Al Tayar – La corrente (Romanzo)

Mondadori

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  • 0 out of 5

    Al Tayar – La corrente (Romanzo)

    20.00

    Alessandro Merisi, venticinque anni e un lavoro da fotografo ormai abbandonato, è appena atterrato al Cairo. Nella sua valigia pochi vestiti, quanti bastano per nascondere i farmaci che ha il compito di trafugare in Egitto. Non ha scelta, questo è il tributo che gli è stato imposto per un debito dal quale teme di non liberarsi più. Alex ha la scaltrezza necessaria per superare i controlli all’aeroporto, ma niente può prepararlo a ciò che lo aspetta quando l’auto venuta a prelevarlo arriva a destinazione: una clinica privata dove la disperazione di chi non ha più nulla da vendere se non la propria salute incontra quella di ricchi stranieri la cui vita dipende da un trapianto. Sedotto dal fascino di una metropoli in preda agli spasmi di un regime morente, Alex intravede l’occasione per conquistarsi una seconda vita, anche se significa lasciarsi trascinare nel mondo terrificante del traffico di organi. Nella danza macabra che unisce criminali spietati, vittime sacrificali e donne incantevoli, a chi toccherà il trionfo, a chi la fuga, a chi una fine atroce? Con pennellate vivide, emozionanti e mai convenzionali, Mario Vattani dipinge un noir sensuale, scuro e dolente, dove il destino degli uomini non viene deciso dalla malvagità delle loro azioni, ma dallo scorrere inesorabile del Nilo. Una corrente in cui non si può far altro che lasciarsi andare, anche a costo di perdere l’anima.

    Brossura, 15 x 21 cm. pag. 330

    Stampato nel 2019 da Mondadori

  • 0 out of 5

    American sniper – Autobiografia del cecchino più letale della storia americana

    18.00

    Tra il 1999 e il 2009 Chris Kyle, membro dei Navy SEAL degli Stati Uniti, ha fatto registrare il più alto numero di uccisioni a opera di uno sniper di tutta la storia militare americana. I suoi compagni d’armi, che ha protetto con precisione letale dall’alto dei tetti e da altre postazioni invisibili durante la guerra in Iraq, lo chiamavano “la Leggenda”. Per i nemici, invece, era semplicemente al-Shaitan Ramadi, il diavolo di Ramadi. Texano di nascita, Chris impara a sparare da ragazzo, andando a caccia con il padre. Dopo aver fatto il cowboy e aver partecipato a diversi rodei, decide di arruolarsi nei SEAL e viene subito catapultato in prima linea nella “guerra al terrore” intrapresa dall’amministrazione Bush dopo l’11 settembre 2001. “American Sniper” è l’autobiografia di un guerriero che rimpiange di non aver ucciso più nemici, ma, al tempo stesso, non nasconde la drammaticità dell’esperienza bellica. Il racconto delle sue imprese si intreccia alle pagine dedicate alle vicende più strettamente private. Sino alla sofferta decisione di congedarsi, per diventare “un bravo papà e un buon marito”, e per aiutare, i reduci in difficoltà e abbandonati a se stessi. Sopravvissuto a battaglie, imboscate e trappole di ogni genere, Chris Kyle troverà prematuramente la morte proprio per mano di un giovane veterano afflitto da disturbo da stress post-traumatico un anno dopo l’uscita dell’edizione originale di questo libro.

    Cartonato con sovracopertina, 14,5 x 22 cm. pag. 352 + 8 pagine fuori testo con 27 foto b/n

    Stampato nel 2014 da Mondadori

  • 0 out of 5

    Avvoltoi – L’Italia muore loro si arricchiscono. Acqua, rifiuti, trasporti. Un disastro che ci svuota le tasche. Ecco chi ci guadagna

    19.00

    Ci avete fatto caso? Le tariffe crescono sempre di più: l’acqua dell’89 per cento negli ultimi 6 anni, i trasporti del 30 per cento negli ultimi 13 anni, alcune autostrade addirittura del 200 per cento negli ultimi 14 anni. Eppure in cambio abbiamo servizi sempre peggiori: treni insicuri e superaffollati, autobus in ritardo, rubinetti a secco, cumuli di immondizia sotto casa, discariche a cielo aperto, ponti che crollano in autostrada. I cittadini, ormai, ne hanno le tasche piene dei disagi. E intanto gli Avvoltoi, quelli che si divorano il Paese alla faccia nostra, hanno le tasche piene dei nostri soldi. Dietro i servizi che non funzionano, infatti, non ci sono solo la casualità e la solita italica propensione all’inefficienza. Ci sono anche tante persone che si arricchiscono. Questa inchiesta svela, con un linguaggio comprensibile a chiunque, gli interessi nascosti che stanno depredando la nostra vita quotidiana. Quello, insomma, che ogni giorno ci ruba tempo, salute, soldi e serenità. Il libro è stato scritto con una speranza: se tante persone lo leggeranno e ne parleranno, forse qualcosa potrebbe cominciare a cambiare. Gli Avvoltoi di tutti i luoghi e di tutte le epoche, infatti, hanno un unico grande alleato: l’oscurità. Portarli alla luce e guardarli in faccia significa già cominciare a sconfiggerli. O, per lo meno, cominciare a sconfiggere la tentazione di diventare come loro.

    Rilegato, 14,5 x 22,5 cm. pag. 202

    Stampato nel 2018 da Mondadori

  • 0 out of 5

    Canale Mussolini

    20.00

    Antonio Pennacchi

    Canale Mussolini è l’asse portante su cui si regge la bonifica delle Paludi Pontine. I suoi argini sono scanditi da eucalypti immensi che assorbono l’acqua e prosciugano i campi, alle sue cascatelle i ragazzini fanno il bagno e aironi bianchissimi trovano rifugio. Su questa terra nuova di zecca, bonificata dai progetti ambiziosi del Duce e punteggiata di città appena fondate, vengono fatte insediare migliaia di persone arrivate dal Nord. Tra queste migliaia di coloni ci sono i Peruzzi. A farli scendere dalle pianure padane sono il carisma e il coraggio di zio Pericle. Con lui scendono i vecchi genitori, tutti i fratelli, le nuore. E poi la nonna, dolce ma inflessibile nello stabilire le regole di casa cui i figli obbediscono senza fiatare. Il vanitoso Adelchi, più adatto a comandare che a lavorare, il cocco di mamma. Iseo e Temistocle, Treves e Turati, fratelli legati da un affetto profondo fatto di poche parole e gesti assoluti, promesse dette a voce strozzata sui campi di lavoro o nelle trincee sanguinanti della guerra. E una schiera di sorelle, a volte buone e compassionevoli, a volte perfide e velenose come serpenti. E poi c’è lei, l’Armida, la moglie di Pericle, la più bella, andata in sposa al più valoroso. La più generosa, capace di amare senza riserve e senza paura anche il più tragico degli amori. E Paride, il nipote prediletto, buono e giusto, ma destinato, come l’eroe di cui porta il nome, a essere causa della sfortuna che colpirà i Peruzzi e li travolgerà.

    Cartonato pag. 460

    Stampato nel 2010 da Mondadori

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    Carthago delenda est – Ascesa e caduta di un’antica civiltà

    13.00

    Fondata, secondo la tradizione, nell’814 a.C. sulle coste dell’odierna Tunisia dagli abitanti fenici di Tiro, Cartagine si trasformò a poco a poco da fiorente centro commerciale in capitale di un impero con numerose e ricche colonie in ampie zone del Mediterraneo occidentale (Sardegna, Sicilia, Spagna). Quando Roma estese la propria egemonia sull’Italia meridionale, il confronto fra le due potenze degenerò in un interminabile e sanguinoso conflitto. Al termine della prima e della seconda guerra punica, fu chiaro che l’incontrastato dominio del Mediterraneo sarebbe toccato a Roma. Eppure, benché sconfitta, Cartagine era ancora “ingombrante” e minacciosa. Nel 146 a.C., al termine della terza guerra punica, le truppe romane al comando di Scipione Emiliano la raserò al suolo. Richard Miles sfida le narrazioni partigiane degli storici greci e romani, interroga criticamente le fonti, smascherandone le tendenziosità, le lacune e le manipolazioni. Il ritratto che ne emerge è quello di una città caratterizzata da una straordinaria vitalità economica, da una vocazione all’eclettismo e da una spiccata apertura verso altre culture. Nel ristabilire la verità dei fatti, Miles non solo ripara il torto storiografico subito da Cartagine, ma incrina profondamente la schematica visione di un mondo greco-romano come unico faro di civiltà in un contesto di incultura e barbarie, segnalando così la necessità di una riflessione autocritica sulle radici dell’Occidente.

