«Esigenza Cantore» l’ordine mai dato. Vita segreta del Generale Luigi Olivieri (1892-1982

Italia secondo dopoguerra

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    «Esigenza Cantore» l’ordine mai dato. Vita segreta del Generale Luigi Olivieri (1892-1982

    15.00

    Giannino Angeli

    Tutto preordinato e messo a punto come un orologio. Mancava e non è stato mai dato l’ordine di saltare in trincea: attuare Esigenza Cantore che soltanto il Generale del V Corpo d’Armata poteva emettere. Forse non è del tutto esatto dire che quell’imperativo non fu mai pronunciato in quanto il 18 ottobre 1953, sottotraccia, il Comandante in capo di fatto avvertì che tutta l’«organizzazione» passava ai suoi ordini. Era il passo precedente alla mobilitazione reale suggerita dalle minacce di Tito di invadere con le armi la «Zona “B”» del Territorio Libero di Trieste.

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    1930-1950 – Da eja eja alalà alla democrazia in scooter. Una ricognizione nella memoria

    12.90

    La mostra “1930-1950, da Eja Eja Alalà alla democrazia in scooter, è un film di carta , un romanzo di cose viste, una trama a colori di documenti d’epoca, il resoconto del lunghissimo Ventennio in cui il regime fascista di Mussolini iniziò è completò la sua parabola idealista, politica, sociale e militare. In quell’Italia di oltre sessant’anni fa, caratterizzata dall’alleanza con la Germania, dalle uniformi littorie, dalle adunate di piazza e dalle parole d’ordine e, ovviamente dalla guerra, c’erano anche gli adolescenti dai calzoni corti, grigioverdi, vestiti da balilla Moschettieri, con fucili in miniatura, trombe e tamburi. Nll’immediato dopoguerra, in un’Italia ridotta quasi in rovina ma, caratterizzata da un nuovo sconro tra il regime “democratico” di stampo americano e i partiti propugnatori dell’ideologia comunista di derivazione sovietica, si aprono nuovi scenari che porteranno ben presto all’inizio di quel periodo storico conosciuto come boom economico. L’iconografia è di buon livello, lo scarno testo un po meno…

    Brossura, 21 x 29,5 cm. pag. 160 completamente illustrato a colori e b/n

    Stampato nel 2003 da Monte Università Parma

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    1945. Killer in polizia. La polizia partigiana nelle questure

    20.00

    Gianfranco Stella

    Questo nuovo libro di Gianfranco Stella ha il senso storiografico della revisione, la verifica d’una resistenza che finalmente dovesse collocarsi al di fuori del mito nel quale fior fiore di serial kileer avrebbero cercato e trovato l’alibi morale. La polizia partigiana fu favorita negli arruolamenti nella Pubblica Sicurezza, come si chiamava allora la polizia, in forza di concorsi ad hoc pretesi dalla Sinistra e mirati a controllare l’inquieto mondo partigiano. Fu il secondo governo centrista a ordinarne l’epurazione, voluta non tanto per una questione di affidabilità morale, poiché erano ormai note le inclinazioni criminali manifestatesi dai partigiani comunisti durante la lotta di liberazione, quanto per il loro orientamento politico, improvvido in quegli anni di guerra fredda.

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    1948. Gli italiani nell’anno della svolta

    25.00

    Per l’Italia repubblicana le vicende del 1948 hanno sancito la fine della travagliata transizione dal fascismo alla democrazia e l’inizio di una fase politica nuova. Il voto del 18 aprile rappresentò anche una netta scelta di campo nel bipolarismo della guerra fredda, scelta che non fu messa in discussione neppure dalla grave crisi dell’attentato a Togliatti, che in quello stesso anno portò il paese sull’orlo di un’insurrezione e ai una nuova guerra civile. Come vissero gli italiani quel passaggio tumultuoso? Quali ideali li animarono? Quali stati d’animo, passioni e condizionamenti ne indirizzarono l’orientamento politico? Diari, lettere, interviste, relazioni delle autorità e di pubblica sicurezza, carte di partito, documenti internazionali, giornali, volantini permettono di ricostruire il quadro complesso dell’Italia dell’epoca, illuminando anche molte questioni che hanno caratterizzato i decenni successivi, fino ai nostri giorni.

    Brossura, 15 x 21 cm. pag. 435

    Stampato nel 2018 da Il Mulino

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    1954. Trieste. Italia.

    20.00

    Umberto Maiorca – Emanuele Mastrangelo

    Il 26 ottobre 1954, dopo gli anni terribili della violenza slava, degli infoibamenti, dell’esilio, dell’occupazione straniera, il tricolore torna a sventolare sulla piazza Unità d’Italia accolta da un’immensa folla in festa. “1954” è il racconto, fatto di inedite pagine scritte che si alternano alle tavole di un fumetto, di Trieste e del suo ritorno all’Italia. Un ritorno sofferto e a lungo sognato, come nei versi – “Fummo felici, uniti, e ci han divisi” – di “Vola colomba”, canzone vincitrice del Festival di Sanremo del 1952: una storia d’amore tra due giovani separati che è la metafora di tutta la sofferenza causata dalla drastica separazione in Zona A e B di un lembo di terra che, storicamente e culturalmente, è Italia. Una canzone che, dietro la storia di un amore sofferente, racconta la disperazione di un popolo contro il quale si è accanita la volontà politica di sopraffazione e cancellazione. Rimane, tuttavia, la speranza di un incontro – che vuol dire pure “ritorno” – con quella colomba che vola sulla cattedrale di San Giusto, verso quello stesso campanile dove il 3 novembre del 1918, sbarcato dal cacciatorpediniere italiano Audace sull’allora molo San Carlo, il ventenne bersagliere Lorenzo Putzu innalzava il tricolore, portando a compimento la prima redenzione della città. La storia di Trieste è una storia di passione, di amore, di lotta e dolore, di rivendicazioni dell’identità nazionale, ma anche di culture e di linguaggi che riconducono ad un’unica appartenenza: quella italiana.

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    2 Agosto 1980. Orazione civile

    Il prezzo originale era: €12.00.Il prezzo attuale è: €7.80.

