Furia celtica – Due secoli di lotte fra Galli Cisalpini e Romani

Mirko Molteni

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    Furia celtica – Due secoli di lotte fra Galli Cisalpini e Romani

    12.00

    I Galli Cisalpini non lasciarono nulla di scritto, fatta eccezione per scarne epigrafi, nulla che raccontasse episodi della loro vita politica, militare o sociale. Come a numerosi altri “sconfitti” della Storia, anche ai Galli Cisalpini toccò il destino di essere raccontati solo dalle fonti dei vincitori, i Romani e i Greci, esponenti di quella civiltà mediterranea che alla fine si impose fino alle Alpi e oltre. Temuti da Roma come belve feroci e considerati “barbari”, anche se portatori di una cultura notevole sotto il profilo religioso e artistico, sui Celti pesò molto la nomea di devastatori che in verità era appropriata più per alcune loro tribù. Nel IV e III secolo a.C. compirono ripetute incursioni nella penisola, spesso in alleanza con altre genti sollevatesi contro Roma (Etruschi e Sanniti e con l’armata cartaginese), nonostante nelle regioni padane tali genti avessero dimostrato di saper acquisire e sviluppare importanti caratteristiche della civiltà mediterranea, come la scrittura (per quanto di uso limitato), la monetazione e perfino la costruzione di grossi centri abitati considerabili “città.

    Brossura, 14,5 x 20 cm. pag. 251 con alcune illustrazioni b/n

    Stampato nel 2015 da Greco & Greco

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    L’aviazione italiana 1940-1945 – Azioni belliche e scelte operative

    28.00

    Per lunghi e sanguinosi anni, aerei ed equipaggi italiani hanno affrontato nemici troppo potenti, sostenendo uno sforzo disumano grazie a un coraggio e a un senso del dovere che paiono oggi incredibili: uniche risorse capaci di sopperire all’arretratezza dell’Italia al confronto con colossi come Impero Britannico, Stati Uniti e Unione Sovietica. Gli aviatori italiani fecero miracoli con vecchi biplani Fiat contro gli Hurricane della RAF, si lanciarono con improvvisati ma efficaci aerosiluranti Siai-Marchetti contro massicce navi da guerra. E a un passo dal crollo finale, seppero affrontare con sparuti caccia Macchi e Reggiane le possenti Fortezze Volanti americane che demolivano le città del Belpaese. Dopo il maldestro armistizio dell’8 settembre 1943, un nuovo dramma: la divisione dell’aviazione sui due versanti della penisola. La Regia al Sud, a fianco degli anglo-americani, e al Nord l’effimera Aeronautica Repubblicana, a seguire le sorti ormai segnate di Mussolini. Commilitoni divisi da una diversa valutazione degli eventi, ma tutti accomunati da un sincero amore per il proprio Paese. Durante la Seconda guerra mondiale l’Italia poté costruire poco più di 10.000 aerei, una piccola flotta rispetto ai 100.000 degli alleati tedeschi, ai 120.000 britannici e ai ben 280.000 americani. Pochi furono quelli di tipo moderno, arrivati al fronte troppo tardi per sperare di mutare le sorti. Prefazione di Gregory Alegi.

    Brossura, 15,5 x 21 cm. pag. 638 con numerose foto b/n

    Stampato nel 2018 da Odoya

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