Per Mussolini dunque la Prima Guerra Mondiale fu una guerra rivoluzionaria e non reazionaria. Infatti il fascismo aveva molto più in comune col comunismo rispetto a quello che entrambi avevano in comune col capitalismo.

    Brossura, 14,5 x 22,5 cm. pag. 347 con circa 49 tra foto e cartine b7n

    Stampato nel 2013 da Rubbettino

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    Il comunismo gerarchico

    20.00

    Come sottolinea, nella sua presentazione a quest’opera, Luigi Lombardi Vallauri, professore di Filosofia del Diritto dell’Università di Firenze, molti sono i rischi dell’economia liberistica sfrenata. Il comunismo gerarchico di Ugo Spirito, argomento principale di questo saggio (l’unico dedicato finora all’economista del fascismo “sociale”), volle rappresentare l’alternativa a tale sistema, eliminando il feticcio della proprietà privata e ripristinando il primato della sfera politica della “comunità”.

    Brossura 14,50 x 21,50 cm. pag. 194

    Stampato nel 2004 dalle Edizioni di Ar

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    Il corporativismo – Dall’economia liberale al corporativismo. I fondamenti dell’economia corporativa. Capitalismo e corporativismo

    45.00

    I saggi raccolti nei volumi qui ristampati sono intrinsecamente legati alla rivista “Nuovi studi di diritto, economia e politica” che fu pubblicata negli anni dal 1927 al 1935 sotto la direzione di Ugo Spirito e di Arnaldo Volpicelli. Dal 1932 in poi vennero esprimendo in gran parte le ricerche della Scuola di studi corporativi dell’Università di Pisa, scuola che ebbe anche una sua propria rivista, l'”Archivio di studi corporativi” diretta da Giuseppe Bottai. Il volume analizza anche il rapporto tra Ugo Spirito e Bottai riguardo appunto il corporativismo, discussione che venne riportata a suo tempo dal giornale “Il diritto del lavoro”, 1965, n. 4-5.

    Cartonato, 15,5 x 23 cm. pag. 695

    Stampato nel 2009 da Rubbettino

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    Il corporativismo fascista

    18.00

    Mussolini aveva un grande progetto: la realizzazione della “terza via” alternativa tanto al capitalismo quanto al socialismo – tramite l’edificazione di una società improntata all’armonia fra le classi e la sostituzione della rappresentanza politica con corporazioni rappresentative del mondo produttivo, del lavoro e delle professioni. Il corporativismo divenne uno dei principali assi portanti del progetto totalitario del fascismo e l’argomento più dibattuto nelI’Italia degli anni Venti e Trenta. Alessio Gagliardi indaga per la prima volta la concreta realtà del corporativismo fascista, il funzionamento delle istituzioni e i risultati conseguiti. L’immagine restituita appare molto più sfaccettata rispetto a quanto generalmente sostenuto dalla ricerca storica. Nonostante l’evidente fallimento, il sistema corporativo accompagnò e favorì trasformazioni profonde nell’organizzazione delle classi e dei ceti e nel rapporto tra la società e lo Stato. Vennero soppresse le libertà sindacali e contemporaneamente sindacalisti e imprenditori partecipavano, insieme al governo e al Partito fascista, alla messa a punto delle leggi e delle decisioni relative alla politica sociale ed economica. Per attuare il corporativismo lo stato fascista non scelse così la negazione dei gruppi di interesse ma la loro “istituzionalizzazione” e “fascistizzazione”, riconoscendo loro la legittimità politica e una rappresentanza nelle strutture dello Stato.

    Brossura, 14 x 21 cm. pag. XII + 193

    Stampato nel 2010 da Laterza

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    Il culto del Littorio

    10.50

    Un viaggio all’interno dell’universo simbolico del fascismo, fra i miti, i riti e i monumenti di un movimento politico che ebbe l’ambizione di imprimere nelle coscienze di milioni di italiani e italiane la fede nei dogmi di una nuova religione. per due decenni, sotto il governo fascista, le piazze d’Italia, dalle grandi città ai piccoli paesi, furono trasformate in un unico immenso scenario dove milioni di uomini e donne celebravano, con una sinultanea coralità, scandita da un ritmo continuo, le feste della nazione, gli anniversari del regime, la vittoria della rivoluzione, il culto dei caduti e la glorificazione degli eroi, la consacrazione dei simboli e le apparizioni del Duce. Popolo e paese furono avvolti in una fitta rete di simboli che abbracciava l’urbanistica e il paesaggio, le macchine, i moumenti d’arte e i gesti, imprimendom ovunque e su tutto l’emblema del fascio littorio.