    Gabriele Marconi            Prezzo di listino: 12.00 (sconto 35%)

    2 agosto 1980, una data impressa a fuoco nella storia della Repubblica e nelle coscienze di tutti. La strage alla stazione di Bologna è la più atroce tra quelle compiute in Italia nel secondo Novecento. E a quarant’anni di distanza è ancora fortissima la sensazione – per molti la convinzione – che su quel tragico evento non sia ancora stata detta la verità. Questo monologo teatrale apre una finestra su quegli anni terribili, sulle incongruenze e sui punti oscuri della ricostruzione ufficiale. Ma soprattutto invita a riflettere sui tanti “perché?” rimasti senza risposta e sulle strade che non si sono volute percorrere. Un’orazione civile rivolta – come ha scritto qualcuno – «al diritto alla piena giustizia per i morti di Bologna e al diritto alla piena verità per una democrazia ferita».

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    A colpi di manifesti – Grafica e comunicazione politica negli anni Settanta

    16.00

    Internet non c’era e tanto meno i social network. Erano gli anni Settanta. Una stagione difficile, complessa, dura e affascinante al tempo stesso, in cui la politica comunicava soprattutto attraverso lo strumento del comizio e dell’incontro pubblico. Una sorta di avvenimento nelle piazze delle città italiane, perfino nei paesini più sperduti, che richiamava all’appuntamento non solo i simpatizzanti di una precisa parte politica. La radio e la televisione di Stato – le prime emittenti private arriveranno solo alla fine degli anni Settanta. E allora come si veicolava un messaggio? Come si annunciava un comizio? Quali erano gli strumenti per raggiungere la gente? Era la carta a fare la differenza. Manifesti, volantini e giornali – numeri unici, periodici e quotidiani – riuscivano a catturare l’attenzione dei cittadini. Una tradizione antica quella dei manifesti, specie per una realtà come Trieste, che dei grandi cartellonisti quali ad esempio Marcello Dudovich poteva già vantare le campagne pubblicitarie delle catene alberghiere, delle compagnie marittime, dei grandi magazzini… Ma dietro alla grafica dei manifesti di partito – dalla Dc al Pci fino al Msi, per citare quelli più assidui nell’utilizzo dei manifesti, senza dimenticare i sindacati e anche i movimenti extraparlamentari di quegli anni – non c’erano di solito nomi affermati del mondo grafico e pubblicitario. Erano per lo più manifesti “pensati in casa” dal settore propaganda, ma proprio per questo originali e forse più genuini nel poter raccontare un percorso, attraverso i testi, le immagini e il messaggio che si voleva lanciare. A volte chiaro a volte meno, almeno per il risultato finale sui fruitori.

    Brossura, 21 x 29,7 cm. pag. 82 completamente illustrato b/n e colori

    Stampato nel 2015 da Spazio In Attuale Editore

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    A destra della città proibita – Genova quelli che non si arresero

    25.00

    Gli studi ormai numerosi sulla Repubblica Sociale Italiana non la fanno scaturire e svolgere – come la logica più elementare vorrebbe– dal seno del Regime, ma ne rilevano solo gli elementi di contraddizione e di contrasto, e addirittura la saltano per guardare agli spunti ideali del primo fascismo (il citatissimo “programma di San Sepolcro”) – e per cercare il “rosso” in una impresa dove palesemente predomina il “nero”. Così quasi tutti finiscono per fermarsi dinanzi al fenomeno apparentemente inspiegabile dei giovanissimi non ancora diciottenni che corsero ai centri di arruolamento per combattere una guerra perduta, e nessuno bada al fatto evidente che quei ragazzi avevano avuto dieci anni al tempo delle guerre d’Africa e di Spagna, erano cresciuti in quello che una popolare e stupenda del tempo chiamava “clima di battaglia e di vittoria”, non si rassegnavano quindi alla sconfitta, volevano malgrado tutto e contro ogni evidenza, giocare ancora una carta, come per fare violenza alla sorte avversa, e si schieravano – altro fatto inesplicabile – dalla parte ormai sicuramente battuta non solo per rispetto dei patti e per fedeltà alle alleanze, ma perché da quando avevano aperto gli occhi sul mondo, la lotta contro l’Occidente capitalista e contro l’Oriente comunista era stata la battaglia originariamente sollevata e poi coerentemente condotta dall’Italia come rispondendo alla sua profonda natura.

    Brossura, 13 x 21 cm. pag. 244 con alcune foto e documenti

    Stampato nel 2019 da Novantico

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    A Praga senza ritorno. I partigiani comunisti italiani in Cecoslovacchia

    20.00

    Gianfranco Stella

    Una storia romanzata dei partigiani italiani comunisti, rifugiati in Cecoslovacchia, poichè ricercati dalle autorità di polizia italiane per i crimini commessi durante la guerra civile (1945-1945) e nell’immediato dopoguerra.

    Rilegato, 15 x 23 cm. pag. 314 + 16 pagine fuori testo con foto b/n

    Stampato nel 2022 In Proprio

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    Almerigo Grilz – Avventure di una vita al fronte

    17.00

    Il 19 maggio del 1987, gli organi di informazione italiani e mondiali comunicano la morte di Almerigo Grilz, reporter italiano sul fronte di guerra del Mozambico. Grilz, triestino, è il primo giornalista italiano caduto su un campo di battaglia dalla fine della seconda guerra mondiale. Un grande giornalista ignorato, scansato, non ricordato a causa delle sue passioni politiche giovanili. La vita avventurosa di Almerigo Grilz, passata da un fronte di guerra all’altro (dall’invasione israeliana del Libano nel 1982 alla Cambogia nel 1984, dalla guerra etnica in Birmania al conflitto tra Iran e Iraq nel 1985), viene raccontata per immagini in un albo basato su materiale storico e testimonianze. L’albo contiene uno scritto inedito di apertura del giornalista Toni Capuozzo e una postfazione dei noti inviati di guerra Fausto Biloslavo e Gian Micalessin, amici di Almerigo e fondatori con lui nel 1983 dell’Albatross Press Agency.

