Le ali del potere – La propaganda aeronautica nell’Italia fascista

Francesco De Pinedo

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    Le ali del potere – La propaganda aeronautica nell’Italia fascista

    24.00

    Sulla base di un ampio campione di fonti, questo libro scandaglia il tema del fascismo alato, indagando il legame precoce tra fascisti e ambienti aviatori e evidenziando come il regime di Mussolini si configurasse come un caso originale di uso politico e ideologico dell’aeronautica. Con l’identificazione mitica tra aviazione e fascismo, tra arte del pilotaggio e arte di governo, con la valorizzazione delle esperienze aviatorie del Duce, con il ricorso alla retorica dannunziana e alla polemologia futurista per esaltare le imprese delle ali italiane, gli artefici della propaganda svilupparono un culto patriottico dell’aviazione che svolse una funzione pedagogica centrale nella politica fascista. La storia di questo culto arricchisce la conoscenza della natura rituale e scenografica del fascismo, nonché della sua permanente oscillazione tra la propensione a irreggimentare le masse con l’organizzazione capillare di manifestazioni aeree rivolte al pubblico – e la promozione dell’eroismo aristocratico – con la glorificazione di piloti quali Francesco Baracca o Francesco De Pinedo.
    Cartonato con sovracopertina 15,5 x 23,5 cm. pag. 340

    Stampato nel 2010 da Utet

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    Un volo di 55.000 chilometri

    25.00

    Nel 1925 Francesco De Pinedo e il motorista Ernesto Campanelli effettuarono un’impresa eccezionale per quei tempi, volarono per 370 ore su tre continenti, percorrendo con un idrovolante SIAI S.16ter, ribattezzato “Gennariello”, 55.000 chilometri da Sesto Calende a Melbourne, Tokyo e Roma. Purtroppo, dopo molte altre trasvolate, il 3 settembre 1933, mentre si apprestava a intraprendere un volo record da New York a Baghdad con un moniplano Bellanca, non riuscì a decollare a causa del sovraccarico di carburante, le ali si spezzarono a bordo pista e De Pinedo morì carbonizzato nel rogo. Questo è il racconto particolareggiato delle tante imprese di Francesco De Pinedo.

    Brossura 17 x 24 cm. pag. 310 con 7 cartine b/n ed alcune foto

    Stampato nel 2011 da Sarasota

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    Un volo di 55.000 chilometri

    22.00

    Dopo essere stato nominato da Benito Mussolini Messaggero di italianità il giovane ufficiale Francesco De Pinedo prende spunto dall’impresa compiuta nel 1920 da Arturo Ferrarin e Guido Masiero, che raggiunsero Tokyo per via aerea partendo da Roma, per organizzare una trasvolata ben più impegnativa. Di estrazione marinara, De Pinedo ritiene che per superare grandi distanze si debba ricorrere, a differenza dei pionieri dell’aviazione che l’hanno preceduto, agli idrovolanti. A differenza del carattere esuberante dei suoi contemporanei, De Pinedo è schivo, poco incline alla mondanità e nel contempo meticoloso nella pianificazione delle trasvolate. Così nel 1925 parte in solitaria insieme al motorista Ernesto Campanelli (1891-1944) con un idrovolante biplano di scopo militare SIAI S. 16 Ter, privo di carrello terrestre, ribattezzato Gennariello dal nome del santo protettore di Napoli, con l’obiettivo di raggiungere l’Australia e ritornare in Italia passando da Tokyo. I due aviatori effettuano così un’impresa eccezionale per quei tempi, volando per 370 ore su tre continenti, percorrendo 55000 km prevalentemente sul mare o seguendo il corso di grandi fiumi, sorvolando il Golfo Persico, facendo scalo in India e circumnavigando l’Australia.

    Brossura, 15 x 21 cm. pag. 300

    Stampato nel 2019 da Idrovolante Edizioni

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