    Brossura, 13,5 x 20 cm. pag. 476 + 16 pagine fuori testo con illustrazioni a colori

    Stampato nel 2014 da Mondadori

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    Cesare- Le guerre in Gallia

    9.50

    Nelle “Guerre in Gallia” Giulio Cesare narra, con l’occhio di un protagonista sovrano, campagne militari drammatiche e decisive per il futuro dell’Europa, itinerari e spedizioni ardite in un mondo sconosciuto di mari, foreste, fiumi immensi, tra popolazioni “primitive” di Gallia, Germania e Britannia. Sopratttutto ritrae nel mezzo dell’azione, fra i suoi soldati e le tribù ostili, il genio di un militare e di un politico che desto impressione anche da parte dei suoi nemici: gli stessi che più lo detestano e non possono perdonargli vittorie e dittatura, quando volgono gli occhi alla sua azione ed ai suoi scritti, subiscono il fascino della sua figura che unisce lungimiranza politica e straordinario senso della storia.

    Brossura, 13 x 20 cm. pag. 464

    Stampato nel da Mondadori

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    Conflitti del Dopo Guerra. La Campagna del Sinai 1956

    22.00

    Moshe Dayan

    Cinquantadue anni, fisico vigoroso, benda nera su un’occhio, Moshe Dayan non è tanto un generale, scondo i vecchi moduli correnti, quanto un “signore della guerra” di tipo assolutamente nuovo, del tutto privo di “un’ideologia della guerra” più o meno rigida. E, immancabilmente, la guerra la vince. Mobilitazione automatica, ricerca libera e immediata del successo, azione lampo di colonne corazzate, sono gli elementi principali della “sua guerra”.

    Rilegato, 16 x 21,5 cm. pag. 300 + 16 pagine fuori testo con foto b/n

    Stampato nel 1967 da Mondadori

    Condizioni del libro: usato in perfette condizioni con sovracopertina

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    Contro lo Stato islamico. I foreign fighters occidentali nella guerra civile siriana

    14.00

    Edoardo Corradi

    Tramite interviste ad ex foreign fighters europei e statunitensi in Siria, il volume esplora il tema dei combattenti stranieri che si sono uniti alla guerra civile siriana per combattere contro le milizie dello Stato Islamico. Questo libro, mostrando il carattere storico del fenomeno dei foreign fighters, mette in luce le differenze esistenti all’interno del fenomeno stesso, analizzando diversi fattori riguardanti le cause di mobilitazione armata, l’impatto militare, il rapporto con la popolazione civili, le ragioni del rientro nei Paesi d’origine e le diverse problematiche, dagli aspetti legali a quelli relativi alla sicurezza nazionale in seguito al loro rientro.

  • 0 out of 5

    D’Annunzio – Il poeta armato

    11.00

    Il poeta delle “Laudi”, il romanziere del “Piacere” e il drammaturgo della “Figlia di Jorio”; l’audace aviatore della Grande Guerra e il focoso amante di Eleonora Duse… sono questi i volti più conosciuti di Gabriele d’Annunzio, indiscusso protagonista delle cronache letterarie e mondane degli anni a cavallo tra Otto e Novecento, sempre pronto a legare letteratura e realtà, nutrendo la sua arte delle suggestioni di una vita avventurosa e improntando la sua esistenza a modelli “alti”. Ma il Vate è stato anche il politico che, sul modello dei principi rinascimentali, ha governato per 492 giorni la città di Fiume. Antonio Spinosa in questa biografia racconta tutti gli aspetti di questa avventura non sufficientemente nota.

    Brossura, 13,5 x 20 cm. pag. 344 + 16 pagine fuori testo con 33 foto b/n
    Stampato nel 2013 da Mondadori

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    Declino e caduta dell’Impero romano

    11.40

    La storia della decadenza dell’impero romano in una celebre, grandiosa opera della storiografia razionalistica, esemplare per limpidezza di stile. Questa edizione presenta la parte più interessante del testo di Gibbon (1737-94), relativa alla disgregazione dell’Impero d’Occidente.

    Brossura 13,5 x 20 cm. pag. 504

    Stampato nel 1998 da Mondadori

  • 0 out of 5

    Della guerra – Edizione Integrale

    14.00

    Generale prussiano formatosi nelle guerre contro Napoleone, Karl von Clausewitz (1780-1831) è diventato esponente di una scienza che ha gli stessi anni della civiltà: la polemologia. Della guerra è un libro ottocentesco che sembra scritto per l’epoca in cui viviamo, quella dei conflitti mondiali, degli scontri ideologici e morali. Opera aperta che si sottrae alle codificazioni sistematiche e nega che la guerra sia un “fatto puramente militare”, è il testo sul quale si sono formati i grandi generali e da cui hanno attinto i politici e i rivoluzionari che hanno cambiato il mondo negli ultimi cento anni. Un libro troppo importante, quindi, per essere letto solo dai militari. Lo stesso Lenin ha scritto che “Clausewitz è uno dei più notevoli filosofi e storici della guerra, uno scrittore le cui idee sono incontestabili”. André Glucksmann, da parte sua, afferma che “alla luce della teoria di Clausewitz scoppiano i mille soli delle esplosioni nucleari…”.

    Brossura, 11 x 18,5 cm. pag. 862

    Stampato nel 2012 da Mondadori

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    Doromizu – Acqua torbida

    20.00

    Venticinquenne squattrinato con la passione per il cinema, Alex Merisi vive a Tokyo da due anni con un visto di studio. Lavoretti saltuari come fotografo a cameraman gli permettono di sbarcare il lunario, ma non colmano certo il vuoto che ha spinto un ragazzo italiano cresciuto in Inghilterra e rimasto presto orfano di madre a cercare nella terra del Sol Levante l’opportunità di costruirsi un futuro. Poi, all’improvviso, Alex riesce a mettere le mani su una grossa somma di denaro, che potrebbe cambiargli la vita. L’inaspettata ricchezza coincide con la sua prima occasione di fare l’aiuto regista in produzioni cinematografiche giapponesi, naturalmente partendo dal gradino più basso, quello dei film a luci rosse. Comincia così il viaggio iniziatico di Alex nel ventre di una Tokyo d’inizio millennio tenebrosa e tentacolare, che in breve tempo lo inghiottirà, trascinandolo nel gorgo dell'”acqua torbida”, della pornografia. Un universo popolato da personaggi tanto demoniaci quanto, a tratti, infantili e giocosi: tatuatori che sono anche maestri di vita, esponenti della yakuza. E da donne immortalate spesso in situazioni estreme, figure femminili che incarnano, con le loro stridenti contraddizioni, le diverse anime di una civiltà dove il contrasto fra luce e ombra risulta talvolta accecante: ed ecco emergere quindi la malinconica arrendevolezza di Aya, il doloroso coraggio di Megumi, la granitica saggezza di Tomomi.