    Brossura, 17 x 24 cm. pag. 128 completamente illustrato con disegni b/n e 8 foto b/n a tutta pagina

    Stampato nel 2017 da Ferrogallico

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    Bologna: la pista israeliana

    14.00

    Luca Tadolini

    Basandosi su alcuni notevoli indizi, nonché sulle esplosive dichiarazioni di Ilich Ramírez Sánchez (Carlos) e di esponenti del mondo politico (il senatore Rino Formica) e giudiziario (il giudice Carlo Mastelloni) e considerando il contesto internazionale dell’epoca, Luca Tadolini propone per la strage di Bologna l’ipotesi di una pista israeliana, L’esplosivo trasportato da uomini di Carlos per colpire un obiettivo sionista (una scuola ebraica, secondo l’Agence Télégraphique Juive) sarebbe stato fatto “brillare” dai servizi speciali di Tel Aviv, i quali avrebbero così conseguito lo scopo di punire l’Italia, rea di non osteggiare l’attività dei gruppi palestinesi sul suo territorio.

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    Borghese mi ha detto. L’ultima testimonianza del principe nero

    13.00

    Giampaolo Pansa

    Il 4 dicembre 1970 Giampaolo Pansa, allora giovane giornalista della “Stampa”, si presenta a Junio Valerio Borghese e gli chiede un’intervista. Da questo incontro di poche ore nasce un documento storico: l’intervista sarà pubblicata sulla “Stampa” il 9 dicembre 1970, pochi giorni dopo il tentato colpo di Stato passato alla storia come “golpe Borghese”, e sarà l’ultima concessa dal vecchio comandante. Borghese è un personaggio controverso: medaglia d’oro al valor militare nel 1941 per le sue imprese da sommergibilista, nel 1943 aderisce alla Repubblica Sociale assumendo il comando della X MAS; dopo la guerra aderisce al Movimento Sociale Italiano, da cui prende le distanze per fondare nel 1969 il Fronte Nazionale. Quando concede l’intervista, può essere considerato un’icona della destra extraparlamentare italiana, di cui ben rappresenta l’ideologia e la visione politica.

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    Brigate rosso sangue – Mazzola e Giralucci il primo omicidio delle BR

    19.00

    Le brigate rosse hanno lasciato una lunga scia di sangue in quella che è stata una delle più violente stagioni della storia italiana: tutto ebbe inizio a padova, il 17 giugno 1974. Il battesimo di sangue delle br raccontato in un fumetto che riporta il lettore nel clima cupo e violento degli anni 70. Un fumetto per ricordare, per riflettere sull’assurdità di un odio ideologico assassino.

    Brossura, 17 x 24 cm. pag. 96 illustrato con disegni b/n

    Stampato nel 2019 da Ferrogallico

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    C’è del marcio a Bologna. 12 mesi per far sparire la verità sulla strage.

    15.00

    Guido Giraudo

    Fu nei 12 mesi in cui si sviluppa questo racconto, a cavallo tra l’agosto 1980 e il luglio 1981, che si decise che nessuno avrebbe mai saputo la verità sulla strage alla Stazione. Quella verità che Giorgio Pisanò aveva “intuito” in un articolo su Candido del giugno 1981 che costò l’arresto al suo vice (unico giornalista a essere stato detenuto per non aver rivelato le fonti d’informazione). Da qui si parte per riscoprire i teoremi, le trame, le omissioni, le persecuzioni e i coscienti depistaggi orditi dalla magistratura bolognese con la complicità dei servizi segreti. Un castello di menzogne, pregiudizi e sordidi intrighi che dura da più di 40 anni. Con i disegni originali di Almerigo Grilz.

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    Camminando con libero passo. Una storia padovana 1969-1978

    Il prezzo originale era: €18.00.Il prezzo attuale è: €10.80.

    Mario Bortoluzzi              prezzo di listino: 18.00 (sc. 40%)

    Camminando con libero” passo è la storia romanzata di un gruppo di giovani missini nella Padova degli opposti estremismi durante gli anni ’70 del secolo scorso. Dal 1969 al 1978 i protagonisti vivono il passaggio dalla Giovane Italia al Fronte della Gioventù nel bel mezzo di una vera e propria guerra civile scatenata dall’ultrasinistra locale. I ragazzi, inferiori di numero ma determinati a non mollare, fanno muro contro il tentativo quotidiano di toglier loro financo il diritto di esistere politicamente in città e riescono a resistere per dieci lunghi anni ad aggressioni e attentati, tenendo sempre la posizione. Solo l’iniziativa politico giudiziaria di una parte della magistratura, orientata a sinistra, riesce a fermare la resistenza missina imprigionando dodici militanti e mettendone sotto processo complessivamente trentatré. L’esperienza del carcere non abbatte i giovani, anzi, li stimola a immaginare la rifondazione del Fronte su altre basi, puntando con decisione alla preventiva formazione spirituale dei militanti.

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    Cattolici e anni di piombo. Le riviste «Carattere», «Europa Settanta», «Adveniat Regnum»

    10.00

    Nessuno (o quasi) ricorda più l’ostracismo, l’odio e, spesso, il prezzo del sangue pagato da tanti italiani e, fra essi, da non pochi cattolici, a causa del terrorismo. Oltre al dovere della memoria, questo saggio dedica un’attenzione inedita ad alcuni dei protagonisti che rimasero “con la schiena dritta” durante gli anni di piombo. Si parte dai promotori delle riviste cattoliche “Carattere” (Verona 1954-1963) e “Adveniat Regnum” (Roma 1963-1975), alla testata politico-parlamentare “Europa Settanta” (1968-69). Espressione culturale della destra DC, il gruppo riunitosi attorno a questa rivista, diretta da Bartolo Ciccardini, si impegnò in tempi non sospetti contro l’incipiente “partitocrazia” e “sindacatocrazia” della Repubblica, oltre che per il rilancio dell’identità nazionale battendosi per il presidenzialismo e la ripresa dell’autorità dello Stato.

    Brossura, 12 x 19,5 cm. pag. 110

    Stampato nel 2017 da Solfanelli

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    Cesare Ferri – Genesi di un ribelle

    15.00

    Susanna Dolci – Ippolito Edmondo Ferrario

    Il libro ripercorre l’avventura politica, umana e culturale di uno dei più noti militanti della destra radicale milanese, le cui vicende abbracciano un arco di tempo lungo quasi quarant’anni.