    Brossura 14 x 21 cm. pag. IX + 294

    Stampato nel 2005 da Laterza

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    Il diciannovismo fascista. Un mito che non passa

    19.00

    Andrea Ventura

    Nell’immaginario storiografico la nascita del “vero” fascismo è collocata nel 1920-1921 e numerosi studi considerano il movimento del 1919 come un confuso e informe magma di sinistra. Nell’Italia del centenario della nascita dei Fasci italiani di combattimento, i mass-media hanno utilizzato questa interpretazione per parlare di estremismi, populismi e governi instabili. In questo quadro, il volume scava e identifica – quasi con metodo archeologico – i pluridecennali sedimenti discorsivi che si sono stratificati sul fascismo diciannovista, e torna a scriverne la storia. Il libro ricostruisce le pratiche e l’ideologia del primo fascismo svelandoci tutti i limiti del mito politico diciannovista.

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    Il diritto del duce. Giustizia e repressione nell’Italia fascista

    30.00

    Luigi Lacchè

    Giustizia e repressione: quali rapporti hanno intrattenuto nel processo di sviluppo, consolidamento e crisi del regime fascista? Questo binomio rappresenta un’importante prospettiva a partire dalla quale ricostruire la storia di qualsiasi regime totalitario, e del fascismo in particolare, visto che in questo caso la storiografia ha insistito soprattutto sulla repressione, trascurando il fatto che il regime fascista ha coltivato un’idea e una cultura istituzionale della “giustizia” in parte nuove, in parte collegate alle fragili radici del principio di legalità dello Stato liberale. Attraverso l’analisi dei protagonisti istituzionali, dei codici, degli organismi giudiziari, delle logiche e delle pratiche politico-giuridiche, nei saggi che compongono questo volume si delinea il processo di torsione in chiave repressiva che gli organi di giustizia hanno subito durante il ventennio all’interno di un quadro di asserita legalità, evidenziando altresì l’influsso che i “discorsi della giustizia” hanno avuto sulle forme giuridiche, politiche, istituzionali del fascismo.

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    Il Dodecaneso italiano 1912-1947 vol. 1 – L’occupazione iniziale 1912-1922

    20.00

    Il primo volume esamina gli sviluppi dell’ordinamento giuridico delle isole sotto l’occupazione provvisoria (1912-1923), poi divenuta piena sovranità dell’Italia (dal 1923 alla seconda guerra mondiale), col passaggio da un’amministrazione diretta da militari a una di funzionari civili, evidenziando le sfere di autonomia di cui godettero sino al 1936 le tre comunità insulari: greca ortodossa (numericamente preponderante), turca musulmana, israelita sefardita (di quest’ultima viene delineata anche la situazione successiva alle leggi razziali del 1938). Il libro passa poi a descrivere in quali ambiti le autorità militari italiane decisero a partire dal 1912 di intervenire nella realtà locale, organizzando in molti casi ex novo i servizi pubblici e riuscendo a superare il difficile periodo della prima guerra mondiale, per poi doversi confrontare con l’irredentismo ellenico. Nel 1920, quando sembrava che solamente Rodi e Castelrosso sarebbero rimaste all’Italia, venne introdotta l’amministrazione civile: l’autore prende in esame le proposte di statuto elaborate dai governatori italiani per garantire una certa autonomia all’isola di Rodi. Nel 1922 tuttavia la catastrofe greca in Asia Minore e l’avvento al governo di Mussolini a Roma e di Kemal in Turchia avrebbero segnato il vero punto di svolta: tutto il Dodecaneso sarebbe divenuto definitivamente italiano.

    Brossura 17 x 24 cm. pag. 244

    Stampato nel 2011 da Solfanelli

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    Il Duce a Trieste – La città in camicia nera

    15.00

    Non fu casuale che Mussolini scegliesse Trieste per iniziare la visita alle Venezie, cioè alle regioni sul confine nord-orientale, per ragioni storiche intimamente collegate alla realtà centroeuropea, e affrontasse pubblicamente la questione razziale parlando delle misure antiebraiche. Trieste vantava una delle maggiori comunità israelitiche, perfettamente integrata, con eccezionali meriti patriottici, irredentisti e fascisti, e quindi questo rispondeva a un preciso calcolo ideologico, una sorta di sfida al presunto nemico nella sua roccaforte. Nel contempo l’avvio dei lavori per la nuova sede dell’ateneo cittadino confermava l’impegno del regime a fare del porto adriatico un faro di civiltà italiana nei riguardi degli stati vicini e la puntata oltre confine testimonia della pax adriatica nel momento in cui in Europa si addensano nubi tempestose. Le due giornate triestine, viste attraverso le immagini e gli scritti raccolti in questo testo, si propongono come una summa della politica del fascismo nel momento in cui, all’apparente apice del successo, ne iniziava il declino interno e internazionale.