    Brossura, 15 x 21 cm. pag. 364

    Stampato nel 2016 da Mondadori

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    Guerra guerra guerra – Trent’anni di conflitti, vita e morte nelle parole e nelle emozioni di due reporter

    24.90

    Da più di trent’anni, i giornalisti Fausto Biloslavo e Gian Micalessin raccontano le guerre di tutto il mondo. Spinti dalla passione per il reportage e dal gusto per l’avventura, hanno visto la morte a un passo, hanno pianto amici e colleghi meno fortunati e hanno vissuto sulla propria pelle esperienze dolorose che hanno avuto la forza di raccontare. Dall’Afghanistan ai massacri in Uganda, dalle fosse comuni nell’ex Jugoslavia fino alle guerre in Iraq, Siria, Libia e Cecenia, in questo libro gli autori ci accompagneranno in un viaggio denso di pericoli e drammi, coraggio e paura. Capitolo dopo capitolo, sentiremo il frastuono delle battaglie, il rumore martellante dei proiettili e quello sordo delle granate. Vedremo negli occhi mercenari e criminali responsabili di atroci delitti, ma anche soldati coraggiosi che combattono per la libertà. Conosceremo bambini costretti a imbracciare un fucile fin dai primi anni di vita e altri che sono riusciti a salvarsi dall’orrore della guerra. Ascolteremo le parole di chi è pronto a immolarsi per un ideale distorto e le prime frasi pronunciate da un fotografo dopo un mese e mezzo di prigionia in Cecenia. Sentiremo la paura nella voce tremante di un’inviata che sta documentando l’epidemia del virus Ebola in Zaire e scopriremo cosa vuol dire essere circondati dall’odore della morte. In queste pagine troveremo la fede e la ragione, lo sconforto e la speranza. Troveremo l’amicizia e il dolore. Troveremo la guerra come non ci viene mai raccontata. Prefazione di Massimo Donelli.

    Rilegato, 18 x 25 cm. pag. 252 + 104 pagine di foto a colori

    Stampato nel 2018 da Mondadori

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    Guerra sotto il mare. Il fronte subacqueo nella guerra fredda 1945-1991

    13.00

    Sergio Valzania

    Durante quasi cinquant’anni, i mari e gli oceani di tutto il mondo si riempirono di sottomarini a propulsione atomica sempre più grandi, che imbarcavano armi micidiali. Erano gli strumenti invisibili della cosiddetta «deterrenza» e a modo loro garantirono quella che venne chiamata «la pace del terrore atomico». Guerra sotto il mare ripercorre la storia di quel mezzo secolo attraverso le vicende delle flotte subacquee sovietiche e statunitensi: racconta la nascita e l’evoluzione di questi mostri degli abissi; ne descrive le trasformazioni e le strategie d’impiego; spiega quanto sia stata importante la guerra di spie nella corsa per la superiorità ingegneristica; omaggia le vittime di questo conflitto mai ufficialmente combattuto. E si apre ai nuovi sviluppi dell’ingegneria sottomarina, con la produzione attuale di mezzi meno ingombranti, meno costosi e più ecologici.

  • 0 out of 5

    I bianchi e i rossi – Storia della guerra civile russa

    20.00

    Cosa accadde in Russia nel 1917, dopo che Lenin e i suoi ebbero preso il potere? La fine della Rivoluzione non significò anche la fine degli scontri, anzi segnò l’inizio di una lunga guerra civile destinata a protrarsi fino al 1921, che vide la popolazione divisa tra i bolscevichi (i Rossi) e i controrivoluzionari (i Bianchi), appoggiati dalle forze armate di quattordici potenze straniere e da una dozzina di gruppi nazionali in lotta per l’indipendenza. Dopo le disastrose sconfitte subite dal Paese nella Grande Guerra e le due rivoluzioni del ’17, questi ulteriori quattro anni di conflitto furono per la popolazione un periodo di enormi sofferenze, atrocità, epidemie e carestie, che ebbero durature conseguenze sul piano demografico, sociale ed economico. Un’immane tragedia che in queste pagine Lincoln racconta con equilibrio e competenza, ricostruendo gli scenari e tratteggiando i protagonisti – da Trockij a Stalin a Majakovskij – di una delle più aspre guerre intestine dei tempi moderni.

    Brossura, 13 x 20 cm. pag. 776

    Stampato nel 2018 da Mondadori

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    I bravi soldati

    17.50

    Gennaio 2007: era un momento difficile della guerra in Iraq, il presidente Gorge W. Bush aveva annunciato una nuova strategia che comportava l’invio di altre truppe. A tal scopo vennero mandati in Iraq molti giovani soldati pieni di ottimismo, tra i quali i componenti del 2° battaglione, 16° reggimento di fanteria americano. Il loro compito era quello di pattugliare una delle zone più pericolose di Bagdad. Per 15 mesi il reporter David Finkel (vincitore del premio Pulitzer) visse con loro, seguendoli passo passo praticamente in ogni sanguinosa e terribile tappa della loro avventura. Il libro racconta questa esperienza: un ritratto implacabile e sconvolgente del vero volto della guerra moderna. Ogni operazione di pattugliamento è uno snervante gioco al massacro, ogni mucchio di rifiuti può nascondere un’arma puntata, dietro ogni volto iracheno può celarsi la volontà di colpire. Moltissime sono le vittime, morti e feriti. Tutti gli uomini del battaglione attraversano questa spaventosa terra di nessuno per uscirne trasformati. L’autore ci restituisce i loro volti, le loro storie, le vite di ragazzi alle prese con la prova più estrema. E la storia ci racconta del loro destino una volta tornati a casa, segnati per sempre dai loro mesi in Medio Oriente, dalle loro avventure di bravi soldati.

    Brossura 15 x 21 cm. pag. 306 con alcune foto b/n

    Stampato nel 2011 da Mondadori

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    I cinque funerali della signora Goring (Romanzo)

    18.00

    Inverno 2012. Uno scrittore cammina tra le rovine di quella che, negli anni Trenta, è stata una delle più belle ville d’Europa, cuore di infinite serate mondane dell’aristocrazia: il Carinhall, la maestosa costruzione fatta erigere da Hermann Göring in memoria della sua prima moglie, la baronessa Carin von Fock. Hermann e Carin si erano conosciuti durante una tempestosa notte svedese del 1920. La neve che avvolgeva Stoccolma in un manto bianco impediva a Hermann di librarsi in volo. La famiglia von Fock era stata felice di offrire alloggio e ospitalità al giovane aviatore, l’erede del Barone Rosso. Uno sguardo, e tra la principessa delle nevi e l’acrobata dei cieli sbocciò l’amore. Poco importava che Carin fosse sposata, che fosse già madre. Hermann la portò via con sé, sfidando sul suo biplano la tormenta e lo scandalo. Arrivarono in Germania, Carin ottenne il divorzio e poterono sposarsi. Erano innamorati e splendidi come dèi della mitologia scandinava, il loro amore divenne “il romanzo del popolo”. Fino all’incontro che avrebbe cambiato la loro vita: Hitler, al cui fianco tentare il colpo di Stato. Ma il Putsch di Monaco fallì e Hermann fu bandito dai patri confini. Cominciò così il loro esilio europeo, che li tenne lontani dalla Germania fino al 1927. Carin, già malata, si aggravò. Si spense nell’ottobre del 1931, quattro giorni prima del suo quarantunesimo compleanno. Hermann, grasso e morfinomane, l’ombra del giovane che l’aveva fatta innamorare, non era con lei…

    Brossura, 15,5 x 23,5 cm. pag. 177

    Stampato da Mondadori nel 2016

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    I figli di Marte

    22.00

    Gastone Breccia

    La celebre leggenda che lega la fondazione di Roma a Marte, padre di Romolo e Remo, rispecchia l’attitudine quasi istintiva dei Romani per l’arte bellica e il ruolo centrale dell’esercito nella loro società e nel loro sistema di valori: “I discendenti di Marte avevano la guerra nel sangue, e viverla era per loro un atto talmente naturale da non richiedere alcuna vera riflessione. Come altri popoli, anche i Romani fecero della virtù militare la base stessa della vita associata; ma compirono un passo ulteriore, e sottomettendo la virtus alla disciplina – il comportamento individuale al vantaggio collettivo – crearono i presupposti per le loro straordinarie vittorie”. Gastone Breccia, studioso di storia militare, ricostruisce la struttura, l’evoluzione e le gesta delle armate che, passo dopo passo, trasformarono un oscuro villaggio di pastori in un impero esteso su tre continenti. A partire dalle prime azioni militari in cui bande disorganizzate si sfidavano con tecniche primitive, ripercorre le tappe che portarono alla formazione di un esercito sempre più forte e professionale, reclutato in tutte le classi sociali e progressivamente arricchito dall’apporto delle varie etnie che entravano nell’orbita romana. In queste pagine rivivono le tattiche, le strategie, gli armamenti, la personalità dei condottieri e il loro rapporto con le truppe, le grandi vittorie, come quella di Scipione l’Africano su Annibale a Zama, ma anche le sconfitte più amare, come quella di Canne a opera degli stessi Cartaginesi.