    Brossura, 15 x 21 cm. pag. 104

    Stampato nel 2019 da Settimo Sigillo

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    Chi ha sconfitto il Sessantotto. L’alleanza Segreta fra Sovietici e Poteri Occulti Contro i Giovani Rivoluzionari

    35.00

    Roberto Gremmo

    Nel “sessantotto” italiano si aggiravano gli spettri delle “Guardie Rosse”, così come ai tempi di Marx si stendeva per l’Europa il fantasma del comunismo. Quando i comunisti-marxisti-leninisti italiani si organizzavano come forza autonoma, guardando come esempio di ribellione alla Cina di Mao, il rischio divenne enorme per i ceti dominanti e i difensori degli equilibri mondiali di “coesistenza pacifica” basati sulla non-ingerenza russo-americana. Anche in Italia, come in altri paesi, per fermare l’avvento di un forte movimento rivoluzionario, si mobilitarono gli uomini legati a Mosca e gli ambigui maggiorenti dei poteri occulti conl tacito assenso dei falsi riformisti conniventi con il potere governativo.

    Brossura, 15 x 21 cm. pag. 286

    Stampato nel 2023 da Storia Ribelle

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    Come pesci nell’acqua. Le Brigate rosse e i contesti della violenza politica

    16.00

    Chiara Dogliotti

    Il rapporto tra terrorismo e sinistra rivoluzionaria è da sempre oggetto di due narrazioni opposte, ma ugualmente stereotipate: da un lato viene descritto come assoluta alterità e dall’altro come un legame assai stretto in cui i confini tra i due termini sono labili. Entrambe queste narrazioni tendono a porre al centro le vittime in una prospettiva sostanzialmente moralistica che guarda con diffidenza alle sfumature e alle contestualizzazioni, quasi costituissero un implicito riconoscimento delle ragioni del nemico che offende la memoria delle vittime. Il libro offre una ricostruzione che cerca di discostarsi da questi “opposti estremismi” e che non teme di addentrarsi nelle ragioni storiche su cui poggia la vicenda della violenza politica degli anni Settanta, nella convinzione che lo sforzo di comprensione e la restituzione della complessità che caratterizza ogni vicenda umana sia doverosa anche per tentare di ritrovare un senso storico in cui collocare quei dolorosi eventi.

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    Con Mussolini e oltre. Giovanni Gentile da Marx alla destra postfascista

    25.00

    Rodolfo Sideri

    Una analisi della filosofia del grande filosofo a partire dalla pubblicazione de “La filsoofia di Marx”, alla sua uccisione per mano partigiana, fino alla riscoperta delle sue idee da parte della destra postfascista.

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    Dal fascio alla fiamma – Fascisti a Verona dalle origini al MSI

    16.00

    Il libro analizza i rapporti che caratterizzarono la nascita e lo sviluppo del fascio cittadino a Verona, l’amministrazione del partito durante il ventennio, la guerra civile e la R.S.I., la formazione del Movimento Sociale Italiano, il ruolo delle donne nella Repubblica Sociale e nel neofascismo del secondo dopoguerra. Ne esce un quadro complesso e sfaccetato non dissimile da altre realtà dell’area padana.

    Brossura15,5 x 23 cm. pag. 288

    Stampato nel 2010 da Cierre Edizioni

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    Dall’Italia al cielo. Ritratti di istriani, fiumani, giuliani e dalmati

    18.00

    Cristina Di Giorgi

    Questo libro è dedicato a uomini e donne che, nella loro vita, hanno fatto di tutto per dare corpo alle loro aspirazioni. E lo hanno fatto molto spesso a prezzo di enormi sacrifici. Uomini e donne che hanno saputo e voluto dimostrare che si può credere in un sogno e farlo diventare realtà. Ognuno di loro si è impegnato, ha studiato, ha lavorato. Ha creduto. Ed è riuscito nel suo intento nonostante le difficoltà. Alcuni, nati e cresciuti in tempi lontani, hanno compiuto grandi imprese e sono riusciti a scrivere il loro nome sul grande libro della storia d’Italia realizzandosi nell’ambito professionale che avevano scelto. Altri hanno fatto questo stesso percorso con un segno nel cuore, più o meno nascosto, più o meno riconoscibile, più o meno consapevolmente percepito: quello provocato dall’essere stati costretti, insieme alle loro famiglie, a subire l’allontanamento forzato dai luoghi natii. Tutti hanno in comune una cosa: sono nati nei luoghi italiani di Istria, Fiume e Dalmazia.

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    Destra terminale addio

    12.00

    Gabriele Adinolfi

    C’era una volta l’avanguardia rivoluzionaria che, almeno dagli anni ‘20 agli ‘80 del Novecento, comprese la realtà prima di tutti gli altri, ne anticipò gli sviluppi e presentò idee forza e modelli politici per la rigenerazione delle nazioni e dei popoli. Quando la storia le diede ragione, coloro che a quell’avanguardia pretendevano di rifarsi passarono bruscamente alla retroguardia, affetti dai disagi di un rapporto difficile con la rivoluzione tecnologica e con tutti i cambiamenti epocali.

    Brossura, 13 x 20 cm. pag. 104

    Stampato nel 2022 da Italia Storica

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    Dignità di una scelta. Cronistoria di un balilla classe 1931

    24.00

    Ludovico Boetti Villanis-audifredi

    Una storia del tutto diversa da quella narrata dai più, ecco qual è la cronistoria di Ludovico Boetti Villanis, figlio di una comunità dolente forgiata dalla sconfitta morale ancor più che militare. È la storia dei pochi, quella di questo Balilla classe 1931. La dignità di una scelta, dunque. Con Giorgio Almirante, capo del MSI, questo libro ripete: “Non dite che siamo pochi, dite che siamo”. È la storia della destra, quella dell’onorevole Boetti Villanis. Il grande equivoco del fascismo come espressione della destra, nel vissuto di Boetti Villanis si risolve nell’eterno dopoguerra quando con la nascita della Destranazionale, dismesso il repertorio del proletarismo, egli può cogliere l’occasione di sanare la ferita dell’8 settembre 1943, sofferta e patita dai più ingenui tra i patrioti, tra i quali quell’Edgardo Sogno del Golpe Bianco, del quale questo libro offre un’interessantissima testimonianza, insieme a molti altri documenti originali

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    Dopo Mussolini – I processi ai fascisti e ai collaborazionisti (1944-1953)

    29.00

    Il 25 aprile 1945 l’Italia volta pagina, lasciandosi alle spalle un ventennio di dittatura e la drammatica esperienza del conflitto mondiale. Dimenticare il passato, però, non è possibile o per lo meno non lo è per tutti. Coloro i quali hanno subito, direttamente o indirettamente (o, quantomento sostengono di averle subite), le violenze dei tedesch e dei fascisti esigono giustizia. Richiesta analoga giunge dal fronte antifascista. Comincia così un periodo di transizione durante il quale i governi che si succedono mettono in atto misure epurative finalizzate a sanzionare chi ha collaborato con l’occupante tedesco e chi ha concorso all’ascesa e al consolidamento della dittatura fascista. Ricorrendo allo studio ravvicinato di alcune vicende processuali e analizzando più in generale l’attività di molti tribunali impegnati nei procedimenti giudiziari in tutta la penisola, questo libro vuole gettare una nuova luce sull’epurazione che ha segnato i destini di molti italiani – migliaia furono infatti le persone coinvolte – e che ha condizionato nel breve, ma anche nel medio e lungo termine, la storia del Paese.