    Brossura, pag. 150 con circa 300 fotografie in b/n

    Stampato nel 2008 da Luglio

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    Il Duce nella storia della terra pontina. Dai tentativi di bonifica alle città nuove

    15.00

    Il volume in questione, rappresenta una fonte preziosa, per la conoscenza di dati ed elementi aggiuntivi, riguardanti la bonificazione pontina. Come tantissime altre bonifiche, portate a termine nel ventennio fascista, queste miravano a rendere abitabili e coltivabili, vaste aree del nostro paese, caratterizzate da zone paludose e dalla persistente malaria. Oggi, alcune delle località nate in seguito alle bonifiche, portano ancora numerosi segni archittetonici dell’epoca.

    Brossura, 17 x 24 cm. pag. 160 con numerose foto b/n

    Stampato nel 2005 da Novecento

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    Il Duce, il Re e il loro 25 luglio

    16.80

    Un’ampia riflessione sui motivi per i quali il Duce, quando decise di dare la sua versione sugli avvenimenti che precedettero e seguirono il 25 luglio 1943, lo abbia fatto in maniera limitata, nebulosa e contraddittoria tanto da essere costretto, nella breve prefazione al suo “Storia di un anno”, a dichiararla incompleta.

    Brossura, 15,5 x 21,5 cm., pag. 192 illustrato con circa 30 foto b/n

    Stampato nel 2006 da Lo Scarabeo

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    Il fascino del fascismo. L’adesione degli intellettuali europei

    48.00

    Il fascismo e il nazionalsocialismo rappresentano, per tutti oggi, il male assoluto compito consapevolmente. Eppure, nell’Europa tra le due guerre furono in molti, tanto tra l’intellighenzia quanto tra il popolo, ad essere attratti dai movimenti fascisti. Perchè il fascismo risultò tanto attraente? E perchè calamitò a sé individui dotati di talento e senso critico? Basandosi su un corpus di scritti letterari, articoli e fonti storiche e filosofiche straordinariamente vasto, il libro, analizza a fondo il trasporto di alcuni (oltre 80) intellettuali europei per il fascismo. Il libro dimostra che il pensiero fascista aveva sostenitori in tutta Europa, anche nei paesi nordici, e non solo nei paesi noti come suoi propugnatori, Germania e Italia. Il fascismo funse da legame tra correnti di pensiero e tendenze proprie dell’epoca: unì arte e religione, antisemitismo e forza vitale, filosofia e letteratura. Ammaliò intellettuali insigniti del premio Nobel quali Knut Hamsun e Luigi Pirandello e, per un breve periodo, anche il filosofo Martin Heidegger.

    Brossura, 17,5 x 25 cm. pag. 574

    Stampato nel 2017 da Settimo Sigillo

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    Il Fascio e la Mezzaluna – I nazionalisti arabi e la politica di Mussolini

    38.00

    La lotta contro la dominazione franco-britannica portata avanti dal Gran Muftì di Gerusalemme Amin el-Husseini e dal Primo Ministro irakeno Rashid Ali el-Gailani si intensificò nella seconda metà degli anni trenta. Il contrasto anglo-italiano per la questione etiopica portò l’Italia ad appoggiare la causa indipendentista del mondo arabo. Con lo scoppio della guerra tali relazioni assunsero i caratteri di una vera e propria alleanza politica e militare. Questo studio delle relazioni arabo-italiane degli anni ’30 e ’40 permette di conoscere la reale portata delle aspirazioni politiche italiane nello scacchiere mediorientale e ritrovare le radici del movimento arabo che ancora oggi, nonostante le variabili sociali, religiose, politiche ed economiche, lotta per un affrancamento dal mondo occidentale e dal suo modello sociale.

    Rilegato, 15,5 x 21,5 cm. pag. 640 + 30 pagine fuori testo con foto b/n

    Stampato nel 2003 da Settimo Sigillo

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    Il fascio e la runa – Studi e ricerche sulle SS Ahnenerbe in Italia

    19.00

    La Ahnenerbe Forschungs und Lehrgemeinschaft (Associazione per la ricerca e l’insegnamento dell’eredità degli antenati), fondata nel 1935 da Heinrich Himmler con l’obiettivo di valorizzare il passato del popolo germanico, è forse una delle istituzioni del Terzo Reich più note ma meno conosciute. I membri dell’Ahnenerbe operarono anche in Italia nel periodo fra il 1935 e il 1945, con velleità scientifiche ed esoteriche, ma anche – a sorpresa – di salvaguardia di opere d’arte. Attraverso documenti inediti o di difficile reperimento, questo saggio ricostruisce l’attività della SS Ahnenerbe nel nostro Paese, dove operò alla ricerca di prove del primato dell’antico mondo germanico e quindi del Terzo Reich nella realtà storica del tempo. Al di là dei miti di Atlantide e degli studi fantastici sulle origini delle civiltà preromane, fu possibile condurre importanti campagne di scavo e contribuire alla catalogazione e alla tutela di numerosi beni architettonici e archeologici della nostra Penisola, ad esempio con il Kunstschutz Abteilung, l’Ufficio per la Protezione dell’Arte, creato per proteggere i nostri monumenti dai bombardamenti e dalle devastazioni della guerra.