    Cartonato con sovracopertina 16 x 24 cm. pag. 426

    Stampato nel 2012 da Mondadori

  • 0 out of 5

    Il fuoco e l’oscurità – Dresda 1945

    27.00

    Il 13 febbraio 1945 alle 22.03, 244 bombardieri britannici e 9 marcatori sganciarono sulla città tedesca di Dresda qualcosa come 880 tonnellate di bombe esplosive e incendiarie. All’inizio del giorno seguente, i bombardieri americani finirono ciò che era rimasto. Nel giro di quattordici ore, la città fu così completamente distrutta in uno degli attacchi più devastanti della Seconda Guerra Mondiale. A raccontare, in questo libro monumentale, quella drammatica notte e i giorni che seguirono sono i sopravvissuti, miracolosamente scampati alla tempesta di fuoco che incenerì palazzi storici, ridusse in macerie strade e abitazioni, e uccise, secondo le stime, 25.000 persone. Accanto ai loro tragici ricordi, i diari e le lettere di quanti, rischiando a propria volta la vita, ubbidirono all’ordine di radere al suolo la città, in un’azione che turbò a lungo le loro coscienze. Ancora oggi, a settantacinque anni di distanza, Dresda è rimasta il simbolo dell’oscenità della guerra e il suo nome associato all’annientamento, come già per Hiroshima e Nagasaki. Nel corso dei decenni, del carattere morale – o immorale – sia del comportamento della città sotto il Terzo Reich sia della decisione di distruggerla con il fuoco s’è discusso con rabbia, rimorso e dolore in gradi variabili. Dibattiti che fanno ancora parte del paesaggio: a Dresda il passato è nel presente. Per quanto la città sia stata infatti miracolosamente ricostruita, e i restauri scrupolosi fin nei minimi dettagli, è ancora in qualche modo possibile scorgerne le rovine. Ma le toccanti pagine di Sinclair McKay non parlano soltanto di un’indicibile catastrofe, restituiscono anche la vita della città prima e dopo l’attacco, il lungo periodo di ricostruzione e recupero, e soprattutto il racconto di come tante vite spezzate siano riuscite a rigenerarsi.

    Rilegato, 16 x 24,5 cm. pag. 440 + 24 pagine fuori testo con foto b/n

    Stampato nel 2020 da Mondadori

  • 0 out of 5

    Il mestiere delle armi

    12.00

    “Fanno il deserto e lo chiamano pace.” Così lo storico Tacito descrive i legionari di Roma, espressione rapace di uno Stato in espansione. In effetti, nell’immaginario collettivo, l’esercito romano rappresenta una compatta, inarrestabile macchina da guerra. Un esempio ineguagliabile di efficienza e disciplina. E lo fu davvero, anche se non fu solo questo. Seguendone l’evoluzione è possibile ripercorrere lo sviluppo dell’intera società romana. Proprio ciò che in questo volume fa Federica Guidi, puntando la lente d’ingrandimento sulle forze armate dell’Urbe, che a prima vista appaiono una realtà monolitica. Partendo dall’epoca regia per arrivare alla tarda età imperiale, l’autrice descrive con uno stile sapientemente vivace l’articolazione delle legioni, le tecniche di guerra, ma anche gli aspetti più quotidiani della vita dei soldati: dalla costruzione delle macchine belliche alle pratiche mediche di soccorso, dall’addestramento alla organizzazione dei castra. Per scoprire che le legioni furono lo specchio della grandezza di Roma e della sua straordinaria capacità di includere e integrare l’altro, il diverso.

    Brossura 13,5 x 20 cm. pag. 374 + 16 di foto b/n e colori

    Stampato nel 2011 da Oscar Mondadori

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    Il purgatorio dei vinti. La storia dei prigionieri fascisti nel campo di Coltano

    21.00

    Gianni Oliva

    Da Raimondo Vianello a Enrico Maria Salerno, da Walter Chiari a Enrico Ameri, dal giornalista Mauro De Mauro all’anziano scrittore americano Ezra Pound, dal futuro ministro Mirko Tremaglia all’olimpionico della marcia Pino Dordoni: ci sono tanti nomi diventati illustri tra gli oltre trentamila militi e sostenitori della Repubblica sociale italiana ammucchiati, a fine guerra, nel campo di prigionia allestito dagli Alleati a Coltano, alle porte di Pisa. Sono i vinti della guerra civile, per la maggior parte «ragazzi di Salò», che dopo l’8 settembre hanno scelto la continuità con i valori del Ventennio e in nome di un immutato senso della patria e dell’onore sono andati a cercare la dannunziana «bella morte», schierandosi, con quella che viene comunemente definita, “la parte sbagliata della storia”.

    Rilegato, 16 x 24 cm. pag. 206

    Stampato nel 2023 da Mondadori

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    Il regno scomparso. Quando la Borgogna sfidò l’Europa

    30.00

    Bart Van Loo

    Un sogno lungo mille anni. Una sfida condotta nel cuore dell’Europa. Un miraggio infine svanito. Questo è stata la Borgogna dall’Alto Medioevo alle soglie dell’Età moderna. Un’idea, prima ancora che un territorio; una folle ambizione, non solo un progetto politico. Situate a cavallo del confine tra il regno di Francia e il Sacro Romano Impero, lungo i tratti inferiori del Reno, della Mosa e della Schelda, le terre borgognone, famose fin dal XII secolo per i loro vitigni pregiati, furono infatti testimoni di uno dei più straordinari e audaci tentativi di nation building, la costruzione cioè di un’entità politica e militare indipendente e autonoma dalle grandi potenze continentali. In un’Europa frammentata in una moltitudine di regni e di Stati regionali, nel corso di alcuni decenni i duchi borgognoni – da Filippo l’Ardito a Giovanni Senza Paura, da Filippo il Buono a Carlo il Temerario – seppero creare una patria comune per popolazioni di lingue, tradizioni e sentimenti diversi, dando vita a una nazione che al suo apice, tra la metà del XIV e la metà del XV secolo, si estendeva da Digione ad Amsterdam, dall’Alsazia al Mare del Nord. Una nazione incredibilmente prospera, grazie ai commerci internazionali e alle manifatture, con il suo reticolo di floride città votate alla libera impresa e al guadagno. Spavaldi, indocili, assetati di potere e di gloria, pronti a giocare un ruolo da protagonisti nei fragili equilibri e nelle alleanze incerte della guerra dei Cent’anni, i duchi di Borgogna rappresentarono una minaccia costante per le potenze europee, specialmente per quella francese

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    L’ apocalisse della modernità – La Grande Guerra per l’uomo nuovo

    27.00

    Nell’agosto 1914, allo scoppio delle ostilità, molti si erano arruolati entusiasti, immaginando di prender parte a una gloriosa avventura, convinti che il sacrificio del sangue avrebbe dato vita a un mondo e un uomo rinnovati. Dopo pochi mesi, l’entusiasmo era scomparso. Ci si rese conto che la guerra era completamente diversa da quelle fino ad allora combattute: per l’enormità delle masse mobilitate, per la potenza bellica e industriale impiegata, per l’esasperazione parossistica dell’odio ideologico, per l’ingente numero di soldati sacrificati inutilmente. La Grande Guerra rappresentava il naufragio della civiltà moderna. I combattimenti cessarono alle ore 11 dell’11 novembre 1918. E già all’orizzonte nuove tragedie si profilavano, poiché il trattato di Versailles ridisegnava l’intera geografia europea secondo la volontà dei vincitori, con conseguenze gravi e di lunga durata a livello politico e ideologico: le rivendicazioni territoriali, la corsa al riarmo e la militarizzazione di massa della società saranno alcuni dei principi cardine sui quali regimi totalitari come il fascismo e il nazionalsocialismo baseranno il proprio consenso. Gentile ricostruisce il contesto sociale, culturale e antropologico entro il quale maturò quella che è ritenuta una delle più tragiche esperienze del Novecento, soffermandosi in particolare sugli artisti e gli intellettuali che, se all’inizio avevano invocato la guerra come una catarsi, si fecero poi interpreti dell’angoscia profonda da essa scatenata.

