Contro il globalismo. L’Europa tra invasione migratoria e resistenza identitaria

Tommaso Indelli

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    Contro il globalismo. L’Europa tra invasione migratoria e resistenza identitaria

    15.00

    Tommaso Indelli

    In un mondo globalizzato, permeato da modelli culturali e comportamentali massificati e massificanti, in cui l’unico fine della Storia sembra essere rappresentato dall’utopia panmixista emerge sempre più la necessità etica e politica di un sano “differenzialismo”, di una forma mentis non conforme agli imperativi del nostro tempo. Pertanto, a questa contemporaneità bisognerebbe contrapporre la difesa – morale e intellettuale – della “forma” dell’Europa, così come si è articolata nel corso della sua storia secolare. All’homo oeconomicus, il cui unico motore trainante è l’appagamento delle voluttà, bisognerebbe contrapporre l’homo ethnicus, portatore di una sua specifica tradizione e di un patrimonio culturale generazionale, spesso millenario, consolidato e radicato su un determinato territorio.

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    Controstoria della resistenza. Uomini, fatti e responsabilità della Guerra Civile (1943 – 1945)

    15.00

    Tommaso Indelli

    La monografia si sofferma su alcuni degli aspetti più drammatici e controversi della tormentata stagione della “Guerra Civile”, decostruendo alcuni dei miti ormai sedimentati nella coscienza nazionale. Introduzione di Valerio Benedetti. Postfazione di Gianluca Veneziani.

    Brossura, 15 x 21 cm. pag. 231

    Stampato nel 2022 da Altaforte Edizioni

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    L’imperatore Giuliano e la nostalgia degli dei

    14.00

    L’imperatore romano Giuliano è una delle figure del passato per le quali la trasfigurazione simbolica e l’elaborazione mitica di cui sono state oggetto hanno forse superato l’effettiva realtà storica… Il libro di Tommaso Indelli ha il merito di restituire la complessità del personaggio e dell’epoca, di seguirne l’elaborazione del mito e di passare in rassegna in modo ordinato la copiosa storiografia sul tema, fornendo al lettore adeguati strumenti per la conoscenza di un protagonista del nostro passato che merita di essere conosciuto. Prefazione di Claudio Azzara.

    Brossura, 14,5 x 21,5 cm. pag. 144

    Stampato nel 2018 da Partenio

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    Langobardìa – I Longobardi in Italia

    40.00

    L’opera non soltanto minuziosamente ricostruisce tutto l’arco della presenza longobarda in Italia, includendovi anche le vicende, spesso trascurate, della Longobardìa minor, ma si interessa, con ricchezza di particolari e profondità di analisi, alle istituzioni e alla società dei Longobardi. L’Autore si sofferma innanzitutto sulle trasformazioni della regalità, mettendo ad esempio in luce l’importanza dell’editto di Rotari come decisivo passaggio dall’ordinamento giuridico del popolo all’ordinamento giuridico del re, e, ancora, il progressivo abbandono della prassi dell’elettività assembleare a tutto vantaggio di una regalità fondamentalmente dinastica. Ancora più significative sono le riflessioni riservate all’esame della tribù longobarda, con un recupero della concezione dell’etnia radicata su fattori oggettivi e non impermeabile ai fattori esterni, definita come “un organismo politico-militare ed etnico-culturale dotato di una sua specifica autonomia e identità e con un solido retaggio di tradizioni giuridiche, linguistiche e religiose unito a precisi miti etnogenetici”. In buona sostanza l’idea della tribù longobarda come comunità di sangue in grado di andare al di là dello stesso specifico clan di appartenenza, per dar vita ad un popolo capace di avere uno straordinario destino.

    Brossura 14,5 x 21,5 cm. pag. 401 + 6 di cartine

    Stampato nel 2013 da Ar

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    Odoacre – L’irruzione tribale di un uomo di guerra nel paesaggio dell’Impero

    15.00

    Quella di Odoacre è una figura che riaffiora tra le reminiscenze scolastiche di ciascuno perché legata a un evento che nella nostra cultura ha assunto, in modo improprio, il valore di una cesura epocale: la deposizione per mano di questo comandante barbaro arruolato nell’esercito imperiale del princeps Romolo “Augustolo”, poco più che un bambino, nell’anno 476, termine che viene convenzionalmente adottato quale momento della “fine” dell’impero romano (poiché dopo Romolo Augustolo non ci fu più alcun imperatore in Occidente) e, più in generale, del trapasso dall’età antica al medioevo. In realtà una simile concezione è del tutto impropria, non solo perché, com’è ovvio, un’epoca, con la civiltà che in essa si espresse, non cessa certo di esistere in un giorno, ma anche perché l’impero romano continuò la propria vita a lungo, di fatto e di diritto, nella sua pars Orientis, con un Augusto assiso sul trono a Costantinopoli. Prefazione di Claudio Azzara.

    Brossura 14,5 x 21,5 cm., pagg. 128, alcune ill.

    Stampato nel 2018 da Ar

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