    Brossura, 14 x 21 cm. pag. 320 + 16 pagine fuori testo con foto b/n

    Stampato nel 2015 da Mursia

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    Il fascio littorio

    24.00

    Il fascio littorio, riedizione anastatica di un volume pubblicato nel 1933 a cura di Antonio M. Colini, collaboratore qualificato dell’allora Museo dell’Impero, ripercorre in maniera completa ed esauriente la storia del simbolo della potenza imperiale romana. Il suo significato è infatti illustrato sia dal punto di vista del valore simbolico, sia per quanto riguarda le memorie e rappresentazioni di queste insigna imperii in monete, bassorilievi, statue e monumenti di vario genere. La prima parte dell’opera descrive dettagliatamente l’origine e la forma dei fasci romani e la loro attribuzione a littori e magistrati a seconda della loro funzione istituzionale, del loro ruolo e del particolare momento storico. Il libro passa poi, nella seconda parte, a descrivere con minuziosa e documentata attenzione, la presenza dei fasci littori nei monumenti dell’arte antica, indicandone la provenienza zona per zona e illustrandoli nel dettaglio sia quanto alle costruzioni principali, sia quanto a monumenti minori e frammenti isolati. A completare l’opera vi sono infine un capitolo dedicato alle monete ed una serie completa di tavole illustrative, che rendono il libro estremamente interessante non solo per gli storici ma anche per i curiosi e gli appassionati.

    Brossura, 17 x 24 cm. pag. 248 con circa 86 illustrazioni b/n

    Stampato nel 2011 da Ritter Edizioni

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    Il Fascio, la Svastica e la Mezzaluna

    26.00

    Un poderoso saggio storico che ricostruisce, a partire dal 1919, le relazioni che intercorsero tra il fascismo delle origini e quello del regime e, i più rappresentativi esponenti del nazionalismo arabo, le affinità ideologiche del fascismo con l’Islam e la contraddittoria politica araba dell’Italia che, all’epoca, si proponeva come ponte tra Oriente e Occidente ma con un occhio ai rapporti con la Gran Bretagna. Vengono poi indagati i rapporti tra nazionalsocialismo e i movimenti di liberazione arabo-islamici, la politica araba di Hitler e del nazionalsocialismo. Le tappe della politica di collaborazione che si sviluppò dal 1936 fino al 1945 tra le potenze dell’Asse e i movimenti di liberazione nazionale del mondo arabo islamico (vicende diplomatiche e militari), gli sforzi dei leader arabi per ottenere il riconoscimento ufficiale della loro causa da parte di Roma e Berlino. Infine, nella seconda parte, La spada dell’Islam, è dettagliatamente ricostruita la storia dei corpi militari che i tedeschi riuscirono a costituire con volontari musulmani. È la storia delle unità arabe della Wehrmacht, delle tre divisioni SS costituite con volontari musulmani europei della Bosnia Herzegovina e dell’Albania, delle tante unità della Wehrmacht e della Waffen SS cui dettero vita i volontari originari delle repubbliche musulmane dell’Urss: tartari, uzbeki, turcomanni, tagiki, azeri, calmucchi, khirghisi; fino alle simboliche Frecce Rosse, i volontari arabi che l’esercito italiano, sotto gli auspici del Gram Mufti, tentò di organizzare poco prima della caduta del fascismo.

    Brossura 14 x 21 cm. pag. 408

    Stampato nel 2003 da Mursia

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    Il fascismo alla ricerca del nuovo mondo – L’America Latina nella pubblicistica italiana 1922-1943

    22.00

    L’ascesa del regime di Mussolini segna l’inizio di un periodo di grande e inatteso interesse della pubblicistica italiana per l’America Latina. Sebbene le linee di tendenza appaiano per molti aspetti in continuità con quanto pubblicato durante l’Ottocento e i primi del Novecento, nel corso del ventennio si produce, infatti, una rilevante svolta nella riflessione e nell’interpretazione dei paesi latinoamericani. Sospinti dalle attenzioni riservate dal fascismo alla regione, una folta schiera di giornalisti, scrittori, viaggiatori e accademici prendono a frequentare assiduamente il subcontinente americano, favorendo un progressivo ampliamento quantitativo delle opere e, soprattutto, dell’orizzonte tematico, che inizia a spaziare dalla geografia alla composizione etnica, dall’analisi del quadro politico sino a quella delle relazioni internazionali, economiche e commerciali. Sul finire degli anni venti, vengono più schiettamente alla luce le intenzioni del regime mussoliniano, determinato a conquistare anche in quella parte del mondo nuovi bacini dove poter dispiegare i propri progetti di espansionismo ideologico, economico e culturale, nel solco di una nuova politica imperialista e di potenza. Queste ragioni, rinvigorite da un costante sentimento di vicinanza etnica e culturale, fanno sì che, tanto agli occhi degli scrittori quanto a quelli di influenti uomini di governo, l’America Latina divenga, parafrasando un fortunato titolo dell’epoca, un “problema fascista”

