L’esercito di Bisanzio in Italia (535-1071) – Dalla riconquista giustinianea alla caduta di Bari

Impero Bizantino

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    L’esercito di Bisanzio in Italia (535-1071) – Dalla riconquista giustinianea alla caduta di Bari

    20.00

    Dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente fu Costantinopoli a mantenere vive le vestigia e tradizioni romane. Dalla nuova capitale sul Bosforo, opulenta città e ricca di fascino, ripartirono i tentativi di ricostruire l’unità spezzata. Ci volle quasi un secolo per organizzare una valida spedizione militare con l’ambizione di riconquistare le antiche terre perdute e questo fu possibile grazie al governo di Giustiniano I. La guerra che ne seguì, conosciuta come “guerra gotica”, durò quasi 20 anni, unificò la provincia con l’Impero, ma distrusse la penisola. L’unità ebbe però vita breve, i Longobardi giunsero in Italia nel 569 e la designarono come loro nuova dimora. Gli Imperiali, così, si trovarono sulla difensiva per quasi due secoli mantenendo gran parte dei territori, almeno fino all’avvento di Rotari che nel 643 ne conquistò gli ultimi brandelli. Ravenna cadde nel 751 sotto le lame longobarde. La risposta imperiale poté concretarsi solamente un secolo dopo, quando fu inviato il generale Niceforo Foca “il vecchio”, che riuscì a conquistare tra il 885 e il 886 gran parte della Puglia, della Calabria e parte del beneventano. II controllo imperiale si mantenne forte per quasi due secoli. Con l’arrivo di Roberto il “Guiscardo” nel 1050, le bande normanne trovarono finalmente il loro capo indiscusso e questo permise la rapida conquista di diverse porzioni del territorio imperiale fino a conquistarne la capitale politica, Bari nel 1071.

    Brossura, 17 x 24 cm. pag. 80 con circa 44 illustrazioni e foto b/n, 15 tavole e 2 cartine a colori

    Stampato nel 2016 da Soldiershop

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    The Byzantine Art of War

    36.00

    L’arte bizantina della guerra, esplora la storia militare del millenario impero del Mediterraneo orientale di Bisanzio. Nel corso della sua storia l’impero dovette far fronte una serie di sfide portate da invasori stranieri che cercavano di saccheggiare la sua ricchezza e occupare le sue terre: dalle orde mortali unne di Attila, ai Goti, dagli eserciti arabi dell’Islam, ai crociati occidentali intenzionato a ritagliarsi un posto nelle terre bizantine. Per sopravvivere i Bizantini utilizzarono un forte esercito che per diversi secoli rappresentò l’unica forza professionale in Europa. La società bizantina diede i natali a un certo numero di strateghi e tattici militari, alcuni particolarmente brillanti. Questi ufficiali seppero mantenere un livello di professionalità e di organizzazione ereditata e adattata da modelli romani. Le riforme militari bizantini del VI secolo, incluso l’ uso di attrezzature e tattiche cooptare dai polpoli dell’oriente, come l’utilizzo degli arcieri a cavallo, diedero ai bizantini la possibilità di contrapporsi validamente a molteplici nemici. Le vittorie dell’Islam portarono un netto calo nel numero e nella qualità delle forze imperiali. Con i secoli VIII e IX i comandanti bizantini impararono l’arte della “piccola guerra”, conducendo campagne di guerriglia e incursioni, evitando però un confronto decisivo che, probabilmente l’Impero non era più in grado di vincere. Questo lavoro delinea le campagne principali, le battaglie e assedi che illustrano la dottrina militare bizantina, i cambiamenti vitali da un’epoca all’altra, la composizione delle forze e le grandi vittorie e le sconfitte che hanno definito il territorio e il benessere materiale dei suoi cittadini. Il libro si chiude con un’analisi dei contributi di questo straordinario impero alla storia militare del mondo.

    Rilegato, 16 x 24 cm. pag. 268 con numerose illustrazioni e mappe b/n

    Testo in lingua inglese

    Stampato nel 2013 da Westholme Publishing

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