    Cartonato con sovracopertina, 16 x 24 cm. pag. 308 + 16 pagine fuori testo con 17 illustrazioni e foto b/n e 28 illustrazioni a colori

    Stampato nel 2011 da Mondadori

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    L’ armata perduta

    13.00

    Una delle più epiche avventure dell’età antica: la lunghissima marcia, attraverso incredibili pericoli e peripezie, che diecimila mercenari greci dopo la disfatta del principe persiano Ciro, sotto le cui insegne si erano battuti, contro il fratello Artaserse alle porte di Babilonia – compiono per tornare in patria. È l’impresa gloriosa e tragica documentata nel IV secolo a.C. da Senofonte nell’Anabasi, che proprio Valerio Massimo Manfredi ha studiato e tradotto negli anni ’80. Ma in questo romanzo le atrocità della guerra e l’eroismo di ogni soldato, il fasto e le crudeli bizzarrie della corte persiana, le insidie di una natura selvaggia e le amicizie più indissolubili sono narrate in una prospettiva completamente inedita: dalla voce di una donna, la bellissima siriana Abira, che per amore di Xenos lascia ogni cosa e condivide il destino dei Diecimila. Attraverso gli occhi di Abira, le donne diventano le protagoniste della grande Storia.

    Brossura, 12,5 x 19,5 cm. pag. 431

    Stampato nel 2016 da Mondadori

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    L’America dimenticata – I rapporti tra le civiltà e un errore di Tolomeo

    18.00

    La quasi totalità degli studiosi ha finora negato l’esistenza di antichi contatti tra l’America e il Vecchio Mondo, ma in questo libro, indagando su una questione apparentemente secondaria di storia della geografia (l’origine di un grossolano errore di Tolomeo), si dimostra che le fonti ellenistiche dell’antico geografo conoscevano latitudini e longitudini di località dell’America centrale. Questa scoperta costringe a rivedere sotto una nuova luce molti aspetti della storia. Da una parte mostra come il crollo delle conoscenze che investì il mondo mediterraneo all’atto della conquista romana sia stato ben più profondo di quanto in genere si creda. Dall’altra apre nuovi possibili scenari di lungo periodo, lasciando intravedere la possibilità di sostituire all’idea oggi dominante dell’evoluzione indipendente e parallela delle civiltà un’unica storia, connessa sin dalla remota antichità.

    Brossura, 14,5 x 20 cm. pag. 296

    Stampato nel 2013 da Mondadori

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    L’arte di attaccare

    12.00

    L’offensiva è l’elemento fondamentale della guerra. Lo dimostra in queste pagine un grandissimo teorico dell’arte militare, forse il più grande di tutti, Carl von Clausewitz. Questa antologia di brani tratti dal suo celeberrimo trattato “Della guerra”, curata da uno dei massimi studiosi di storia militare, Gastone Breccia, è dedicata principalmente alle strategie offensive, sui campi di battaglìa e nella vita. Perché tutti noi siamo come piccoli Stati, determinati a raggiungere i nostri obiettivi anche a costo di metterci in contrasto con altri individui. E spesso ci troviamo costretti a “muovere guerra”: è indispensabile tenere presenti allora le regole fondamentali che rispecchiano la natura stessa dei conflitti. Qui si rivelano tutta la genialità e l’attualità del grande teorico prussiano di inizio Ottocento. Nessuno ha saputo analizzare l’essenza e i caratteri della guerra con tale profondità, ed è per questo che leggere il suo testo, dopo duecento anni e in un mondo socialmente, politicamente e tecnologicamente così diverso, è di estremo interesse non solo per gli specialisti ma per chiunque si trovi a misurarsi con una situazione conflittuale. Il che, prima a poi, capita davvero a tutti.

    Brossura, 12,8 x 19,8 cm. pag. 284

    Stampato nel 2014 da Mondadori

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    L’arte giapponese della guerra

    5.00

    L’arte militare e la tradizione dei samurai hanno dominato in Giappone dai secoli più remoti, influenzando la cultura e lo stile di vita. Questo testo elabora i principi dell’arte della guerra inquadrandoli storicamente e culturalmente, dall’etica marziale alle tecniche guerriere, dalla disciplina Zen alla condotta dei samurai.

    Brossura, 11 x 18 cm. pag. 162

    Stampato nel 1993 da Mondadori

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    L’impero ombra di Hitler – La guerra civile spagnola e l’egemonia economica nazista

    32.00

    La guerra civile spagnola (1936-1939) è stata spesso considerata la sanguinosa prova generale della Seconda Guerra Mondiale. I nazionalisti di Francisco Franco, insorti contro il governo repubblicano del Fronte popolare, vinsero, anche, grazie all’assistenza militare fornita dalla Germania nazionalsocialista e dall’Italia fascista, un chiaro esempio – sembrò – della comune lotta al bolscevismo internazionale condotta da regimi politicamente e ideologicamente affini. Lo storico Pierpaolo Barbieri ribalta questa interpretazione dell’intervento delle forze dell’Asse, sostenendo che furono ben altri i motivi che spinsero il Führer nella penisola iberica: decisi a esercitare l’egemonia economica sull’Europa, i tedeschi volevano sperimentare in Spagna, paese ricco delle materie prime di cui avevano assoluta necessità, le tecniche di sfruttamento da utilizzare nelle future colonie. Il Terzo Reich offrì, quindi, alle truppe franchiste aerei, carri armati e uomini, con il segreto obiettivo di assoggettare gradualmente il paese in una sorta di “impero informale” e di impadronirsi delle sue risorse minerarie per alimentare la propria industria bellica. L’attuazione di questo piano fu in gran parte resa possibile dall’opera di Hjalmar Schacht, ministro delle Finanze e direttore della Reichsbank, le cui politiche (riarmo, disinvolta gestione del debito, promozione dell’export e controllo assoluto dello Stato sull’economia) furono alla base della rinascita della Germania tra le due guerre.

    Rilegato, 16 x 24 cm. pag. 398 + 8 pagine fuori testo con foto b/n

    Stampato nel 2015 da Mondadori

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    L’Italia bombardata. Storia della guerra di distruzione aerea 1940-1945

    18.00

    Marco Gioannini – Giulio Massobrio

    Tra il 1940 e il 1945 l’Italia subisce pesanti bombardamenti alleati. Le vittime civili sono almeno 70.000, probabilmente molte di più. Eppure la pioggia di bombe che ha flagellato il Paese, da Sud a Nord, è andata incontro a una sorta di rimozione collettiva. Questo libro – qui presentato in una edizione completamente rivista, aggiornata e arricchita di dati – narra la storia della guerra aerea sulla Penisola accompagnando l’analisi della strategia, della tattica, delle finalità e delle premesse ideologiche dei bombardamenti con il racconto della vita sotto i lanci, attraverso testimonianze di prima mano. Accuratissimo nella ricostruzione dei fatti, “L’Italia bombardata” è anche un vibrante romanzo della memoria, un punto di riferimento nella storiografia sulla Seconda guerra mondiale in Italia.

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    La bella morte. Gli uomini e le donne che scelsero la Repubblica Sociale Italiana

    22.00

    Gianni Oliva

    Per la vulgata dell’Italia repubblicana i «ragazzi di Salò» hanno rappresentato il «male assoluto». Settant’anni fa Italo Calvino, partigiano combattente, scriveva invece: «Quel furore antico che è in tutti noi è lo stesso che fa sparare i fascisti, con la stessa speranza di riscatto. Ma allora c’è la storia. C’è che noi, nella storia, siamo dalla parte del riscatto, loro dall’altra». Sdoganata prima dal presidente della Camera Luciano Violante, poi dal presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, la questione dei «ragazzi di Salò» anima da due decenni un dibattito spesso strumentale. Gianni Oliva ne propone quindi una lettura storiograficamente equilibrat. I valori sedimentati dall’educazione di regime (la sacralità della patria e dell’onore, la lealtà alla parola data, il rispetto per i caduti in battaglia) si intrecciano con il disgusto morale per il «tradimento» dell’8 settembre, la volontà di vendicarsi dei voltagabbana, dei doppiogiochisti, dei funamboli dell’abiura.  «Cercare la bella morte» diventa la prospettiva drammatica di un percorso che si esaurisce nella furia di piazzale Loreto: è la storia di una scelta sbagliata, che per il numero di adesioni e per il significato storico non può essere rimossa, né considerata residuale.