    Brossura, 13,5 x 21 cm. pag. 234

    Stampato nel 2018 da Ombre Corte

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    Il fascismo contro il comunismo. Fascismo e bolscevismo

    15.00

    Antonino Pagliaro – Francesco Coppola

    Pubblicato nel 1938 dalla Biblioteca Popolare di Cultura Fascista, Il Fascismo contro il Comunismo di Antonino Pagliaro non si sofferma esclusivamente sulla nascita e l’evoluzione del comunismo, bensì focalizza l’attenzione sui punti salienti della dottrina fascista soprattutto in riferimento all’uomo e al lavoratore. Sempre del 1938, Fascismo e Bolscevismo di Francesco Coppola. Articolato in due parti, il testo affronta innanzitutto i due movimenti nel contesto della politica europea, per poi completare il quadro corredandolo di scritti riguardanti alcuni momenti della battaglia antibolscevica.

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    Il Fascismo crocevia della modernità

    15.50

    Spadaro, fortemente anticlericale, ha compiuto una ricerca interessante e nuova nella sua angolazione. Vicino al vero fascismo, che fu più laico e meno oltranzista nella difesa dell’ortodossia di quanto non lo sia poi diventato il neofascismo, ha operato dei recuperi di un certo interesse, come quello di Murri, prete modernista e scomunicato che passò dall’ idea democratico cristiana al fascismo. Spadaro critica la Chiesa di inizio secolo, troppo chiusa e severa coi fermenti del pensiero modernista, e quella di fine secolo, troppo aperta e indulgente verso i cattocomunisti. Affronta insomma il bilancio di un secolo volendo chiudere i conti con il fascismo, che non ha vissuto di persona, da cui prende le distanze, e col cattolicesimo, in cui ha creduto fino a quando il Concilio Vaticano II non ha fatto emergere la sua volontà di menzogna ad ogni costo.

    Brossura 17 x 24 cm. pag. 286

    Stampato nel 1998 da Settimo Sigillo

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    Il fascismo degli italiani – Una storia sociale

    20.00

    A differenza del nazionalsocialismo al quale sono stati dedicati studi di storia sociale sia da parte di storici tedeschi sia anglosassoni, il fascismo italiano appare ancora privo di una storia sociale complessiva, mentre esso è divenuto oggetto e modello per una lettura culturale del fenomeno totalitario. Questo lavoro si presenta come prima sintesi della società italiana sotto il regime fascista, dagli anni della presa del potere sino alla sua crisi durante il conflitto mondiale, passando attraverso il lungo decennio dell’organizzazione e dell’ottenimento di un consenso tra classi medie e tra ceti popolari. Partendo da studi che hanno ricostruito settori specifici dell’organizzazione di massa del partito (le opere rivolte all’infanzia, alla maternità, ai giovani, al dopolavoro) la mobilitazione della popolazione maschile (la milizia, lo sport) ed analizzato l’insediarsi e l’organizzarsi del regime in provincia, il libro esamina l’incidenza del fascismo nella quotidianità degli italiani, nelle mentalità, nel plasmare paternalismo e conformismo ed anche individua atteggiamenti di resistenza e di dissidenza sociale e culturale.

    Brossura, 15 x 22,5 cm. pag. 363

    Stampato nel 2022 da UTET

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    Il fascismo e gli italiani all’estero

    14.00

    Gli italiani residenti all’estero furono per il regime fascista un importante strumento di politica estera. Gli obiettivi di Mussolini nel mondo furono diversi e il Duce ritenne di dover adottare una strategia flessibile a seconda dei paesi e delle comunità italiane nei confronti delle quali ci si rivolgeva. Il capo del fascismo sottopose tali comunità a una massiccia propaganda, enfatizzando l’importanza dell’italianità nei contesti esteri, sottolineando come l’immigrato dovesse divenire un sorta di “italiano nuovo” forgiato dai valori fascisti. Molti immigrati espressero consenso nei confronti del regime di cui sostennero le politiche. Specialmente nel corso del conflitto con l’Etiopia le comunità si mobilitarono per raccogliere fedi e denaro a sostegno della madre patria impegnata in guerra. Prioritaria fu poi la ricerca del consenso delle giovani generazioni attraverso l’organizzazione di colonie estive, l’inquadramento paramilitare e la gestione delle scuole italiane. La guerra giocò negativamente contro questo progetto, in molti paesi le autorità locali reagirono contro gli immigrati italiani accusati di essere potenziali “quinte colonne”, sottoponendoli a misure restrittive delle loro libertà personali e giungendo a internare una minoranza di estremisti.

