1944 Gli italiani tornano a volare. Il prezzo di una scelta tra Aeronautica Nazionale Repubblicana al Nord e Regia Aeronautica al Sud

Macchione Editore

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    1944 Gli italiani tornano a volare. Il prezzo di una scelta tra Aeronautica Nazionale Repubblicana al Nord e Regia Aeronautica al Sud

    25.00

    Sebastiano Parisi

    Il 1944 fu per gli italiani uno degli anni più duri dell’intero conflitto, ma pure quello della speranza. A seguito dell’armistizio dell’8 settembre 1943 anche la Regia Aeronautica, come le altre Forze Armate, si trovò a spaccarsi in due. Da una parte, al Sud, ebbe una sorta di continuità la Regia Aeronautica propriamente detta, seppur tra mille difficoltà e in un contesto di cobelligeranza a fianco degli Alleati. Al Nord, in una situazione ancora più complicata, nacque quella che prenderà infine il nome di Aeronautica Nazionale Repubblicana, combattendo a fianco dei tedeschi e, a volte, anche contro di essi (seppure non in senso letterale) per difendere il suo stesso diritto ad esistere e non essere accorpata alla Luftwaffe. Vi fu la volontà di evitare in ogni modo scontri fratricidi tra le “due aeronautiche”, da una parte negando la possibilità di formare Gruppi da Bombardamento Terrestre in seno all’A.N.R., che potessero essere impiegati in Italia, ma pure altrove, dall’altra dirottando sui Balcani le missioni di bombardamento e mitragliamento da parte della Regia Aeronautica con sede nel Meridione, in quella che diverrà una vera e propria “gabbia operativa”, da cui era impossibile uscire.

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    Baia di Olivieri 1943. Le operazioni militari da Brolo a Messina durante la Seconda Guerra Mondiale

    20.00

    Tra l’inizio del 1941 e l’estate del 1943 la Baia di Oliveri, assieme all’intero Golfo di Patti, divenne terreno di scontro fra le forze angloamericane e quelle italotedesche. Dopo i primi tragici eventi della guerra sottomarina, condotta dagli inglesi soprattutto tra le Isole Eolie e la terraferma, il confronto si allargò anche al cielo, con tragici bombardamenti che interessarono l’intera riviera: Capo d’Orlando, Patti, Falcone, Novara di Sicilia, fino a Barcellona Pozzo di Gotto e soprattutto Milazzo. Il colpo di grazia giunse quando questo vasto territorio fu attraversato dal fronte terrestre, con gli americani che, vittoriosi a Brolo, proseguirono l’avanzata fino a scontrarsi coi tedeschi tra Oliveri e il Ponte Cicero. Neppure quando giunsero a pochi chilometri da Messina gli americani ebbero vita facile e dovettero contendere il terreno ai tedeschi fino all’ultimo. Il prezzo pagato dalla popolazione in termini di vite umane e di distruzioni non fu certo irrilevante. Con l’ausilio di documenti militari alleati inediti, l’autore ci svela anche degli episodi poco conosciuti.

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    Diario di un sardo prigioniero dei tedeschi 1944-1945

    15.00

    Angelo Abis

    Arruolatosi nella Marina Militare, negli Anni ‘30 Giovanni Sardu partecipa alle principali imprese belliche del tempo: la riconquista della Libia e il conflitto in Africa Orientale, guadagnandosi il grado di sottocapo di seconda classe. Nel 1938 viene destinato all’isola di Rodi e qui lo coglie lo scoppio della guerra con l’incarico di capo cannoniere della prima batteria anti-aerea. Il 4 settembre 1940 abbatte un aereo inglese inviato a bombardare gli aeroporti di Gaddura e Marizza. Sardu assolve i suoi compiti di capo cannoniere fino alla resa dell’11 settembre del ‘43, ma stavolta sostiene il suo ultimo combattimento contro i mezzi tedeschi che si accingevano ad occupare l’aeroporto di Manizza. Scartata l’ipotesi di consegnarsi ai tedeschi o di darsi alla macchia, respinta l’ipotesi di diventare un collaborazionista o di aderire alla RSI, si arruola nell’organizzazione TODT, l’impresa di costruzioni che operava sotto la direzione dei comandi tedeschi. Cessa così di essere un prigioniero di guerra in fuga, per diventare un lavoratore straniero al servizio delle imprese tedesche. Fu preso in organico dalle ditte Grum e Beffi ng con destinazione nella città di Magdeburg in Sassonia. Da quel momento, sino al 1° aprile del ‘45, è un continuo peregrinare nei piccoli e grandi centri della Germania dove più che per lavorare, il tempo viene impiegato a sfuggire ai continui bombardamenti dell’aviazione alleata. Il 1° aprile del ‘45 è preso in carico dagli americani e finalmente nel luglio del ‘45 può rientrare in Italia.