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    La Caduta degli imperi. Roma e il futuro dell’occidente

    20.00

    Peter Heather – John Rapley

    Il 9 agosto 378, a Adrianopoli, le truppe dell’imperatore Valente furono annientate da un contingente di guerrieri goti. Fu una sconfitta cruciale, che decise il destino di Roma. Da quel momento, l’affacciarsi di nuove potenze lungo le frontiere, i sempre più frequenti conflitti regionali e gli imponenti fenomeni migratori segnarono la fine del dominio globale che Roma aveva esercitato per quasi cinque secoli. Millesettecento anni dopo, si ha l’impressione di assistere a un fenomeno analogo. La supremazia dell’Occidente, nei modi in cui si è manifestata a partire dall’inizio dell’Ottocento, sta rapidamente svanendo. La stagnazione economica e le divisioni politiche, la crisi della democrazia, i frutti avvelenati della globalizzazione neoliberista, il risorgere dei nazionalismi, le guerre neoimperialistiche condotte da regimi autoritari, il dinamismo economico e diplomatico di Paesi definiti un tempo «in via di sviluppo» e oggi invece protagonisti assoluti della scena internazionale: tutto sembra testimoniare il declino dell’Impero occidentale. Ma davvero l’èra del dominio dell’Occidente è giunta al termine? Ci troviamo di fronte a una decadenza irreversibile di cui dovremmo prendere atto? Per lo storico Peter Heather e l’economista politico John Rapley la crisi dell’Impero occidentale non deve necessariamente tradursi in un crollo catastrofico.

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    La foresta che cammina. Le sepolture dei soldati tedeschi 1920 1970

    36.00

    Marco Mulazzani

    Tra il 1914 e il 1945 i caduti tedeschi durante le due guerre mondiali furono più di 7.000.000. Che ne fu dei loro resti? Come vennero ricordati? Come l’architettura contribuì all’esaltazione della loro memoria? Dal 1920 sino al 1970 il Reich ha promosso la costruzione di un migliaio di cimiteri e memoriali nelle Fiandre, nella Prussia Orientale, nei Balcani, in Francia, in Africa, in Italia e persino in Palestina. Questo libro racconta le loro storie e esamina come vennero costruiti; ne interpreta il significato quale conseguenza della guerra moderna, «la guerra dei materiali», che ha sancito «il venir meno dell’eroe come figura esemplare» e l’affermarsi del culto riservato al milite ignoto, «alle vittime senza nome, ai figli della terra il cui destino è fecondare la Madre Terra», ha scritto Ernst Jünger.

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    La grande storia della Seconda Guerra Mondiale

    21.00

    In questa opera il grande storico anglosassone Martin Gilbert offre una grandiosa sintesi di quei sei anni e, combinando un’ampia visione d’insieme con la più minuziosa cura dei particolari, ne descrive giorno per giorno le operazioni militari, lo sconvolgimento nella vita quotidiana, i retroscena politici e diplomatici, il mondo sommerso dello spionaggio.

    Brossura, 16 x 23 cm. pag. 1040

    Stampato nel 2018 da Mondadori

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    La guerra dei Trent’anni 1618-1648. Il conflitto che ha cambiato la storia dell’Europa

    18.50

    Christian Pantle

    La guerra dei Trent’anni è stata una fase di mutamenti profondi nella storia europea. Da un lato una rivoluzione militare, dall’altro una rivoluzione nei sistemi di comunicazione, con giornali, pamphlet, fogli che si diffondono nei luoghi più sperduti. E molte persone semplici imparano a leggere e scrivere. Se conosciamo le guerre precedenti grazie alle narrazioni di chi aveva il potere, per la prima volta il conflitto del 1618-48 ci viene raccontato anche dagli umili. È questo punto di vista che Christian Pantle esamina nel suo libro, partendo da due documenti: il diario di un soldato, Peter Hagendorf, e quello del monaco bavarese Maurus Friesenegger. Hagendorf riferisce la guerra combattuta: nei ventitré anni di attività militare, percorse almeno 22.400 chilometri tra Germania, Italia e Francia, cambiò campo due volte, prese parte a violenze, saccheggi, vide streghe ardere sul rogo, ma seppe anche entusiasmarsi per le bellezze dei paesaggi e delle città che attraversava, e persino dedicarsi con abnegazione alla famiglia. Friesenegger esprime invece la disperazione delle popolazioni civili nel continente devastato da un conflitto che sembrava non finire mai

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    La guerra del Pacifico. Storie di uomini e portaerei nella Seconda Guerra Mondiale

    22.00

    Sergio Valzania

    Tra le epopee del mare c’è quella delle portaerei. Le navi più potenti mai costruite sono state protagoniste di una sola guerra: quella combattuta con ferocia nell’oceano Pacifico tra giapponesi e americani dal 1941 al 1945. Il Mar dei Coralli, Midway, le Salomone orientali, l’arcipelago di Santa Cruz e le Marianne furono il teatro del conflitto che si risolse in uno schiacciante predominio degli Stati Uniti aprendo loro la strada per la vittoria. I marinai e i piloti imbarcati su “Saratoga”, “Lexington”, “Yorktown”, “Enterprise” e “Hornet” si opposero con determinazione e spirito di sacrificio allo strapotere dei giapponesi nei primi mesi di guerra, bloccando la loro avanzata e dando ad un formidabile apparato industriale le possibilità immense di intervenire nella lotta. Valzania valuta le scelte fatte, l’eroismo, la disponibilità al sacrificio, le capacità strategiche e l’intuito tattico dei protagonisti, presenta le azioni e i comportamenti delle personalità di spicco che vi parteciparono nei ruoli più diversi. Dall’ammiraglio Yamamoto, ucciso in un agguato tesogli dall’aviazione americana, ai futuri presidenti degli Stati Uniti John Fitzgerald Kennedy, a George Bush, in servizio come pilota di marina.

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    La guerra di un soldato in Cecenia

    15.50

    Arkadij Babcenko

    George Orwell scrisse a proposito della Guerra Civile in Spagna – alla quale aveva partecipato – che “era un’alternanza di paura e di noia”. E queste parole continuano a tornare alla mente di chiunque legga le sconvolgenti pagine sull’esperienza dell’autore in Cecenia. Come dimostra la cronaca anche recente, il conflitto in Cecenia resta una ferita aperta, un mostro che a intervalli regolari torna a dilaniare la regione del Caucaso (ma anche la Russia), mietendo vittime fra la popolazione locale, i ribelli ceceni, i giovani russi chiamati a combatterla, i moscoviti vittime di attentati. Nessuno è risparmiato. Non esistono né vinti né vincitori, non si impongono ragioni assolute né da una parte né dall’altra: le vittime e i carnefici appartengono a entrambi gli schieramenti. Lo sapeva Anna Politkovskaja, l’eroica giornalista assassinata nel 2006 in seguito alle sue denunce, lo sa Arkadij Babcenko, anche lui firma coraggiosa della “Novaja Gazeta”. Babcenko ha vissuto la devastante esperienza della guerra in Cecenia una prima volta a partire dall’estate del 1996, come soldato semplice, e quattro anni dopo tornandoci da volontario. In questo libro sulfureo e disperato, emozionante e terribilmente onesto l’autore racconta il suo viaggio dall’innocenza all’esperienza, dalla vita alla morte. Per giungere fino a quella assurda situazione di esistenza sospesa tipica del soldato rientrato in patria che fatica a dare un senso alle sue giornate lontano dalla guerra.

    Brossura, 12,5 x 19,7 cm. pag. 402

    Stampato nel 2019 da Mondadori

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    La marcia

    10.00

    Il 23 dicembre 1864 il generale William Tecumseh Sherman scriveva ad Abraham Lincoln una lettera in cui definiva la città di Savannah, in Georgia, il suo “regalo di Natale”. Mai Natale era stato più sanguinoso. La caduta di Savannah infatti era l’estremo frutto della campagna nota con il nome di “marcia al mare” iniziata da Atlanta, messa a ferro e fuoco nel novembre dello stesso anno. “La marcia” è il racconto di quelle sessanta miglia di violenza e di quei sessantamila veterani dell’Unione agli ordini di un uomo la cui tenacia spesso diventa crudeltà. Intorno alle operazioni militari Doctorow dipinge un affresco di una civiltà in fuga: schiavisti, schiavi, uomini, donne, ricchi e poveri, accomunati dalla furia di una guerra civile che cerca la sua epica e trova solo sangue e distruzione.