    Brossura, 14,5 x 21 cm. pag. 160

    Stampato nel 2010 da Clueb

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    Il fascismo e i partiti politici italiani. Testimonianze del 1921-1923

    32.50

    Questa raccolta comprende testi redatti e pubblicati in un brevissimo arco di tempo compreso fra il 1921 e il 1923, quando cioè il fascismo non era ancora giunto al potere o, se vi era giunto, non aveva ancora definito i suoi caratteri e i suoi propositi in maniera inequivocabile. Sono testi che esemplificano gli orientamenti politico-culturali del paese. La raccolta è funzionale all’approccio metodologico adottato da De Felice per la ricerca storiografica: leggere scritti coevi, e di parti politiche diverse, per capire, al di là delle schematizzazioni ideologiche, che cosa il fascismo sia stato o abbia voluto essere e in qual modo esso sia stato percepito, all’epoca, dai suoi sostenitori e dai suoi avversari. Curata dal maggiore storico del fascismo, Renzo De Felice, che vi ha premesso anche un articolato studio introduttivo, questa raccolta consente la lettura di saggi significativi ma di reperimento assai difficile ed è preziosa per capire non soltanto la natura del fascismo, ma anche l’atteggiamento che verso di esso assunsero, all’inizio, gruppi politici, stampa e singoli esponenti della vita culturale italiana.

    Brossura, 15 x 22,5 cm. pag. 410

    Stampato nel 2005 da Le Lettere

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    Il fascismo e l’immagine dell’impero. Retoriche e culture visuali

    35.00

    Luca Acquarelli

    La sera del 9 maggio 1936, dal balcone di Palazzo Venezia e dalle radio di tutta Italia, Benito Mussolini proclama l’istituzione dell’impero d’Italia, con il celebre discorso che annuncia «la riapparizione dell’Impero sui colli fatali di Roma». La narrazione dell’impero fascista è oggetto in questo libro di un’analisi approfondita, condotta attraverso la visione e la lettura delle immagini della propaganda. Se la vicenda storica è ovviamente sullo sfondo, il volume si concentra maggiormente sull’impianto iconografico e narrativo dell’impero, frutto della gigantesca macchina propagandistica messa in piedi dal regime fascista.

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    Il fascismo e la tradizione italiana

    12.00

    Il muro di Berlino ha sepolto i comunisti, il mito dell’unità italiana intorno ai sacri e indeclinabili valori della resistenza al fascismo ha consegnato ai postcomunisti il potere di legittimare o delegittimare qualunque esponente della cultura e della politica nazionale. L’uscita della tradizione italiana dagli ingranaggi della censura comunista non è dunque possibile senza accettare il fatto che, molti prelati e cattolici italiani, avviarono un dialogo costruttivo con il fasismo.

    Brossura 14 x 20,5 cm. pag. 151

    Stampato nel 2012 da Solfanelli

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    Il fascismo immenso e rosso

    20.00

    Giano Accame

    Al centro di questo libro sta un’interpretazione del fascismo che, seppur condotta con scrupolo scientifico, non è puramente catalogatoria di un fenomeno del passato. Ha una precisa funzione pratica: quella di fornire alla “destra” le categorie culturali di un nuovo protagonismo per uscire dal lungo letargo in cui la politica italiana è caduta con la crisi delle ideologie. La presente opera, edita per la prima volta nel 1990, oltre che ritracciare un percorso storico, ripropone quel modello di socialismo patriottico che è stato il filo conduttore della teorizzazione politica di Accame sin dagli anni Cinquanta. Come per molti scritti di Giano Accame l’attualità delle argomentazioni e tesi. Introduzione di Marcello De Angelis.

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    Il fascismo in Europa 1918-1945

    15.00

    Il lavoro di Arnd Bauerkämper costituisce un utile e interessante tentativo di fare il punto sul più recente dibattito internazionale sulla categoria di “fascismo”, intesa in senso sovranazionale e tipologico. L’autore si propone infatti di offrire un quadro articolato e problematico sia della più recente discussione storiografica, sia delle evidenze fattuali, che a suo avviso consentono di parlare di una categoria generale di “fascismo”, pur con alcune limitazioni spaziali e temporali: l’Europa fra le due guerre. Tuttavia, egli si sofferma anche su fenomeni extraeuropei, dal Giappone all’America Latina, in cui gli sembra di poter cogliere più le differenze che le analogie con i movimenti e i regimi emersi nel continente europeo nel periodo inter-bellico. Peccato che l’autore alla fine tenti di trovare delle analogie, a nostro avviso, assolutamente fuori luogo tra i movimenti sorti negli anni ’20 e ’30 con alcuni fenomeni di “intolleranza” dei nostri giorni. I soliti luoghi comuni.

