Fascismo – Mussolini e il processo di Verona

Renzo Montagna

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    Fascismo – Mussolini e il processo di Verona

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    Militare di carriera partecipa alla Prima guerra mondiale con il grado di sottotenente e venendo decorato con due medaglie d’argento al valor militare. Si congeda nel 1920 con il grado di capitano di complemento e inizia l’attività nei Fasci di Combattimento fondando il fascio di Santa Giuletta. Distintosi nell’attività squadristica entra a far parte della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale dove compie una rapida carriera. Partecipa alla guerra d’Etiopia comandando un battaglione di Camicie Nere. Tra il 1942 e il 1943 fu il comandante del Raggruppamento tattico CC.NN “Montagna”. Arrestato dal governo Badoglio fu liberato dai tedeschi dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943. Secondo Montagna l’esercito della RSI sarebbe dovuto nascere come estensione della MVSN, l’unica forza armata che dopo l’armistizio non si era sciolta ed aveva mantenuto fede all’alleanza con i tedeschi. Nel 1944 fu nominato giudice nel processo di Verona contro i membri del Gran Consiglio che avevano votato l’ordine del giorno Grandi che aveva segnato la caduta del governo Mussolini il 25 luglio 1943. Alcuni dei giudici si batterono affinché gli imputati non fossero condannati a morte e Montagna si batté in particolare per salvare Emilio De Bono ma inutilmente quando si scontrò con Enrico Vezzalini. Nell’ottobre 1944 fu nominato comandante della polizia della Repubblica Sociale Italiana, carica che mantiene fino alla fine della guerra. Resosi latitante il 29 maggio 1947 Montagna fu amnistiato dalla corte d’Assise di Como. Dopo la guerra si ritira a vita privata e muore a Voghera il 6 luglio 1978. Il volume tratta specificatamente le vicende, appunto, del processo di verona.

    Brossura, 15 x 21 cm. pag. 234

    Stampato nel 1949 da Edizioni Omnia

    Condizioni del libro: usato in buone condizioni. I bordi delle pagine sono leggermente ingialliti

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    Renzo Montagna

    Il processo di Verona si svolse in un’atmosfera del tutto particolare, su cui aleggiava la “volonta” tedesca di mandare a morte chi aveva tradito Benito Mussolini. Non si saprà mai se il capo del fascismo, in assenza della pressione dell’alleato, oramai preponderante, avrebbe deciso di far fucilare Ciano e i gerarchi fascisti. Il Generale Renzo Montagna ha scritto queste pagine, che resteranno incise nella storia dei popoli, con serena obiettività narrando fatti e casi di cui egli fu testimone o partecipe, comunque documentati. Non è quindi cronaca, ma storia, storia vera e tragicamente vissuta.

    Brossura, 15 x 21 cm. pag. 234

    Stampato nel 1949 da Edizioni Omnia

    Condizioni del libro; usato in buone condizioni: piega nella quarta di copertina in basso a sinistra, segni del tempo

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