    Brossura, 15 x 21 cm. pag. 368

    Stampato nel 2019 da Viella

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    Dopoguerra – Gli italiani fra speranze e disillusioni (1945-1947)

    28.00

    I tre anni che vanno dalla fine della guerra all’entrata in vigore della Costituzione repubblicana sono per il nostro paese un periodo frenetico, in cui la comunità nazionale si congeda dalla guerra civile e dal fascismo e costruisce faticosamente il suo futuro. Felicità e violenza si mescolano: sono i giorni del ritorno alla pace e alla libertà, delle vendette e della resa dei conti, dei prigionieri e dei deportati che tornano a casa, delle grandi adunate politiche nella rinata democrazia, ma c’è anche una gioiosa febbre di divertimento, la voglia di ballare, la fretta di ricostruire. Una energia vitale che già prepara il boom degli anni a venire. Diari privati e memorie, lettere, rapporti dei prefetti e della polizia, stampa, film e canzoni, conversazioni intercettate offrono un materiale ricchissimo, che permette agli autori di comporre l’appassionante ritratto dal basso degli italiani nel momento della repubblica nascente.

    Brossura, 14 z 21 cm. pag. 496

    Stampato nel 2019 da Il Mulino

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    Ecce Moro – Fatti e misfatti di un’inchiesta

    24.50

    Una storia infinita e mai definita, quella dell’agguato, del sequestro e dell’uccisione dell’Onorevole Aldo Moro. Ancora più infinita e mai definita la storia processuale degli accadimenti. Scalzo ha rintracciato e computato migliaia di documenti presso l’Archivio di Stato, arrivando a conclusioni a volte ovvie, a volte impensabili. Indizi non ravvisati durante le inchieste, tentennamenti di personaggi politici, obnubilamenti di organi dello Stato: in quelle carte c’è tutto, o quasi. Questo libro non sarà, forse, il passo decisivo verso la verità, ma senz’altro un passo verso di essa. I misteri del “Caso Moro” resteranno, come tutti i misteri di questa nostra povera Nazione, sempre irrisolti, d’altronde, avendo perso la nostra sovranità, siamo costretti a subire le “ingerenze” dei nuovi “padroni”.

    Brossura, 15 x 21 cm. pag. 333

    Stampato nel 2014 da Settimo Sigillo

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    Enrico Mattei – L’uomo della rinascita

    12.00

    Probabilmente Enrico Mattei è stato uno degli ultimi patrioti che l’Italia abbia avuto. Partito da umili origini, ha creato dapprima una piccola ma solida impresa personale, quindi ha partecipato alla Resistenza e nel Dopoguerra ha salvato dalla liquidazione l’AGIP, imponendola come grande realtà energetica non soltanto a livello nazionale ma anche internazionale, proiettandola verso il varo dell’ENI, l’Ente Nazionale Idrocarburi. Alla testa dell’ENI ha messo in discussione gli interessi consolidati delle “Sette Sorelle” e soprattutto gli equilibri geopolitici mondiali, grazie alla sua mentalità pratica e priva di paraocchi ideologici, che lo portava anche a fremere di sdegno di fronte ai soprusi e alle ingiustizie del colonialismo economico.

    Brossura, 14,5 x 21 cm. pag. 128

    Stampato nel 2016 da Anteo Edizioni

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    Esperienze in Uniforme. Immagini e ricordi del servizio militare obbligatorio

    20.00

    Paolo Cededdu

    Questo libro è dedicato a chi ha svolto il servizio militare di leva. A soli 14 anni dalla sua sospensione, il ricordo sempre vivo e presente, è testimoniato da molte pubblicazioni autobiografiche e dalla presenza sui social di pagine aggiornate quasi quotidianamente. In questo volume si passa in rassegna tutta una serie di oggetti, beni, accessori, documenti ed episodi, riferiti al Servizio Militare Obbligatorio, dove la persona passava dallo stato civile a quello militare. Un sistema che nel corso dei decenni ha caratterizzato la vità di milioni di giovani italiani.

    Brossura, 21 x 21 cm. pag. 125 con varie foto e illustrazioni a colori

    Stampato nel 2019 da Editoriale Delfino

  • 0 out of 5

    Fascista

    22.00

    «Fascista!» è l’urlato rancoroso che il “sinistrato” da centro sociale fa rimbombare nelle piazze, il “demoliberista” imprimere sulle pagine del quotidiano, il serafico teleimbonitore declina nel suo talk show, il deputato resistenziale denuncia alla Camera o al Senato come incombente pericolo per la democrazia. Ad essere definito da questo aggettivo — che vuole essere inappellabile infamante epiteto — è tanto chi fascista non lo è perché palesemente altro (conservatore, “di destra”, reazionario etc.) quanto chi fascista lo si sente davvero. Senonché non c’è alcuna corrispondenza tra l’idea che un qualsiasi fascista ha di sé e delle proprie idee e quanto ha in testa l’antifascista. E quello che ha in testa l’antifascista, alla prova dei fatti, altro non è che un’allucinazione, un incubo, un qualcosa che è sempre e comunque parto di una sua fantasia. Chi ha scritto questo libro è uno dei tanti additato con disprezzo come «Fascista!», con l’aggravante di essere stato a suo tempo condannato a quasi 20 anni di carcere per omicidio; accadeva quasi mezzo secolo fa, nel 1973 quando aveva 18 anni. Per cui, qualsiasi cosa oggi egli faccia o dica, è comunque essenzialmente e a prescindere, un criminale «Fascista!».