    Brossura, 14 x 21 cm. pag. 106

    Stampato nel 2023 da Macchione

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    Fortificazioni di montagna

    11.00

    Mauro Minola, Beppe Ronco

    Le vestigia delle fortificazioni sull’arco alpino costituiscono una testimonianza di una importante pagina di storia militare che merita di essere conservata e adeguatamente valorizzata. Questo breve testo ci offre una panoramica storica e turistica di questo sistema di fortificazioni che va dal Forte di Bard, in Valle d’Aosta, fino allo sbarramento delle Giudicarie, con la bellissima Rocca d’Anfo. Completano il testo fotografie e disegni.

    Brossura 13 x 21 cm. pag. 112 interamente illustrate a colori

    Stampato nel 1998 da Macchione

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    I comandi protetti della NATO 1° Roc Monte Venda Back Yard e West Star

    29.00

    Per chi voglia conoscere più a fondo cos’erano in Italia i Centri Operativi di Comando e Controllo delle Forze Armate, sorti a seguito della Guerra Fredda fra la NATO e il Patto di Varsavia e quale fosse la loro funzione strategica in quel particolare contesto geopolitico, deve solo avere l’interesse e la pazienza di accostarsi a questo saggio. Con l’apporto di una documentazione sia cartacea che orale, Leonardo Malatesta dà un contributo, chiaro ed esaustivo, alla conoscenza soprattutto del 1° ROC del Monte Venda, gemello del 3° di Martina Franca che, alla soglia del 3° millennio, sono stati chiusi sia per le mutate esigenze operative, sia per il progresso tecnologico e il cui posto è stato preso dal Centro Operativo del Comando delle Forze Aeree di Poggio Renatico, divenuto così centro unico di Comando e Controllo dell’Aeronautica Militare.

    Brossura, 17 x 24 cm. pag. 240 con numerose foto a colori

    Stampato nel 2016 da Macchione

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    I prigionieri italiani del Don nei campi di Stalin 1942 1954

    29.00

    Luca Vaglica

    Su circa 70.000 soldati italiani catturati dall’Esercito Rosso dopo la disfatta dell’ARMIR, 10.087 furono rimpatriati, ossia solamente il 14%. Tale percentuale risulta spaventosamente bassa soprattutto se confrontata con quella dei prigionieri di guerra italiani rimpatriati dalle altre potenze belligeranti Drammatiche sono state le circostanze in cui è avvenuta la cattura della maggior parte dei nostri militari: in pieno inverno russo (dicembre-gennaio 1942- 1943), caratterizzato da un’ondata di gelo eccezionale. Inoltre l’Unione Sovietica, almeno nel periodo iniziale, era quasi completamente sprovvista di lager capaci di ospitare le migliaia di prigionieri italiani, tedeschi, rumeni, ungheresi che vi affluivano in continuazione. Oltre che da queste tragiche condizioni di vita degli internati, la prigionia in Unione Sovietica fu contraddistinta da un altro fattore fondamentale: l’opera di propaganda e rieducazione politica svolta in maniera sistematica e asfissiante sui prigionieri.

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    I sardi a Salò

    20.00

    Angelo Abis

    Non è certo un caso che quasi tutti i sardi che ebbero un qualche ruolo nella R.S.I., da Barracu a Sulis, da Ugo Manunta a Stanis Ruinas, da Luigi Contu a Vincenzo Lai, si ritrovarono in quel vasto schieramento politico e culturale che alla critica più che radicale al cosiddetto “fascismo-regime”, autoritario, conservatore e illiberale, univa la richiesta della libertà di stampa, del pluralismo partitico, l’indizione di una costituente e la socializzazione dell’economia. Come non è certo un caso se Barracu poteva dire alla radio, parlando ai sardi: “…La Sardegna avrà, in base al nuovo ordinamento, l’autonomia necessaria che la sua configurazione, la sua posizione geografica e il suo passato, le hanno dato il diritto di sognare e di avere”. A Salò il segno di riconoscimento dei sardi era la lingua sarda. Questo faceva premio su qualunque altro fattore e imponeva una solidarietà e quasi una parentela che andava ben oltre le differenze politiche o ideologiche.