    Brossura 12,5 x 20 cm. pag. 362

    Stampato nel 2012 da Mondadori

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    La rivoluzione in camicia nera – Dalle origini al 25 luglio 1943

    12.00

    Che cosa è stato il fascismo? Reazione o rivoluzione? In realtà un fenomeno articolato e complesso. Contro il regime autoritario e conservatore edificato negli anni Venti dal nazionalista Alfredo Rocco, resiste e si sviluppa il fascismo delle origini (facente capo a Giuseppe Bottai ma per alcuni versi allo stesso Mussolini), rivoluzionario e totalitario, deciso a seppellire la”civiltà borghese” e a fondare la “nuova civiltà fascista”, una “terza via” alternativa tanto al liberal-capitalismo quanto al comunismo. Paolo Buchignani ricostruisce in modo organico la travagliata vicenda del fascismo rivoluzionario fino alla sconfitta finale. Un esito che nulla toglie all’importanza e alla particolarità del “fenomeno”in camicia nera, tanto intransigente e totalitario quanto vitale, progettuale, proiettato nel futuro e, di conseguenza, capace digarantire al Duce (cui attribuisce la sua stessa volontà rivoluzionaria) il consenso delle classi lavoratrici e popolari, dei giovani, degli intellettuali.

    Brossura, 13,5 x 20 cm. pag. 458

    Stampato nel 2007 da Mondadori

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    Le battaglie dei cavalieri

    13.00

    La storia militare è fatta di strategie, logistica, tecniche e tecnologie. Ma è soprattutto una storia di uomini. Ed è questo il volto delle vicende belliche che racconta Marco Scardigli analizzando le battaglie avvenute sul suolo italiano dall’invasione longobarda, nel VI secolo, al Trecento. Con il risultato di sgombrare il campo da luoghi comuni e falsi miti, a cominciare dall’icona del cavaliere senza macchia e senza paura, rivestito di una sfolgorante armatura quanto di un alone di leggenda non sempre giustificato. Scorrono, pagina dopo pagina, i piccoli conflitti, tra feudatari o tra città, e le grandi guerre con gli episodi resi immortali dalla letteratura: dalla battaglia di Legnano, attorno a cui si è costruita l’epica dei comuni italiani, a Montaperti, “lo strazio e ‘l grande scempio / che fece l’Arbia colorata in rosso”, fino a Campaldino, nella quale combatté l’Alighieri stesso. I protagonisti hanno talvolta nomi famosi, come Carlo Magno, Barbarossa e Federico II, ma sono soprattutto i signori e le città italiane e i tanti popoli, dalle tribù germaniche ai bizantini, dai normanni agli arabi, che nel corso di otto secoli hanno vissuto e combattuto sui territori della penisola.

    Brossura 13,5 x 20 cm. pag. 486

    Stampato nel 2012 da Mondadori

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    Le storie. Libro 7º: Serse e Leonida. Testo greco a fronte

    35.00

    Tutta l’Asia si muove per partecipare alla spedizione che il re di Persia, Serse, organizza contro Atene e la Grecia al fine di vendicare la sconfitta patita dal padre Dario. Del viaggio e dei popoli che lo compiono Erodoto fornisce una descrizione precisa e affascinante: dei luoghi, degli usi, dei costumi, dell’abbigliamento e degli armamenti delle diverse etnie. Per noi moderni, però, il centro del libro è la battaglia delle Termopili nell’estate del 480 a.C, che per primo Erodoto descrisse e che da più di due millenni è impressa nella memoria collettiva: quando, come recita un’iscrizione riportata proprio dallo storico, in quel passo tra i monti, «un giorno, contro tre milioni combatterono quattromila uomini dal Peloponneso»; resistenza, tradimento, aggiramento, ferocia e valore, vittoria e sacrificio sino all’ultimo istante: “Alla maggior parte di loro” scrive Erodoto dei momenti finali, quando i quattromila sono ridotti a trecento spartani, “le lance si erano ormai spezzate, ed essi uccidevano i Persiani con le spade. E in questo scontro cade Leonida, dopo essersi rivelato uomo valorosissimo e, intorno a lui, altri illustri Spartiati”. I Greci indietreggiano verso la parte stretta della strada e vanno ad attestarsi su una collina: «Questa collina si trova all’ingresso del passo, dove ora è collocato il leone di pietra in onore di Leonida. E qui, i barbari li seppellirono con i dardi, mentre si difendevano con le spade – quelli che ancora le avevano, – con le mani e con i denti – alcuni, inseguendoli di fronte e demolendo il muro di difesa, altri, circondandoli tutto intorno da tutte le parti”. Lo scontro tra Greci e Persiani deflagra in tutta la sua portata: è uno scontro tra civiltà, tra ideali opposti gli uni agli altri.

    Rilegato, 13,5 x 20,5 cm. pag. 713 con circa 10 cartine

    Stampato nel 2017 da Mondadori

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    Mercenari. Dall’epoca coloniale al gruppo Wagner

    16.00

    Christopher Kinsey

    Dalla Rivoluzione francese in poi, con l’ascesa degli eserciti nazionali, i mercenari sono stati visti come individui malvagi e attori marginali nel campo delle relazioni tra Stati. Il documentatissimo saggio di Christopher Kinsey sfata questo luogo comune, dimostrando invece che, sebbene siano rimaste per lo più lontane dai «grandi giochi», in realtà le armate di professionisti remunerati hanno svolto un ruolo cruciale e sono state uno strumento di politica estera fondamentale nelle mani del potere. E oggi sono tutt’altro che uscite di scena. Mercenari colloca in una prospettiva storica l’attuale tendenza a privatizzare le guerre, con uno sguardo geografico non eurocentrico ma di portata davvero globale che inquadra in primis Russia, Cina, Africa e Medio Oriente: un contributo di inedita profondità spazio-temporale al dibattito geopolitico contemporaneo.

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    Mio padre era fascista

    11.00

    “Quando, dopo la sua morte, ho letto il diario che aveva custodito nel segreto per tutta la vita, mi è parso di avere una percezione più chiara del tormento che ha dilaniato per decenni mio padre fascista, prigioniero a Coltano dopo aver combattuto, ventenne o poco più, dalla parte dei ‘ragazzi di Salò’. Ho capito che cosa abbia rappresentato per lui il dolore di essere stato internato in quel campo per i vinti della Rsi vicino alla ‘gabbia del gorilla’ in cui era rinchiuso Ezra Pound. Ho capito quanto abbia sanguinato il suo cuore di sconfitto, di ‘esule in Patria’ nell’Italia in cui era un borghese integrato, maniacalmente attaccato alla civiltà delle buone maniere, ma covando il sentimento di un’apocalisse interiore da cui non si sarebbe mai affrancato. Ho capito quanto sia stata aspra e dolorosa la mia rottura con lui e quanto mi pesi, ancora oggi, il fardello di una riconciliazione mancata. Allora ho pensato che fosse giunto il momento di raccontare, con i miei occhi e il mio modo di sentire le cose della vita, chi fosse mio padre fascista e cosa pensasse nell’Italia che non credeva più nei miti in cui lui era cresciuto. Che rapporto ricco e difficile avesse instaurato con i suoi figli. Che cosa abbia significato per me essere figlio di un fascista, e vergognarsi di avere provato vergogna per i padri che abbiamo tradito andandocene da un’altra parte, e che invece hanno vissuto con dignità, coraggio e coerenza la loro solitudine.”