    Brossura, 15 x 21 cm. pag. 218

    Stampato nel 2019 da AGA

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    Figli dell’officina – Da Lotta Continua a Prima Linea: le origini e la nascita 1973-1976

    18.00

    Questa testimonianza è un documento fondamentale per la ricostruzione storica di una componente di quella conflittualità politica e sociale che ha infiammato il nostro paese negli anni Settanta dello scorso secolo. Galmozzi apre la sua narrazione con un’affermazione perentoria: Prima linea ha le proprie radici in una storia operaia o, per meglio dire, nella storia di un estremismo operaio le cui lotte, iniziate nei reparti delle fabbriche, hanno prodotto una radicale e per lungo tempo indelebile trasformazione sociale. La rivendicazione di una piena internità alle vicende della conflittualità operaia di quel decennio risulta ancora oggi scomoda alla ricostruzione storica operata dalla sinistra politica e sindacale ufficiale. Ma a quarant’anni da quegli accadimenti il confronto tra i diversi giudizi andrebbe comunque operato, e a tal fine questo libro contribuisce in modo fondamentale.

    Brossura, 14 x 23 cm. pag. 233

    Stampato nel 2019 da Derive Approdi

  • 0 out of 5

    Figli di nessuno – Storia di un movimento autonomo

    15.90

    “Figli di nessuno” è la storia di una straordinaria esperienza collettiva vissuta per due decenni. All’inizio degli anni Settanta, in un frammento di territorio dell’alta Lombardia caratterizzato da uno dei più elevati tassi di sviluppo economico europeo, piccoli gruppi di giovanissimi operai e studenti si incontrano e si aggregano dando vita a un movimento culturale e politico autorganizzato e autonomo da qualsiasi ambito della politica istituzionale e tradizionale. Sullo sfondo di veloci e profonde trasformazioni sociali viene descritto un significativo esempio di quell’agire collettivo che intrecciando bisogni culturali, esistenziali e materiali di critica dell’esistente e di costruzione di alternative, ha testimoniato il bisogno di superamento del dominio delle forme capitalistiche sulla società. Un percorso “autodidatta” di invenzione di una politica antagonista, di scoperta, appropriazione e uso dei saperi prodotti dalle intelligenze più raffinate del pensiero critico. Una storia che racconta di vittorie, sconfitte, repressioni, defezioni, annientamenti, esodi, resistenze.

    Brossura, 14 x 21 cm. pag. 334

    Stampato nel 2016 da Milieu

  • 0 out of 5

    Filosofia della rivolta. Critica dell’ideologia della sinistra radicale

    23.00

    Eduard Batalov

    Ancora attuale a cinquant’anni dagli eventi presi in esame, Filosofia della rivolta affronta la questione del ‘68 da un punto di vista – quello sovietico – che non ha ancora trovato sufficiente spazio nel dibattito sulla Grande Contestazione. Smontando la menzogna che vede in Sartre e Marcuse la continuazione del pensiero socialista, Batalov porta alla luce l’origine idealista e la natura contraddittoria delle loro filosofie, oltre a mostrare come i moti di protesta dei giovani europei e americani fossero basati su confuse e vaghe utopie. Il libro è essenziale per comprendere la degenerazione delle sinistre occidentali

  • 0 out of 5

    Frontiere contese tra Italia e Francia. 1947: le valli perdute del Piemonte

    16.00

    Gian Vittorio Avondo – Marco Comello

    10 febbraio 1947: con il trattato di Parigi parte dell’alta valle Susa e la valle Roya passano alla Francia. Come si è arrivati a quell’atto finale? Quale fu davvero l’atteggiamento delle popolazioni? Per la prima volta due storici ripercorrono le vicende che hanno portato la valle Roya e il colle di Tenda, ma anche parti del territorio della valle Stretta, Clavière e il Moncenisio a diventare francesi. Il Memorandum di Algeri, che dichiarava le mire espansionistiche di De Gaulle sul Piemonte, le trattative prima e dopo il 25 aprile, le infiltrazioni dei servizi segreti, la propaganda sui due fronti, i plebisciti che sanciscono il passaggio alla Francia, il destino dei profughi che scelsero l’Italia. Attraverso una ricerca condotta su documenti d’epoca, cronache dei giornali e interviste ai protagonisti, il libro racconta la storia delle terre di confine valsusine e cuneesi, sullo sfondo del secondo conflitto mondiale.

  • 0 out of 5

    FUAN. Prima parte: dai Guf al ’68. Gli studenti nazionali tra piazze e atenei

    22.00

    Alessandro Amorese

    Il primo libro che racconta ed analizza la storia del più longevo movimento politico universitario. La fondazione, i vertici, la cultura, i rapporti con il Msi, le battaglie. Una lunga ricerca d’archivio con le memorie di chi ha vissuto i vari passaggi. Tra cognomi di insospettabili, scontri dentro e fuori gli atenei, l’egemonia in alcune università, il lavoro di Amorese descrive la vita di un vero e proprio laboratorio politico.

  • 0 out of 5

    Furor di popolo

    23.00

    Bella edizione anastatica del libro stampato il 13 marzo 1945 con il titolo “Il processo Caruso”. Il libro, che contiene il resoconto stenografico integrale del proceso al questore di Roma Pietro Caruso, narra diversi eventi, rappresentati con la passione e annotati con il ressentiment antifascista: eccidio di via Rasella, rappresaglia delle fosse Ardeatine, linciaggio di Donato Carretta, processo e morte di Pietro Caruso. Il lettore può cogliere in questo libro composto, sebbene impermeato di sdegno antifascista, alcuni elementi che, pur impiegati allora per farne la caricatura, possono delineare alcuni aspetti della figura del questore Caruso, la cui schiena, trapassata dai proiettili nemici, non si curvò.