    Brossura 14 x 21 cm. pag. 156

    Stampato nel 2009 da Ombre Corte

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    Il fascismo in presa diretta – Come lo vedevano gl’Italiani e gli stranieri

    15.00

    Questo libro è una raccolta mdi giudizi sul fascismo quale lo vide allora, almeno sino al 1938, la stragrande maggioranza degli italiani e degli stranieri. Nessuno può negare gli errori e gli aspetti negativi del fascismo, ma non per questo si deve tacere ciò che esso ebbe e fece di positivo, confermato dal consenso pressoché totale che quel movimento riscosse per circa un ventennio.

    Brossura, 15 x 21 cm. pag. 216

    Stampato nel 2017 da Herald Editore

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    Il fascismo in provincia – Articolazioni e gestione del potere tra centro e periferia

    30.00

    Chi comandava veramente sotto il fascismo? A prima vista sembrerebbero esserci pochi dubbi al riguardo: ogni giorno durante il Ventennio da Roma partiva una “valanga” di ordini e direttive; erano ordini destinati ai fasci provinciali e il tono – fascisticamente deciso e perentorio – non ammetteva discussione. Ma fino a che punto i fasci locali obbedivano ai comandi di Roma? Fino a che punto, di contro, i gerarchi provinciali prendevano decisioni in modo autonomo, seguendo una logica più locale che nazionale? Attraverso studi settoriali sui vari fascismi provinciali, il volume fa luce per la prima volta sull’effettiva distribuzione del potere durante il Ventennio, mostrando da una parte i limiti di quella centralizzazione tanto voluta dal regime e dall’altra il peso dell’ingerenza nella gestione del potere provinciale di tradizioni, interessi, e anche ambizioni più strettamente locali. Ne emerge un quadro nuovo, ricco e complesso, che mette in questione i luoghi più comuni con cui siamo abituati a pensare i meccanismi di funzionamento della dittatura.

    Brossura, 15 x 21 cm. pag. 262

    Stampato nel 2014 da Viella

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    Il fascismo portoghese – Le interviste di Ferrro a Salazar

    18.00

    Il volume propone le interviste che il giornalista Antonio Ferro fece al dittatore lusitano Antonio Oliveira de Salazar, tra il 1932 e il 1938, per far conoscere in Portogallo e all’estero il valore della sua dottrina e il modello di stato che aveva in mente. Riletti oggi, questi testi sono da considerarsi capitoli di un vero e proprio “Mein Kampf” del regime portoghese, ma anche le parti di un’autobiografia dello stesso Salazar. Tra ricordi personali e prospettiva politica, nei colloqui con Ferro, il presidente del consiglio lusitano, oltre a parlare di strategie economiche e politiche, parla di se stesso e della sua formazione. Da tutto ciò emerge il profilo di un dittatore atipico, più a proprio agio tra le carte che a contatto con le masse. Un capo, che seppe conciliare la propria cultura cattolica con quella fascista, poiché ammirava profondamente Benito Mussolini. Le interviste tracciano, in tal modo, un affresco coerente dell’idea di Estado Novo, alla quale Salazar rimarrà fedele per tutto il suo lungo mandato.

    Brossura, 14 x 21 cm. pag. 267

    Stampato nel 2014 da Pendragon

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    Il fascismo rimosso: Cioran Eliade Lonesco

    29.00

    Emile Cioran, Mircea Eliade e Eugène Ionesco sono riconosciuti come tre importanti classici della cultura francese ed europea della seconda metà del XX secolo. Nati in Romania precisamente a due anni di distanza l’uno dall’altro – nel 1907 Eliade, nel 1909 Ionesco e nel 1911 Cioran – i tre giungeranno, sul filo di percorsi peraltro accidentati, a imporsi come maestri pressoché incontestati, ciascuno nel proprio campo: Cioran come esteta dell’apocalisse e “La Rochefoucauld del XX secolo”; Ionesco, primo scrittore francese ad essere pubblicato, ancora vivente, ne La Pléiade, quale principe dell’assurdo; Eliade come “uno dei più grandi storici delle religioni del nostro tempo”, secondo un’espressione comparsa un po’ ovunque al momento della sua morte, nel 1986. Per coloro che si interrogano sull’adesione al fascismo di Emile Cioran e soprattutto di Mircea Eliade, questo libro dissiperà gli ultimi dubbi. Tutt’altro che peccato giovanile, si scoprirà, partendo dagli inediti scritti politici in francese e da archivi fino ad ora inesplorati, l’ampiezza del discorso antisemita e ultranazionalista portato avanti da questi due autori oggi celebri in tutto il mondo…. Di questa “rimozione del fascismo” Ionesco fu un testimone consenziente? Il giovane intellettuale di sinistra conosceva perfettamente, per averla combattuta negli anni Trenta, la militanza dei suoi compatrioti. Come interpretare allora il bizzarro patto del silenzio stretto nel Dopoguerra tra i tre uomini? Complice amnesia o equivoco effetto delle solidarietà anticomuniste dell’esilio? Attraverso una minuziosa inchiesta storica, l’Autrice ci fa viaggiare dalla Bucarest delle Guardie di Ferro alla Parigi dell’anteguerra.