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    Il Generale delle Camicie Nere

    25.00

    Volontario sedicenne nella Grande Guerra, prigioniero in Germania, squadrista e sindaco di Castiglione del Lago, Nicchiarelli ha vissuto molti eventi che hanno caratterizzato la prima metà del XX secolo. Entrato nella Milizia di cui comandò la legione “Cacciatori del Tevere” e il reparto autonomo nella colonia di confino di Lipari, fu poi alla testa della legione “San Giusto” e della 3ª legione Libica. Fu comandante della legione camicie nere “Tagliamento” e del raggruppamento “XXI Aprile”, aderì alla Repubblica Sociale Italiana e fu al vertice della Guardia nazionale repubblicana. Attraverso l’attenta analisi di una grande mole di documenti, molti dei quali inediti, fra cui la Memoria sulla Guardia, l’autore racconta, insieme alla storia dell’ufficiale, quella, non apologetica né denigratoria, della Milizia fascista (MVSN), dalle origini al 1945.

    Brossura, 14,5 x 21 cm. pag. 661 con 31 foto b/n

    Stampato nel 2013 da Macchione editore

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    In guerra con gli Alpini del Battaglione INTRA – Grecia – Albania – Jugoslavia 1940 – 1943

    25.00

    Il Battaglione Alpini “Intra” ha rappresentato una realta ben conosciuta dalle popolazioni locali e il suo era un nome familiare nei territori dell’alto novarese, ma anche sulle sponde piemontesi e lombarde del Verbano e nelle valli dell’Ossola, dove attingeva gran parte dei suoi effettivi e in cui svolgeva parte della propria attivita addestrativa. Il volume racconta le vicende che hanno contraddistinto la storia del Battaglione nel corso dell’ultimo conflitto mondiale. Diari di guerra ritrovati e materiale fotografico inedito, hanno permesso di ricostruire la quotidianita della vita di trincea, fatta di piccoli gesti quotidiani ma anche di eventi drammatici, quali rappresaglie e fucilazioni

    Brossura, 17 x 24 cm. pag. 236

    Stampato nel 2016 da Macchione

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    La linea Cadorna – Val d’Ossola val d’Intelvi lago di Como Valtellina

    11.00

    Storia e immagini della linea difensiva costruita tra la Val d’Ossola e le montagne di Como in un’illustratissima guida delle fortificazioni con disegni, foto attuali e d’epoca. Proprio la parte iconografica, estremamente dettagliata, rende questa guida adatta a chi vuole veramente ripercorrere un pezzo della nostra storia.

    Brossura, 13 x 21 cm. pag. 111 illustrato con circa 71 foto a colori e 32 cartine e disegni

    Stampato nel 2000 da Macchione editore

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    La strage nascosta – Roma 24 agosto 1917. Esplode il Forte dell’Acqua Santa

    25.00

    Questo volume ricostruisce e svela con documenti inediti uno dei più drammatici “segreti militari” della Grande Guerra: la strage dell'”Acqua Santa” che il 24 agosto 1917 provocò a Roma la morte di 240 civili e militari. Una vicenda di straordinaria importanza storico-critica. È così sorprendente e inimmaginabile quanto accade che il pensiero corre subito all’ipotesi di un terremoto. Era già successo e quindi poteva ancora ripetersi. Certamente nessuno dei cittadini avrebbe lontanamente pensato o immaginato, a ciò che invece prima, mai era avvenuto: “Riecheggiata nell’aria della capitale una gigantesca esplosione. Il boato viene udito distintamente tanto nel centro storico quanto nelle parti periferiche della città, sembra un cataclisma”; “I danni sono gravissimi”; “I pompieri hanno ripreso lo spegnimento incendio Forte Acqua Santa e militari X estrazione cadaveri, tutti informi lanciati a brandelli a distanza che vengono mano mano trasportati in parti, ospedali Celio a mezzo camion Croce Rossa… Folla accorsa da più parti è tenuta a debita distanza da agenti…”.

    Brossura, 17 x 24 cm. pag. 240 con foto e documenti

    Stampato nel 2019 da Macchione

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    Obiettivo Siracusa. Dallo sbarco inglese alla battaglia di Solarino

    25.00

    Sebastiano Parisi

     Attorno a questa città si infransero i contrattacchi italo-tedeschi dell’11 luglio 1943 nel tentativo di ributtare a mare le forze britanniche, che avevano occupato quel fondamentale porto già la sera del giorno precedente. Il controllo di quest’obiettivo per gli Alleati era fondamentale per poter proseguire la campagna siciliana immettendo nuovi uomini e materiali e l’intera vicenda si intreccia fortemente con la drammatica caduta della Piazzaforte di Augusta-Siracusa, disintegratasi quasi come neve al sole non tanto di fronte alla strapotenza alleata, quanto a causa del panico tra i comandi italiani. Ripercorriamo gli eventi che portarono alla caduta di Siracusa e al tentativo di riconquista da parte italo-tedesca, fino alla completa distruzione del 75° rgt. della divisione Napoli sulle alture prospicenti Solarino, il 13 luglio.