    Brossura, 15 x 21 cm. pag. 162

    Stampato nel 2017 da Mondadori

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    Mussolini e i musulmani – Quando l’Islam era amico dell’Italia

    19.00

    «Oggi, sotto i colpi dei micidiali attentati perpetrati dai terroristi dell’Isis, tutto il mondo occidentale, facendo anche un po’ di confusione, guarda all’Islam con un sentimento d’odio frammisto a paura e terrore. Ma c’è stato un tempo in cui l’Italia poteva vantarsi, pur tra luci e ombre, di avere intessuto stretti rapporti con la Mezzaluna dopo un corteggiamento durato quasi tutto il periodo fascista. Il feeling culminò nel “matrimonio” di Tripoli del 20 marzo 1937, testimone di nozze Italo Balbo, quando un impettito Mussolini, in sella a uno splendido cavallo, nell’oasi di Bùgara appena fuori dalla capitale libica, sguainò, come anello nuziale dell’unione italo-araba, la famosa Spada dell’Islam, un gioiello in oro massiccio cesellato da artigiani fiorentini. Dopo il 25 luglio 1943, con la caduta del duce – nonostante i tentativi di cooperazione con il mondo arabo portati avanti nel secondo dopoguerra dall’Eni di Enrico Mattei – quel vecchio rapporto si è molto attenuato, se non addirittura dissolto.

    Rilegato, 14,5 x 22 cm. pag. 150

    Stampato nel 2017 da Mondadori

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    No easy day – Il racconto in prima persona dell’uccisione di Osama Bin Laden

    17.50

    Primo maggio 2011: Osama bin Laden è morto, l’uomo che per un decennio ha tenuto l’Occidente nella morsa della paura, è stato ucciso. Per la prima volta la più importante ed eclatante operazione di intelligence degli ultimi anni viene raccontata attraverso le clamorose rivelazioni di uno dei diretti protagonisti, un ex appartenente al Team Six dei SEAL (le forze speciali della Marina statunitense) che per primo ha fatto irruzione nell’ultimo rifugio di Bin Laden. Sotto lo pseudonimo di Mark Owen, l’autore ripercorre la sua esperienza nei corpi speciali, a cominciare dall’agognato ingresso nei SEAL, passando per il salvataggio del capitano Richard Phillips, rapito dai pirati somali nell’Oceano Indiano, fino alla guerra ai talebani sulle montagne afghane e all’assalto del compound di Abbottabad, in Pakistan, dove si nascondeva il leader di al Qaeda. Per Owen e i suoi compagni il successo della missione, oltre che dovuto alla partecipazione a centinaia di operazioni in tutto il globo, è frutto di anni di addestramento durissimo, teso a portare ai limiti massimi la resistenza psicofisica, una preparazione che consente loro di affrontare qualsiasi genere di evento e di imprevisto, qualsiasi tipologia di nemico. Il raid nel quartier generale segreto di Bin Laden è raccontato nei minimi dettagli…

    Rilegato, 15 x 22,5 cm. pag. 248 + 16 pagine fuori testo con 16 foto a colori e vari disegni

    Stampato nel 2012 da Mondadori

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    Perché l’Italia amò Mussolini (e come è sopravvissuta alla dittatura del virus)

    20.00

    Bruno Vespa

    Questo libro racconta la storia di due dittature, quella di Benito Mussolini e quella del signor Covid (come lo chiama l’autore). Si apre con una passeggiata a piazza Venezia: stracolma per i grandi proclami del Duce negli anni del consenso (1925-1936), deserta durante il drammatico lockdown della primavera 2020. Entrambe le dittature hanno soppresso o limitato la libertà degli italiani (il Covid-19, a 2 miliardi di persone), ma se allora Mussolini ebbe un’enorme popolarità interna e internazionale, l’Italia ha resistito al virus con un odio sordo, sconfiggendolo con la disciplina in primavera e rivitalizzandolo con la confusione in autunno. Nella parte sul fascismo, Bruno Vespa mostra come, superato il trauma dell’opinione pubblica per il delitto Matteotti, Mussolini abbia conquistato il consenso mondiale per aver annientato il socialismo filosovietico in Occidente, ma anche perché i treni arrivavano in orario e per la bonifica pontina, che ispirò alcune iniziative del presidente americano Roosevelt. Gli italiani apprezzarono le grandi opere urbanistiche, la messa in sicurezza dell’economia dopo la crisi del 1929 e, soprattutto, le iniziative sociali: settimana lavorativa di 40 ore, dopolavoro, sostegno alla maternità, colonie marine.

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    Seconda Guerra Mondiale – Boschi amari

    35.00

    L’offensiva delle Ardenne nei disegni del Fuhrer, avrebbe dovuto capovolgere le sorti della guerra sul fronte occidentale, riportare in vantaggio il Terzo Reich e provocare, per reazione a catena, il distacco degli alleati occidentali dall’Unione Sovietica. Il piano di Hitler, nonostante il pessimismo dei generali tedeschi, non mancava di chances di successo, quantomeno dal punto di vista tattico-strategico. Le cattive condizioni atmosferiche mettevano fuori gioco la potente aviazione alleata e, per la prima volta dai tempi della battaglia di Tunisia, gli americani sarebbero stati costretti a combattere senza la superiorità dell’artiglieria, dei rifornimenti e dei trasporti. L’obbiettivo finale era la conquista di Anversa, il porto che riforniva senza sosta 50 divisioni alleate e poteva essere considerato il punto chiave di tutta la campagna europea. Tre principali gfattori fecero fallire il piani tedeschi: l’inattesa capacità d’iniziativa autonoma delle piccole unità americane rimaste isolate dopo la fase iniziale dell’offensiva, la natura del terreno nella regione delle Ardenne e, infine la rapidità con cui gli Alleati riuscirono a gettare nella mischia mezzo milione di uomini in pochi giorni.

    Rilegato,16,5 x 22 cm. pag. 611 con circa 25 cartine

    Stampato nel 1969 da Mondadori

    Condizioni libro: usato in perfette condizioni con sovracopertina

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    Seconda Guerra Mondiale – Criminal camp. Storia degli anni perduti

    23.00

    Durante la Seconda Guerra Mondiale 1.200.000 italiani caddero prigionieri: 500.000 erano stati catturati dagli alleati prima dell’8 settembre 1943, 700.000 furono catturati dai tedeschi dopo l’armistizio. La loro è una storia di terribili sofferenze, che accomuna le decine di migliaia di morti, per freddo, tifo, fame nei campi russi, alle vittime delle fucilazioni ordinate dai tedeschi, a quanti infine furono distrutti nel corpo e nello spirito dalle durissime condizioni dei campi di internamento inglesi, francesi e americani. Beppe Pagolotti fu uno di loro. La sua personale tragedia cominciò il 16 settembre 1940 e terminò solo a natale del 1946: più di sei anni di prigionia in un campo britannico sotto l’Himmalaya.

    Rilegato, 14,5 x 22,5 cm. pag. 300

    Stampato nel 1987 da Mondadori

    Condizioni del libro: usato in perfette condizioni con sovracopertina

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    Seconda Guerra Mondiale – La Seconda Guerra Mondiale Vol. I – II

    38.00

    Raymond Cartier

    Opera di grande efficacia narrativa, l’autore mostra uno stile brillante e mai noioso. La narrazione si dipana per centinaia di pagine in modo lineare, comprensibile e interessante, vengono narrate innummerevoli battaglie, ci si addentra a tratti anche in dettagli di mezzi tecnici ed ordini di battaglia. Altri pregi dell’opera sono la giusta comprensione da parte dell’autore degli snodi cruciali della guerra, l’opportuno rilievo assegnato alle campagne decisive (Francia 1940, Fronte orientale 1941-1945, Normandia 1944). Viene descritta anche accuratamente la campagna del Pacifico. Opera monumentale che risulta ancora la sintesi con il maggior numero di informazioni disponibile. Grande pecca di questo libro, a causa della prospettiva ideologica dell’autore, il preconcetto anticomunista e antisovietico di fondo, a volte fin troppo smaccatamente evidente. Eccessiva risulta anche l’adozione del punto di vista delle fonti tedesche mentre mancano all’autore la conoscenza approfondita delle fonti sovietiche (all’epoca non ancora disponibili). Nel complesso però una lettura appassionante e quasi indispensabile per una comprensione non superficiale dell’evento storico.

    Rilegato, 16 x 22 cm. Vol. I pag. 638 + 32 pagine fuori testo con 51 foto b/n Vol. II pag. 718 + 32 pagine fuori testo con 52 foto b/n

    Stampato nel 1968 da Mondadori

    Condizioni del libro: usato in ottime condizioni con sovracopertina

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