    Rilegato, 15 x 23 cm. pag. XXVI + 466

    Stampato nel 2008 da Utet

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    Il Fascismo rurale – Arrigo Serpieri e la bonifica integrale

    20.00

    Attraverso la storia di quest’uomo, peraltro croce di guerra oltre che accademico e cattedratico, principale protagonista delle bonifiche in Italia (ricordiamo anche il suo fondamentale ruolo nella battaglia del grano) e precursore della sociologia in Italia, il volume descrive il contesto storico e agricolo in cui operò il fascismo, leggendo dal suo punto di vista la situazione economica e politica nazionale confrontandola con quella estera. Egli fu teorico ed artefice dell’impresa che portò nel solo Agro Pontino alla creazione di 5 nuove cittadine e 18 borgate: la Bonifica Integrale dell’ Italia che all’epoca era una realtà prevalentemente rurale sia economicamente che a livello di mentalità e costumi. Il libro, attraverso un’analisi scientifica dei dati e delle fonti offre un quadro organico dell’Italia agricola, perchè non si può capire il fascismo se non se ne conoscono gli aspetti rurali.

    Brossura 15 x 21 cm. pag. 280

    Stampato nel 2001 da Settimo Sigillo

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    Il Fascismo secondo Mussolini

    10.50

    Nino Tripodi

    Il Fascismo è stato interpretato nei più vari modi, analizzato da ogni possibile punto di vista. Ma in tanta verità, la “cultura ufficiale” ha sempre tenuto fermi due punti pregiudiziali: che tutti avessero il diritto di occuparsi del fascismo tranne i fascisti e che, le opere e gli atti del fascismo si dovessero giudicare non alla luce delle idee proprie, ma di quelle altrui. Il presente saggio abbatte le due pregiudiziali.

    Brossura 12,5 x 19,5 cm. pag. 178

    Stampato nel 1998 da Settimo Sigillo

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    Il Fascista

    12.00

    Attraverso le parole di un romanzo troviamo un interessante saggio sul Fascismo e la sua ideologia. Il protagonista, che dal 1945 ha vissuto per cinquant’anni isolato dal mondo, dopo un sogno, libera i propri ricordi e torna al paese natio. Comincia così un doppio viaggi: dentro di sè e fuori. Scopre di aver commesso degli errori e che fuori esiste un mondo diverso da come lo aveva immaginato. In questa luce analizza, rivivendoli, gli avvenimenti degli anni ’43-’45 che hanno segnato per sempre la sua esistenza.

    Brossura,14 x 21 cm. pag. 234

    Stampato nel 2002 da Controcorrente

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    Il fenomeno legionario

    10.00

    Questo saggio, che parrebbe piuttosto esiguo, raccoglie invece quattro conferenze che il filosofo romeno Nae Ionescu tenne nel maggio 1938 nel campo di concentramento di Miercurea Ciue, dove si trovavano rinchiusi dirigenti e militanti del Movimento legionario. Una Introduzione e un discorso di Papanace, un breve articolo di Nae Ionescu apparso su un giornale legionario, nonché due saggi introduttivi di Don Stanca e di Gabriel Stanescu.

    Brossura 12 x 19 cm. pag. 101

    Stampato nel 1998 dalle Edizioni All’Insegna del Veltro

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    Il fuoco sacro della rivolta

    20.00

    Questo volume di scritti di Filippo Corridoni, uno dei capi, con De Ambris e Mussolini, dell’interventismo sindacalista, socialista, anarchico e repubblicano, fa parte della collana Labor che si propone la pubblicazione dei testi del sindacalismo rivoluzionario e del sindacalismo nazionale e fascista. Il volume raccoglie una larga parte della produzione giornalistica corridoniana, apparsa su “L’Internazionale”, “La conquista”, Gioventù socialista”, “L’Avanguardia” e “Il popolo d’Italia”. Pur senza avere pretese di completezza, la presente raccolta rappresenta un quadro tale da rendere completo onore al Corridoni giornalista, affiancandolo a buon diritto al Corridoni sindacalista e al Corridoni eroe di guerra, offrendo un’idea compiuta del suo percorso biografico e politico.

    Brossura 14,5 x 21 cm. pag. 360

    Stampato nel 2006 da Barbarossa

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