Il libro che presentiamo, già edito nel 1938, illustra una delle più importanti ed innovative istituzioni del Nazionalsocialismo: il «Deutsche Arbeitsfront» (D.A.F.). L’Autore, Marco Maffei, ha raccolto, sulla base della conoscenza diretta del mondo tedesco e particolarmente della nuova Germania del Terzo Reich, gli elementi atti a far comprendere la natura, lo spirito e gli scopi del «Fronte Tedesco del Lavoro» (Deutsche Arbeitsfront), premessa e base della struttura sociale nazionalsocialista. Lo spirito dell’opera è soprattutto informativo ed espositivo: illustra principi ed istituzioni alla luce della dottrina e degli scopi pubblicamente dichiarati e in tale prospettiva cerca di farne intendere l’efficacia. Appunto per il suo carattere illustrativo crediamo che il libro adempia alla sua funzione specifica: chiarire con piena informazione che cosa era, quale scopo si prefiggeva, come era organizzato il “Fronte del Lavoro” nella Germania del Terzo Reich.
Pubblicata per la prima volta nel febbraio del 1937, è un’inchiesta attenta e serena sulla vita della Germania nazionalsocialista. Il libro si snoda per 21 capitoli che passano in rassegna i temi maggiormente qualificanti per avere una visione d’insieme della nuova Germania: dall’educazione militare della gioventù alla costruzione delle autostrade, dall’organizzazione delle classi lavoratrici alla formazione delle nuove correnti artistiche e letterarie, dalla produzione delle grandi industrie alla lotta politica, precisando molti fatti e correggendo molte falsità. prefazione di Maurizio Rossi.
Multinazionali, costruttori senza scrupoli, affaristi e catene alberghiere investono massicciamente nel cosiddetto “oro bianco”, si insediano nelle valli più alte delle Alpi francesi, attirano orde di turisti, deturpando, così, i siti più belli. Anche l’arrivo in massa di popolazioni africane, manodopera a basso costo, contribuisce in maniera inesorabile, attraverso un radicale cambiamento culturale e demografico, alla fine dell’identità della popolazione autoctona. Sconvolte da questo sviluppo mercantile e sentendo il proprio territorio minacciato da questa nuova forma di colonialismo, alcune centinaia di savoiardi decidono di formare una Repubblica autonoma che unisca Savoia, Valle d’Aosta e Canton Vallese attorno al Monte Bianco, centro geografico, etnico e culturale. La resistenza armata, utilizzata per conquistare l’indipendenza, porterà allo scontro con lo Stato francese che costringerà i repubblicani del Monte Bianco a rifugiarsi a quote sempre più alte. La lotta per la sopravvivenza si svolgerà in condizioni di estrema deprivazione e sofferenza che molti non riusciranno a tollerare. Alcuni abbandoneranno i compagni per ridiscendere a valle, molti altri moriranno. Riusciranno i discendenti di questi separatisti ad adattarsi alle severe condizioni di vita dell’alta montagna? Riusciranno a sopravvivere e a preservare la propria indipendenza mentre, nelle pianure, continua la mescolanza di popoli e culture?
Kurt Eggers: uomo che incarnava l’antico ideale del guerriero, uno scrittore, un poeta e un mistico. Autorevole rappresentante della letteratura e del teatro nazionalsocialista, prestò servizio come comandante di compagnia della 5. Panzer- Division Waffen-SS “Viking”, nelle cui fila morì eroicamente vicino a Belgorod. Dopo la sua morte, il reggimento SS fu rinominato SS-Standarte “Kurt Eggers” in suo onore. Visse una vita breve ma brillante, lasciandosi alle spalle una enorme eredità letteraria. Perché leggere oggi Kurt Eggers? La risposta è semplice; perché la tensione che traspare dalla sua vita e nelle sue opere è priva di zone grigie. Essa è cristallina, perché la coerenza nel percorso esistenziale di Eggers, idealistico e di sintesi guerriera, non può certo lasciare indifferenti coloro che vedono nel fuoco vitale della lotta, in ogni sua forma o manifestazione, una realizzazione superiore, che va oltre la sola parabola terrena del singolo uomo, e che cerca di lasciare un segno indelebile alla posterità, il cui compito, appunto, sarà di avere nell’esempio di chi ha vissuto per lottare, un punto cardinale cui volgere il proprio sguardo, la propria ricerca personale, la propria energia vitale.
