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Fascismo – Mussolini e il processo di Verona
€49.00Militare di carriera partecipa alla Prima guerra mondiale con il grado di sottotenente e venendo decorato con due medaglie d’argento al valor militare. Si congeda nel 1920 con il grado di capitano di complemento e inizia l’attività nei Fasci di Combattimento fondando il fascio di Santa Giuletta. Distintosi nell’attività squadristica entra a far parte della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale dove compie una rapida carriera. Partecipa alla guerra d’Etiopia comandando un battaglione di Camicie Nere. Tra il 1942 e il 1943 fu il comandante del Raggruppamento tattico CC.NN “Montagna”. Arrestato dal governo Badoglio fu liberato dai tedeschi dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943. Secondo Montagna l’esercito della RSI sarebbe dovuto nascere come estensione della MVSN, l’unica forza armata che dopo l’armistizio non si era sciolta ed aveva mantenuto fede all’alleanza con i tedeschi. Nel 1944 fu nominato giudice nel processo di Verona contro i membri del Gran Consiglio che avevano votato l’ordine del giorno Grandi che aveva segnato la caduta del governo Mussolini il 25 luglio 1943. Alcuni dei giudici si batterono affinché gli imputati non fossero condannati a morte e Montagna si batté in particolare per salvare Emilio De Bono ma inutilmente quando si scontrò con Enrico Vezzalini. Nell’ottobre 1944 fu nominato comandante della polizia della Repubblica Sociale Italiana, carica che mantiene fino alla fine della guerra. Resosi latitante il 29 maggio 1947 Montagna fu amnistiato dalla corte d’Assise di Como. Dopo la guerra si ritira a vita privata e muore a Voghera il 6 luglio 1978. Il volume tratta specificatamente le vicende, appunto, del processo di verona.
Brossura, 15 x 21 cm. pag. 234
Stampato nel 1949 da Edizioni Omnia
Condizioni del libro: usato in buone condizioni. I bordi delle pagine sono leggermente ingialliti
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Fascismo. Mussolini e il processo di Verona
€49.00Renzo Montagna
Il processo di Verona si svolse in un’atmosfera del tutto particolare, su cui aleggiava la “volonta” tedesca di mandare a morte chi aveva tradito Benito Mussolini. Non si saprà mai se il capo del fascismo, in assenza della pressione dell’alleato, oramai preponderante, avrebbe deciso di far fucilare Ciano e i gerarchi fascisti. Il Generale Renzo Montagna ha scritto queste pagine, che resteranno incise nella storia dei popoli, con serena obiettività narrando fatti e casi di cui egli fu testimone o partecipe, comunque documentati. Non è quindi cronaca, ma storia, storia vera e tragicamente vissuta.
Brossura, 15 x 21 cm. pag. 234
Stampato nel 1949 da Edizioni Omnia
Condizioni del libro; usato in buone condizioni: piega nella quarta di copertina in basso a sinistra, segni del tempo
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Le fucilazioni del processo di Verona. Giustizia o vendetta? La testimonianza-accusa di un giudice soldato
€20.00L’otto gennaio 1944 inizio a Verona il processo che tre giorni dopo avrebbe portato alla fucilazione di Galeazzo Ciano, Emilio De Bono, Luciano Gottardi, Giovanni Marinelli e Carlo Pareschi. Tra i giudici c’era anche il generale Renzo Montagna che non faceva mistero dei dubbi che turbavano la sua coscienza: “Ma perché devo proprio esserci io, in questa tragedia? Se il Partito (fascista) vuol uccidere, perché non lo fa coi propri mezzi? Ed i Tedeschi, se vogliono colpire qualcuno, hanno proprio bisogno di un nostro tribunale e di un nostro processo?” Durante il processo il Generale si adopero in tutti i modi affinché i vari imputati non fossero condannati a morte. Fu tutto vano e dopo questa amara sconfitta Montagna non rimase a Verona per assistere alla fucilazione. Il Memoriale è completato da vari contributi scientifici. Leonardo Malatesta traccia un ampio profilo biografico del generale, arricchendolo con un’inedita sequenza fotografica. Francesco Mazzoli analizza, avvalendosi di nuovi strumenti di indagine, i momenti salienti della fucilazione dei condannati.
Brossura, 14 x 21 cm. pag. 274
Stampato nel 2015 da Macchione