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    Storia della Legione Tagliamento. Dalla fondazione alla guerra di Russia. Dalla guerra di Russia all’Armistizio

    55.00

    “L’audacia e la forza vincono l’insidia”. Questo era il motto della 63ª Legione Tagliamento. Fu un reparto della Milizia fascista ed ebbe la giurisdizione nella provincia di Udine. Dal 1923 fino allo scoppio della II Guerra Mondiale il reparto non fu mai impiegato in nessuna operazione militare, in colonia o in Albania. I compiti dei legionari fu il normale addestramento periodico e l’organizzazione dei corsi premilitari per la gioventù. Con lo scoppio della guerra mondiale, la legione fu mobilitata e dal maggio 1940 al settembre fu impiegata nel controllo del territorio di confine con il regno di Jugoslavia. Fino al febbraio successivo, la storia del reparto fu congelata perché la legione non era mobilitata. Da quel mese iniziò la parte più importante della sua storia. Prima ci fu l’addestramento in Calabria in funzione antisbarco e poi dopo la sfilata a Mantova davanti a Mussolini, la partenza per la campagna di Russia. Dall’agosto 1941, la legione fu in Russia. Le prime battaglie sul Dnieper per arrivare alla battaglia di Natale del 1941, una lotta che durò per oltre un mese e vide il reparto protagonista. Dopo questa prima fase operativa, l’unità dovette riorganizzarsi ed ottenere nuove forze dall’Italia con la conseguente trasformazione in Gruppo. Dopo alcuni scontri nel luglio 1942, nel mese successivo con la 1ª battaglia difensiva del Don si ebbe un nuovo esempio del valore combattivo del reparto. La 2ª battaglia difensiva del Don e la successiva ritirata misero in luce molti episodi che videro fra i protagonisti, ufficiali, sottufficiali e legionari della 63ª. Con il ritorno in patria degli uomini in camicia nera il Gruppo si ricostituì e dal giugno entrò a fa parte della divisione M, un reparto che doveva essere d’elitè. La storia dall’aprile fino all’armistizio fu breve e avara di episodi, all’infuori della normale vita di guarnigione.

    2 Volumi in brossura, 17 x 24 cm. pag. 648 + 648 con varie foto b/n e cartine

    Stampato nel 2015 da Macchione

    Condizioni del libro: nuovo

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    Tutta la linea Cadorna – Storia Architettura Armamenti. Itinerari di un museo all’aperto

    25.00

    A vent’anni dall’uscita del volume di Roberto Corbella “Le fortificazioni della Linea Cadorna tra Lago Maggiore e Ceresio”, il primo ad avere affrontato l’argomento in modo organico, questo volume, con il contributo storico del gen. Ambrogio Viviani, presenta una visione d’insieme del progetto strategico che stava alla base della linea difensiva destinata a bloccare il tentativo austriaco di conquistare Milano e la Lombardia distruggendo la capacità combattiva dell’esercito italiano. È sufficiente considerare l’enorme estensione di questo tracciato e la varietà e l’imponenza delle opere realizzate, in gran parte nelle viscere delle montagne, per capire che, pur non essendo mai diventata effettivo teatro di guerra, la Linea Cadorna finì per avere un forte potere dissuasivo nei confronti dei progetti d’invasione più volte discussi dallo Stato Maggiore austriaco.

    Brossura, 14 x 21 cm. pag. 272 con 46 foto e illustrazioni a colori

    Stampato nel 2017 da Macchione

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    Valle d’Aosta – Castelli e Fortificazioni

    Il prezzo originale era: €11.00.Il prezzo attuale è: €8.40.

    Mauro Minola – Beppe Ronco       prezzo di listino: 12.00 (sc. 30%) –

    La Valle d’Aosta è una delle valli più fortificate dell’intero arco alpino. I suoi castelli, conosciuti anche oltre i confini d’Italia, rappresentano un unicum eccezzionale, apprezzato dai turisti che visitano la valle in ogni periodo dell’anno e dagli studiosi delle opere fortificate medievali e moderne. Buona parte di questo successo è dovuto al fatto che molti castelli sono rimasti allo stato originario, senza subire troppe modifiche nel corso dei secoli. Tuttavia anche quelli che si sono trasformati tra il XIV e i XV secolo, diventando raffinate residenze signorili del Rinascimento, colpiscono ancora l’occhio e l’immaginazione del visitatore.

    Brossura, 13 x 21 cm. pag. 93 illustrato con circa 77 foto a colori e 14 foto b/n

    Stampato nel 2002 da Macchione

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