    Brossura, 12,5 x 21 cm. pag. 316 con circa 21 foto b/n

    Stampato nel 2011 da Edizioni di Ar

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    Giano Accame – La vita l’idea

    16.00

    Il volume presenta una raccolta degli interventi di Giano Accame sulla rivista Area, alla quale collaborò fino al giorno della sua morte, una biografia scritta dal figlio Nicolò, e la ripubblicazione di ritratti, commenti e ricordi della sua persona e del suo lavoro di giornalista e scrittore da parte di un gran numero di colleghi e personalità della cultura italiana. Ne emerge la vivida percezione della vitalità che ha caratterizzato l’opera di elaborazione ideologica e ricostruzione dei percorsi politici di questo autore italiano, dai primi anni di militanza politica e intellettuale dell’immediato dopoguerra, alla produzione di testi originali e precursori dei tempi.

    Brossura, 15 x 21 cm. pag. 210 con circa 14 foto b/n

    Stampato nel 2019 da Eclettica

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    Giorgio Almirante – Attualità nei suoi discorsi

    18.00

    A cura di Giuseppe Francesco Cipolla, questo volume vuole tracciare una sorta di excursus degli interventi di Giorgio Almirante nell’Aula di Montecitorioche spaziano dall’esercizio dialettico nella Democrazia parlamentare alla “chiarezza responsabile” della riforma costituzionale; dalla “buona scuola” intesa come mezzo di istruzione oltre la propaganda governativa, alla lotta al terrorismo in Italia e nel mondo.

    Brossura, 13 x 21 cm. pag. 286

    Stampato nel 2016 da Pagine

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    Giorgio Pisanò. Soldato, giornalista, politico

    23.00

    Luca Bonanno

    Luca Bonanno racconta tutta l’intensa vita di Giorgio Pisanò; il soldato volontario della Rsi che alla fine del conflitto rischia di essere giustiziato; il politico che nel 1947 si iscrive al Msi poi nel 1950 fonda l’Associazione Studentesca “Giovane Italia” e torna nel 1972, eletto senatore e riconfermato per quattro volte, per abbandonare poi il Msi nel 1991 per dare vita al Movimento Fascismo e Libertà; ma soprattutto il giornalista (“Meridiano d’Italia”, “Oggi”, “Gente” e “Secolo XX”) che nel 1968 fa rinascere il “Candido” di Guareschi e diventa famoso per le sue inchieste e le sue denunce, oltre che per i libri “Sangue chiama sangue”, “La generazione che non si è arresa” e la monumentale “Storia della guerra civile in Italia”.

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    Giovinezze. Quelli furono gli anni. Diario di un giovane non conforme nella Chieti degli anni Settanta

    15.00

    Marcello Michetti

    Ripercorrendo gli anni Settanta nella piccola ma effervescente realtà teatina, un giovane di destra (ri)costruisce  una delicata quanto complessa pagina di storia. Le vicende politiche e personali dell’io narrante sono pressoché intrecciate, quasi inscindibili, sebbene il privato paia talvolta essere d’ostacolo al politico e viceversa. Non è però soltanto la Storia o la cronistoria diaristica di un nostalgico della (sua) giovinezza. Alla militanza attivistica e alla formazione culturale si affiancano le microstorie di altri giovani, vicini e lontani, amici e non, che con la loro propria unicità e originalità, con la voglia di innamorarsi e di realizzare i propri sogni, guardano al futuro. Ciò che dunque ne viene fuori è il ritratto di una generazione, ardita nel combattere per le proprie idee e che è pronta a sacrificare tutto quanto pur di conquistarsi finalmente uno spazio d’identità. «Quelli furono gli anni: belli e insieme crudeli delle gioventù armate di sogni e di odio. Mentre la “massa dei più” albergava in ogni dove, alcuni giovani si erano rifugiati in un lembo d’Italia chiamato “Fronte della Gioventù”. Un luogo in cui una generazione di ragazzi aveva scelto di vivere la propria libertà di pensare e immaginare un domani. Quel luogo lo scelsi anch’io. Da lì partii per qualche tempo per poi tornarvi: era la mia Itaca.»

  • 0 out of 5

    Gladio rossa – Dossier sulla piu potente banda armata esistita in Italia

    21.00

    Dossier sulla più potente banda armata esistita in italia. Per oltre quarant’anni è stata protetta dal più impenetrabile dei misteri. Il suo quartier generale era nascosto dietro un’anonima targa di un ufficio delle segreteria politica del Partito comunista. Pochi ne erano a conoscenza nello stesso PCI. L’apparato era una rete paramilitare occulta, capace di mobilitare fino a 250 mila uomini, i suoi vertici erano rigidamente collegati con il KGB a Mosca. In questa inchiesta viene, inoltre, ricostruito e svelato il giallo della lista degli “enucleandi”: dei 720 presunti sovversivi di sinistra, appartenenti ad organizzazioni paramilitari, tenuti sotto stretto controllo dagli agenti del controspionaggio militare. Elenco misteriosamente sparito nel dicembre del 1990 dalle carte degli “omissis” del Piano Solo e attribuito al presunto golpe del Generale De Lorenzo, elenco che non era altro che il probabile organigramma dei quadri di comando della Gladio comunista.

    Brossura, 15 x 21 cm. pag. 320 con alcune illustrazioni

    Stampato nel 2020 da Settimo Sigillo

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    Gli anni spezzati – Il giudice. Nella prigione delle BR

    14.80

    Per 35 giorni in balia di due fantasmi incappucciati di cui si ignora tutto tranne la fredda determinazione: pronti a uccidere. Fu questa la condizione in cui visse, da giovedì 18 aprile a giovedì 23 maggio 1974, prigioniero delle Brigate Rosse, il giudice Mario Sossi. Quattro anni dopo, egli ricostruì nei minimi particolari, con l’aiuto dell’amico e giornalista-storico Luciano Garibaldi, la sua allucinante avventura. Lo fece con spietata sincerità, prima di tutto verso sé stesso, per tener fede a un impegno preso tacitamente durante quegli interminabili giorni nel “carcere del popolo”.