Brossura, 15 x 21 cm. pag. 102 con alcune illustrazioni b/n
Il filosofo Miguel Serrano, attraverso la sua narrazione mitologica del Nazionalsocialismo, capace di andare oltre la mera ideologia politica, è riuscito a fornire una prospettiva completamente nuova chiamata Hitlerismo Esoterico. Carlos Videla, assistente di Don Miguel, in forza della sua posizione privilegiata, ha potuto accostarsi alla scrittura e al pensiero del controverso esoterista cileno come pochi altri prima d’ora: “La Memoria del Sangue” funge così da inestimabile prontuario bibliografico all’interno del quale, passo dopo passo, viene donata una chiave di lettura utile alla piena comprensione di quanto celato sotto l’apparente superficie delle parole, un autentico vademecum che ci accompagna (e illumina) nella scoperta del pensiero profondo che ha mosso Miguel Serrano nel corso della sua incredibile avventura umana, vissuta a cavallo di due secoli.
Gli scritti di Nicola Bombacci che quì si presentano in versione integrale, pubblicati per la prima volta dopo la fine del secondo conflitto mondiale, hanno quasi tutti per argomento la Russia sovietica: “Il mio Pensiero sul Bolscevismo” del 1941, “Questo è il Bolscevismo” del 1942 (ristampato nel 1944), “I Contadini della Russia di Stalin” del 1942, “Dove va la Russia. Dal Comunismo al Panslavismo” del 1944. Tutti questi testi, sono per lo più incentrati sulla negazione che in Russia vi fosse una qualche forma di socialismo, affermando che vi era solo una tirannide personale di Stalin, con una sua burocrazia accaparratrice, nemica del popolo e creatrice di miseria, guidata da esponenti ebraici e, brutalmente imperialista. Completa questa antologia di scritti, “I Contadini nell’Italia di Mussolini”, pubblicato nel 1943, un testo elogiativo della politica rurale mussoliniana, in cui Bombacci riconosce come raggiunta l’antica meta socialista di dare la terra ai contadini.
Kurt Eggers: uomo che incarnava l’antico ideale del guerriero, uno scrittore, un poeta e un mistico. Autorevole rappresentante della letteratura e del teatro nazionalsocialista, prestò servizio come comandante di compagnia della 5. Panzer- Division Waffen-SS “Viking”, nelle cui fila morì eroicamente vicino a Belgorod. Dopo la sua morte, il reggimento SS fu rinominato SS-Standarte “Kurt Eggers” in suo onore. Visse una vita breve ma brillante, lasciandosi alle spalle una enorme eredità letteraria. Perché leggere oggi Kurt Eggers? La risposta è semplice; perché la tensione che traspare dalla sua vita e nelle sue opere è priva di zone grigie. Essa è cristallina, perché la coerenza nel percorso esistenziale di Eggers, idealistico e di sintesi guerriera, non può certo lasciare indifferenti coloro che vedono nel fuoco vitale della lotta, in ogni sua forma o manifestazione, una realizzazione superiore, che va oltre la sola parabola terrena del singolo uomo, e che cerca di lasciare un segno indelebile alla posterità, il cui compito, appunto, sarà di avere nell’esempio di chi ha vissuto per lottare, un punto cardinale cui volgere il proprio sguardo, la propria ricerca personale, la propria energia vitale.
Brossura, 15 x 21 cm. pag. 78 con alcune illustrazioni b/n
Questi due significativi documenti dell’epoca – Rudolf Kempe, La legislazione germanica a tutela della gioventù, 1941; Bruno Rauecker, Provvedimenti di politica sociale nella nuova Germania, 1936 -, aventi per argomento la condizione sociale del Terzo Reich, forniscono l’occasione di conoscere aspetti poconoti della Germania nazionalsocialista.
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