    Brossura, 13 x 19 cm. pag. 247 + 8 pagine fuori testo con 17 foto a colori e b/n

    Stampato nel 2013 da Ares

  • 0 out of 5

    Hazet 36. Sergio Ramelli. Storia di un omicidio politico

    18.00

    Pino Casamassima

    Tutto comincia con un compito in classe in una scuola di Milano. Il professore chiede agli alunni di descrivere un episodio che li ha impressionati. Sergio Ramelli, che da poco ha aderito al Fronte della Gioventù, scrive un tema sul primo assassinio effettuato dalle Brigate rosse: i terroristi erano entrati in una sede del Msi e avevano ucciso due uomini a sangue freddo. È solo un ragazzo di diciott’anni, ma a scuola le sue idee diventano un caso. Fino a che, il 13 marzo 1975, un commando di giovani militanti di sinistra lo aggredisce con una chiave inglese, la tristemente nota Hazet 36. Sergio Ramelli morirà dopo quarantasette giorni di agonia. A 50 anni dai fatti, i retroscena giuridici di questa tragedia vengono rivelati da Guido Salvini, il magistrato che insieme a Maurizio Grigo riuscì ad appurare le responsabilità individuali della squadra del servizio d’ordine di Avanguardia operaia, dopo che per anni le indagini avevano girato a vuoto. Mentre Pino Casamassima ricostruisce gli eventi – dall’antefatto al processo – attraverso testimonianze inedite, come quella della sorella della vittima. Come si arrivò alla scoperta del covo di viale Bligny? Cosa ha causato, un anno dopo, l’assalto al bar di largo Porto di Classe? Una potente rievocazione di un episodio che ha segnato la storia degli anni di piombo, capace ancora oggi di incendiare gli animi, e che tratteggia un affresco dell’Italia degli opposti estremismi. Senza sconti per nessuno

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    Ho difeso Licio Gelli. Storia di un avvocato alla sbarra

    18.00

    Il racconto vero, circostanziato, suffragato da riscontri documentali e storici, di un uomo, un avvocato, finito alla sbarra per aver difeso Licio Gelli, “venerabile” maestro della loggia massonica Propaganda 2. Ricordi, emozioni e una sempre signorilmente celata sofferenza sono sbattuti in faccia a servitori dello stato, giornalisti e politici che hanno emesso il calvinista decreto di condanna. Una storia di vite segnate, quando non spezzate, non già perché protagoniste di atti delittuosi o illegali, ma per essersi trovate nel posto sbagliato al momento sbagliato. Questa libro non è l’elogio dell’ingenuità, ma un fragoroso richiamo a chi, per ruolo e status, è chiamato a vigilare sul rispetto dei principi giuridici che fanno grande una nazione. Prefazione di Paolo Simoncelli.

    Brossura, 15 x 21 cm. pag. 136

    Stampato nel 2018 da Altaforte Edizioni

  • 0 out of 5

    I comandi protetti della NATO 1° Roc Monte Venda Back Yard e West Star

    29.00

    Per chi voglia conoscere più a fondo cos’erano in Italia i Centri Operativi di Comando e Controllo delle Forze Armate, sorti a seguito della Guerra Fredda fra la NATO e il Patto di Varsavia e quale fosse la loro funzione strategica in quel particolare contesto geopolitico, deve solo avere l’interesse e la pazienza di accostarsi a questo saggio. Con l’apporto di una documentazione sia cartacea che orale, Leonardo Malatesta dà un contributo, chiaro ed esaustivo, alla conoscenza soprattutto del 1° ROC del Monte Venda, gemello del 3° di Martina Franca che, alla soglia del 3° millennio, sono stati chiusi sia per le mutate esigenze operative, sia per il progresso tecnologico e il cui posto è stato preso dal Centro Operativo del Comando delle Forze Aeree di Poggio Renatico, divenuto così centro unico di Comando e Controllo dell’Aeronautica Militare.

    Brossura, 17 x 24 cm. pag. 240 con numerose foto a colori

    Stampato nel 2016 da Macchione

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    I giganti del MSI

    16.00

    AA.VV.

    Cesco Giulio Baghino, Alfredo Cucci, Augusto De Marsanich, Araldo di Crollalanza, Enrico Endrich, Ciccio Franco, Beppe Niccolai, Filippo Anfuso, Ernesto Massi.  L’aver voluto riscoprire queste figure è un modo per arricchire il ricordo dell’esperienza politica, storica e umana del Msi, mediante la vita, le opere e le intuizioni di uomini che non ebbero in quel partito lo stesso straordinario successo di altri come Almirante o Romualdi. Prefazione di Roberto Fiore.

  • 0 out of 5

    I ragazzi col verdone. Memorie militanti dalla Padova degli anni di piombo

    15.00

    Massimo Bertocco

    Padova, negli anni ‘70, è una cittadina di provincia inserita in dinamiche nazionali di un certo rilievo. Nelle scuole, nelle fabbriche, nelle Università e nelle piazze, si vive un clima politico molto pesante, che non lascia spazio alla fantasia: aggressioni, scontri, agguati, sparatorie ed esplosioni sono all’ordine del giorno. In questo contesto incendiario, un gruppo di giovani militanti della destra radicale – scaricati dal loro stesso partito, perché troppo “esagitati” – si ritrovano soli contro tutti, costretti ad affrontare una marea di antagonisti a cavallo tra l’extra-parlamentarismo e la lotta armata. In queste pagine è raccontata la loro storia: una parabola di lotta e coraggio, di sogni infranti e di repressione, di audacia e di sana follia, di lacrime e di sangue. Nel caos di un’epoca dura – dove la politica attiva poteva costare la vita – il loro scopo era sopravvivere, presidiando con onore una piazza. La loro piazza.

  • 0 out of 5

    I ragazzi del ciclostile. La Giovane Italia, un movimento studentesco contro il sistema

    23.00

    Adalberto Baldoni – Alessandro Amorese

    Cosa ha rappresentato la Giovane Italia? Baldoni e Amorese raccontano i due decenni del più importante movimento giovanile di studenti del secondo dopoguerra. Nata a Milano nel 1950, l’Asan Giovane Italia ha caratterizzato dentro e fuori le scuole italiane una presenza preponderante: sindacalismo studentesco, pubblicazioni e giornalini, attenzione alla cultura ed all’arte, ma soprattutto un movimento che, fin dal suo nome con quel richiamo mazziniano, ha fatto della difesa della Nazione la sua ragione di vita e la sua principale attività. Dalla questione orientale con la difesa di Trieste italiana a quella dell’Alto Adige, dall’egemonia delle proteste anticomuniste per l’invasione sovietica di Budapest e Praga, la Giovane Italia riporta i tricolori nelle piazze e nelle strade italiane, è l’incubo di presidi e questori, è per anni punto di riferimento per generazioni di ragazze e ragazzi alternativi all’incombente penetrazioni marxista nelle scuole

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